Microsoft chiude ufficialmente il supporto a Windows 10: cosa significa per milioni di PC e quali alternative hanno gli utenti nei prossimi 30 giorni
Chi utilizza un PC con Windows 10 ha meno di un mese per prendere una decisione importante. Il prossimo 14 ottobre 2025 segnerà infatti la fine del supporto ufficiale di Microsoft per questa versione del sistema operativo. Una scadenza che riguarda milioni di computer in tutto il mondo e che apre diversi scenari: aggiornare a Windows 11, restare su Windows 10 senza supporto, oppure valutare soluzioni alternative.
Cosa succede dopo la fine del supporto a Windows 10
Dal 15 ottobre, chi continuerà a utilizzare Windows 10 non riceverà più aggiornamenti ufficiali di sicurezza o nuove patch. Il sistema operativo resterà comunque funzionante: il PC non smetterà di avviarsi e i programmi installati continueranno a girare normalmente. La differenza sostanziale riguarda la protezione: senza nuove patch, eventuali vulnerabilità non verranno corrette, rendendo il computer più esposto a rischi di sicurezza.
Microsoft punta chiaramente a spingere gli utenti verso Windows 11, ma il salto non è alla portata di tutti. L’ultima versione richiede requisiti hardware specifici, come il modulo TPM 2.0, che non tutti i PC più datati possiedono. Per molti utenti questo significa dover acquistare un nuovo computer, una scelta che non sempre è possibile o conveniente nel breve periodo. La fine del supporto, dunque, non implica il blocco immediato del sistema, ma la perdita di uno scudo fondamentale: quello degli aggiornamenti periodici. È importante valutare attentamente il tipo di utilizzo del proprio PC. Chi lo usa solo offline, ad esempio in ambito lavorativo senza accesso a internet, può ridurre il rischio. Ma chi naviga in rete o scambia dati resta esposto ad attacchi informatici.
Le opzioni disponibili per chi resta su Windows 10
Microsoft mette a disposizione un programma di Extended Security Update (ESU), che consente di ricevere aggiornamenti di sicurezza a pagamento. Il costo stimato è di circa 30 euro per un anno. Una spesa contenuta che può offrire una protezione aggiuntiva a chi non vuole o non può passare subito a Windows 11. Un’altra strada riguarda le versioni Enterprise LTSC (Long Term Servicing Channel), pensate per ambienti professionali. Alcune edizioni, come la LTSC 2021, continueranno a ricevere aggiornamenti fino al 12 gennaio 2027, mentre la LTSC 2019 sarà supportata fino al 9 gennaio 2029. Chi utilizza queste versioni ha quindi più tempo prima di doversi confrontare con la scadenza definitiva.
C’è poi la possibilità di valutare alternative a Windows, come Linux, un sistema operativo open source che può dare nuova vita ai PC più datati. Non a caso, diversi utenti e realtà aziendali stanno già considerando questa scelta per ridurre i costi e allungare il ciclo di vita dei dispositivi. Gli scenari aperti sono molteplici, e la decisione dipenderà dalle esigenze di ciascun utente. Quel che è certo è che la scadenza del 14 ottobre segna un punto di svolta: milioni di computer dovranno adattarsi a un futuro senza aggiornamenti o a una migrazione verso nuove soluzioni.