Roma, 28 dicembre 2025 – Nel panorama scolastico italiano ed europeo, l’intelligenza artificiale continua a trasformare profondamente metodi di apprendimento e insegnamento, seppur accompagnata da un forte divario tra utilizzo pratico e formazione ufficiale. Un recente rapporto di GoStudent sul Futuro dell’educazione 2025 evidenzia questa dicotomia: in Italia, l’81% degli studenti utilizza strumenti di IA, mentre solo il 44% ha un accesso formale a tali tecnologie in classe. Questo gap mette in luce una realtà in cui molti ragazzi si affidano all’IA per svolgere compiti, tesine e preparare materiali didattici, ma senza un’adeguata guida educativa.
La formazione degli insegnanti e la sfida della scuola digitale
Il quadro diventa ancora più complesso osservando la condizione dei docenti: il 66% non aveva ricevuto alcuna formazione sull’IA entro aprile 2025, nonostante riconoscano l’importanza di trasmettere competenze in campo digitale e di sicurezza informatica agli studenti. La richiesta di formazione è evidente, ma gli strumenti per soddisfarla sono ancora limitati. La responsabilità percepita dalle famiglie è alta: oltre due terzi dei genitori ritiene infatti che la scuola debba farsi carico dell’educazione all’IA. Questo dato conferma l’urgenza di politiche didattiche mirate, soprattutto in un paese come l’Italia che si posiziona al vertice nell’adozione di tecnologie AI da parte degli studenti, ma stenta a formalizzarne l’uso corretto in ambito scolastico.
L’Indice Europeo dell’IA nell’educazione mostra come le strategie varino tra nazioni. L’Italia guida la classifica per l’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle scuole, mentre il Regno Unito ne è ultimo. Entrambi i paesi però hanno iniziato a investire nella formazione dei docenti, promuovendo metodi di insegnamento più interattivi e innovativi. Spagna e Francia, invece, si concentrano sull’alfabetizzazione digitale degli studenti, puntando a sviluppare una coscienza critica verso i rischi e i limiti dell’IA già nella scuola primaria e secondaria.
L’opinione di studenti e famiglie sull’intelligenza artificiale
I genitori italiani mostrano un atteggiamento ambivalente verso l’IA: il 68% ne vede le potenzialità per migliorare l’apprendimento e la sicurezza online, ma il 69% teme una possibile dipendenza da questi strumenti, e quasi la metà teme che i figli rimangano indietro senza un accesso adeguato alle tecnologie. Le competenze più richieste oggi includono la conoscenza dei rischi, la capacità di utilizzare l’IA per ricerche, il pensiero critico e l’etica digitale. Gli studenti, dal canto loro, chiedono con forza una maggiore preparazione dei propri insegnanti sull’IA e l’introduzione di materie dedicate, riconoscendo il dialogo con gli algoritmi come una nuova alfabetizzazione fondamentale al pari della lettura e scrittura.
Studi recenti, come Your Brain with ChatGPT del MIT (2025), sottolineano come un uso scorretto dell’IA possa ridurre la capacità di riflessione critica degli adolescenti, che sono ancora in fase di sviluppo neurocognitivo. Questo elemento rafforza la necessità di un approccio educativo equilibrato, che valorizzi le potenzialità dell’IA senza sostituire il processo di apprendimento attivo.
In Italia, nonostante l’85% degli istituti preveda di ampliare l’uso dell’IA entro il 2030, il 56% degli insegnanti lamenta la mancanza di formazione specifica. Si profila dunque una sfida cruciale: introdurre l’innovazione tecnologica senza lasciare soli i docenti, affinché possano guidare studenti e famiglie in una nuova era digitale con competenza e consapevolezza.
