New York, 24 novembre 2025 – Negli ultimi mesi, le azioni di MicroStrategy (MSTR) si sono trasformate nel principale scudo per chi ha posizioni long su Bitcoin nei momenti di calo. A sottolinearlo è stato Tom Lee, presidente e CEO di Bitmine Immersion Technology, che in un’intervista alla CNBC ha spiegato come il titolo guidato da Michael Saylor sia ormai considerato il “proxy più liquido” per chi opera nel mondo delle criptovalute.
MicroStrategy, il termometro del prezzo di Bitcoin
Lee spiega che la crescente attenzione verso le azioni MSTR tra gli investitori istituzionali nasce dal bisogno di strumenti più pratici per gestire la volatilità di Bitcoin. “MicroStrategy è probabilmente il titolo azionario più importante in circolazione oggi, perché rappresenta Bitcoin in maniera diretta, ed è il nome più liquido”, ha detto. La società, che in bilancio ha quasi 650.000 BTC, amplifica le oscillazioni del prezzo della criptovaluta. Di fatto, il mercato tratta i Bitcoin di MicroStrategy come una sorta di garanzia implicita, anche se non c’è mai stata una conferma ufficiale.
La correlazione tra il titolo e Bitcoin si fa più stretta soprattutto quando il mercato è in subbuglio. Chi opera segue da vicino i movimenti di MSTR a Wall Street per farsi un’idea rapida dello stato di salute del mondo crypto. Ma questa dinamica solleva qualche dubbio: “Se la valvola di sfogo per i ribassi è MicroStrategy, significa che ci sono problemi strutturali di liquidità?”, si è chiesto Lee.
Derivati crypto: la liquidità che manca
La questione della liquidità resta al centro del dibattito. Anche se il mercato dei futures su Bitcoin è ormai solido – con piattaforme come CME, Binance e Bybit che garantiscono grandi volumi – quello delle opzioni è ancora poco sviluppato. Gli strumenti derivati “crypto nativi”, secondo Lee, non bastano più a coprire le esigenze degli investitori istituzionali. “Chiunque abbia una posizione lunga significativa in Bitcoin ha davvero poche possibilità di coprirsi con derivati cripto nativi”, ha spiegato.
Un momento chiave è stato il 10 ottobre scorso. Quel giorno, un crollo improvviso ha portato a liquidazioni per oltre 20 miliardi di dollari. I market maker sono rimasti “bloccati”, senza la liquidità necessaria. La mancanza di regole per queste figure ha mostrato tutta la fragilità del sistema. Da allora, molti operatori hanno iniziato a guardare con attenzione ai derivati su MSTR come alternativa.
Futures e opzioni su MSTR, la nuova copertura di riferimento
Oggi, secondo Lee, i futures e le opzioni sulle azioni MicroStrategy sono la scelta preferita per chi vuole proteggersi dai cali di Bitcoin. La liquidità offerta dai mercati regolamentati americani dà una garanzia che i derivati crypto faticano ancora a offrire. “I derivati ‘crypto nativi’ non bastano più”, ha ribadito Lee, sottolineando che la domanda per strumenti più efficaci è destinata a crescere.
Non è solo una questione per i grandi investitori. Anche molti piccoli operatori stanno usando le azioni MSTR come copertura indiretta, sfruttando la forte correlazione con Bitcoin. Ma questa strada porta con sé rischi: il titolo MicroStrategy dipende anche dalle scelte e dalle condizioni interne dell’azienda, oltre che dal prezzo della criptovaluta.
Dubbi e scenari per il futuro
Il ruolo sempre più centrale di MicroStrategy nelle coperture crypto fa nascere qualche domanda sulla tenuta dell’intero sistema finanziario legato alle criptovalute. Se la “valvola di sfogo” resta legata a un’unica società quotata, il rischio di dipendenza cresce. Gli analisti si chiedono cosa potrebbe succedere se l’azienda di Saylor dovesse incontrare difficoltà.
Per ora, però, il mercato sembra aver trovato in MSTR uno strumento valido per affrontare l’incertezza. Resta da vedere se nelle prossime settimane spunteranno alternative più solide o se la dipendenza dal titolo continuerà a crescere insieme alla volatilità di Bitcoin.
