NFT in crisi: la maggior parte delle collezioni non vale più nulla

La crisi del mercato degli NFT sembra essere una tendenza in atto. Questa situazione può essere attribuita a diversi fattori, tra cui una saturazione del mercato con collezioni di bassa qualità, speculazione eccessiva nell’anno precedente, e una diminuzione dell’interesse generale per gli NFT. Inoltre, la mancanza di regolamentazione e la scarsa comprensione degli NFT da parte del pubblico hanno contribuito a un’instabilità complessiva. Tuttavia, è importante notare che il mercato degli NFT è ancora in evoluzione, e potrebbero emergere nuove opportunità e progetti che lo rianimino. Gli investitori e gli appassionati di NFT dovrebbero fare attenzione e fare ricerche approfondite prima di partecipare a questo mercato.

Crisi degli NFT, cosa sta succedendo?

È notevole come oggi siano rimaste solo poche migliaia di collezioni di NFT che conservano un valore significativo, se confrontate con il fervore speculativo che caratterizzava il mercato nel 2021. In quel periodo, NFT di alto profilo come le scimmie del Bored Ape Yacht Club e i CryptoPunks erano scambiati per milioni di dollari, e il mercato aveva registrato un volume mensile di scambi di circa 2,8 miliardi di dollari. La partecipazione di celebrità e l’enorme copertura mediatica avevano amplificato questa crescita.

Per esempio, l’NFT di Beeple intitolato “The First 5000 Days” è stato battuto all’asta per 69 milioni di dollari, e persino un’opera raffigurante una semplice pietra appartenente alla collezione EtherRock è stata venduta a un incredibile prezzo di 1,3 milioni di dollari nel 2021. Questi eventi sono stati un riflesso della frenesia speculativa che ha caratterizzato il mercato degli NFT in quel periodo.

Rappresentazione dell'immagine degli NFT
Immagine | Pixabay @VladSt – Cryptohack.it

Attualmente, la situazione nel mercato degli NFT presenta una netta inversione di tendenza rispetto al passato. Il 79% delle collezioni rimane invenduto, evidenziando una chiara sovrabbondanza di offerta rispetto alla domanda. Anche per le collezioni di maggiore valore, i prezzi attuali sono significativamente lontani dai picchi speculativi del 2021: il 18% di esse non ha alcun valore, il 41% si colloca nella fascia tra 5 e 10 dollari, mentre meno dell’1% supera i 6.000 dollari. Questi dati indicano un raffreddamento significativo dell’interesse e delle valutazioni nel mercato degli NFT rispetto all’entusiasmo precedente.

Secondo gli analisti, l’attuale crisi nel mercato degli NFT sembra riflettere una bolla speculativa destinata a sgonfiarsi. Molti venditori sembrano ancora sperare in un improvviso ritorno del fervore per gli NFT, ma è improbabile che si possano ripetere i livelli di eccitazione irrazionale visti nel 2021. Gli esperti consigliano la massima cautela a chiunque sia interessato a investire in questo settore estremamente volatile.

Va notato che la crisi degli NFT è solo una parte di un contesto più ampio che vede una correzione nel mercato delle criptovalute, con il Bitcoin che è sceso dai quasi 70.000 dollari registrati nel novembre 2021 agli attuali 25.000 dollari circa. Questi eventi sottolineano l’importanza di una gestione oculata degli investimenti in asset digitali.

Un gruppo di investitori ha citato in giudizio Sotheby’s Holdings Inc. e altri per un’asta del 2021 e la promozione di token non fungibili (NFT) del Bored Ape Yacht Club a seguito del crollo dei prezzi per gli oggetti da collezione approvati dalle celebrità.

I quattro querelanti nominati nella causa collettiva sostengono che la casa d’aste “ha promosso in modo fuorviante” gli NFT e ha collaborato con il creatore Yuga Labs per gonfiare artificialmente i loro prezzi.

Sotheby’s è tra i 30 imputati citati nella causa, con celebrità come Justin Bieber e Paris Hilton accusate di aver promosso la collezione NFT senza rivelare i loro legami finanziari con essa.

Secondo il tracker del mercato delle criptovalute CoinGecko, le colorate illustrazioni digitali delle scimmie possono ora essere acquistate per soli 52.445 dollari. Fino a maggio 2022, il più economico sarebbe costato ai collezionisti oltre $ 400.000.

Nel settembre 2021, Sotheby’s ha venduto oltre 100 NFT a un singolo acquirente in un’asta online per oltre 24 milioni di dollari, battendo la stima pre-vendita da 12 a 18 milioni di dollari.

La causa modificata, originariamente intentata a dicembre senza nominare Sotheby’s come imputato, sostiene che la vendita era “ingannevole” e che la casa d’aste era stata assunta dalla società blockchain Yuga Labs per “generare interesse e clamore da parte degli investitori attorno al marchio Bored Ape”.

Oggi il 95% degli NFT è totalmente senza valore, secondo una ricerca di dappGambl – un sito specializzato in scommesse e criptovalute. Potrebbe non sembrare la più autorevole delle fonti, ma se loro stessi sconsigliano ai clienti di investire in NFT, forse è il caso di prendere il consiglio seriamente. E i numeri sembrano convincenti.

dappGambl ha esaminato migliaia di collezioni, ognuna delle quali può contenere numerosi NFT, scoprendo che quasi tutte hanno un valore pari a zero. Una brutta notizia per i loro possessori, alcuni dei quali sicuramente avevano sperato di fare un buon investimento.

Questa statistica significa che il 95% delle persone che detengono collezioni NFT sono attualmente in possesso di investimenti senza valore”, ha dichiarato dappGambl nel suo rapporto. “Dopo aver esaminato queste cifre, stimiamo che quel 95% includa oltre 23 milioni di persone i cui investimenti sono ora privi di valore”.

È naturalmente il risultato di un fenomeno altamente speculativo, su beni altamente volatili. Ed è un esempio da manuale della Greater Fool Theory, meccanismo che in finanza descrive fenomeni in cui ci sono grandi possibilità di arricchimento in poco tempo, ma il tutto viene descritto come una specie di “corsa tra folli”. Il più ingenuo di tutti sarà quello che alla fine si ritroverà ad aver speso moltissimo, senza avere nulla in mano. Lui alla fine è quello che paga l’arricchimento degli altri.

È importante sottolineare che gli NFT rappresentano una forma di estensione del mondo delle criptovalute e della tecnologia blockchain. Sebbene il settore sia stato soggetto a significative correzioni, non si può dire che sia completamente scomparso.

Attualmente, ci sono vari progetti, sia grandi che piccoli, in tutto il mondo, che stanno cercando di trovare applicazioni significative per la tecnologia blockchain. Ogni tanto, emerge un progetto promettente che può influenzare positivamente l’intero settore. Tuttavia, non è certo che la blockchain sarà ancora un argomento di discussione tra dieci anni.

Uno dei principali problemi associati alla blockchain è il consumo energetico. Le transazioni e gli smart contract possono avere senso in certi contesti, ma è fondamentale bilanciare il loro valore con il consumo di energia, sia in termini economici che ambientali. Secondo l’analisi di dappGambl, le collezioni di NFT prese in considerazione hanno richiesto un equivalente energetico di 27,7 milioni di kWh e generato circa 16 tonnellate cubiche di CO2 equivalente. Questi numeri, sebbene relativamente modesti rispetto alle sfide climatiche globali, diventano problematici quando si tratta di qualcosa che non ha valore intrinseco.

In altre parole, il problema dei costi ambientali è che spesso chi li produce non ne subisce direttamente le conseguenze, mentre la società nel suo complesso paga il prezzo in termini di impatti ambientali negativi. È un punto importante da considerare quando si valuta il valore reale delle tecnologie come gli NFT e la blockchain.

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