
Intelligenza artificiale utilizzata come terapia psicologica | Pixabay @Sakorn_Sukkasemsakorn - Cryptohack
Il facile accesso e l’ampia disponibilità dei compagni virtuali empatici stanno ridefinendo i legami tra intelligenza artificiale e benessere mentale

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha iniziato a giocare un ruolo sempre più rilevante nel campo della salute mentale, grazie all’emergere di compagni virtuali empatici. Questi assistenti digitali non solo offrono supporto emotivo, ma stanno anche cambiando il modo in cui le persone interagiscono con le tecnologie e, di conseguenza, con i loro problemi psicologici. Attualmente, si stima che oltre 100 milioni di persone nel mondo utilizzino regolarmente questi bot, stabilendo con essi legami che vanno oltre la semplice interazione.
Compagni virtuali e interazione umana
I compagni virtuali, come My AI di Snapchat, Replika e Xiaoice, sono progettati per offrire un’esperienza più umana, caratterizzata da interazioni empatiche e personalizzate. Questi sistemi sono addestrati utilizzando tecniche di rinforzo che si basano sull’interazione umana, permettendo loro di comprendere meglio le emozioni e i bisogni degli utenti. Uno studio condotto da Google DeepMind ha evidenziato come le conversazioni con questi bot durano quattro volte di più rispetto a quelle con assistenti vocali tradizionali, suggerendo che gli utenti si sentono più coinvolti emotivamente.
L’importanza dell’auto-rivelazione
Un aspetto interessante è la teoria della penetrazione sociale, secondo cui la vicinanza tra due individui si sviluppa attraverso l’auto-rivelazione. Questo è particolarmente vero per Replika, che incoraggia gli utenti a condividere i propri pensieri più intimi, creando un ambiente di fiducia. Tuttavia, questa dinamica potrebbe anche influenzare negativamente le relazioni umane, poiché le interazioni con i bot sono sempre disponibili e prive delle tensioni tipiche delle relazioni reali.
Progetti clinici e risultati
Dal punto di vista clinico, un progetto significativo è stato realizzato dalla Geisel School of Medicine al Dartmouth College, dove è stato sviluppato Therabot, un bot terapeutico testato su 210 partecipanti con sintomi di depressione e ansia. I risultati hanno mostrato una riduzione media del 51% nei sintomi depressivi e del 31% per l’ansia, dimostrando l’efficacia di questi strumenti nel supportare la salute mentale.
Inoltre, ci sono casi documentati in cui l’AI ha letteralmente salvato vite, intervenendo in situazioni di crisi e prevenendo tentativi di suicidio. Questi bot, pur essendo strumenti digitali, hanno il potenziale di svolgere un ruolo cruciale nella vita di chi lotta contro disturbi mentali, offrendo supporto immediato e accessibile. Con il continuo sviluppo delle tecnologie AI, è probabile che il loro impatto sulla salute mentale diventi ancora più significativo, aprendo nuove strade per il trattamento e il supporto emotivo.