New York, 16 dicembre 2025 – Visa dà il via a un nuovo sistema per il regolamento in USDC rivolto alle banche statunitensi, un passo concreto che avvicina il mondo dei pagamenti tradizionali alle criptovalute. L’annuncio è arrivato stamattina, alle 9, nella sede centrale di Visa a Foster City, California. L’obiettivo è chiaro: permettere alle banche americane di chiudere i conti usando la stablecoin USDC, legata al valore del dollaro.
Il boom delle crypto e la risposta delle istituzioni
A spiegare i dettagli è stato Jim McCarthy, responsabile innovazione di Visa. La nuova funzione vuole offrire una soluzione “pratica e veloce” per le istituzioni finanziarie interessate alla blockchain, ma senza rinunciare agli “standard di sicurezza e trasparenza” garantiti da Visa. In sostanza, le banche che fanno parte del circuito potranno usare l’USDC – la stablecoin nata da Circle – per regolare i pagamenti tra loro, un’alternativa ai tradizionali sistemi di compensazione.
“Abbiamo notato che sempre più clienti corporate guardano con interesse ai pagamenti digitali, soprattutto quando si tratta di operazioni internazionali”, ha detto McCarthy davanti a giornalisti e analisti. La grande novità è che le transazioni in USDC potranno essere gestite 24 ore su 24, anche nei festivi. Un vantaggio importante, visto che molti trasferimenti internazionali tradizionali si fermano nei weekend o alla fine dei trimestri.
Cosa cambia davvero per le banche Usa
Al momento il sistema di settlement in USDC riguarda solo alcune banche americane che hanno accettato di partecipare al progetto pilota. Fonti riservate indicano alcune realtà coinvolte: tra queste ci sono FirstBank, una banca regionale molto attiva in Florida, e la californiana Western State Bank. “Abbiamo detto sì perché risponde a una vera esigenza dei nostri clienti business, specialmente quelli legati all’export”, ha confermato un dirigente di FirstBank contattato telefonicamente.
La procedura non cambia granché rispetto al passato, ma c’è un passaggio in più: i soldi vengono convertiti in USDC e spostati su una blockchain pubblica dove il regolamento avviene quasi subito. Solo dopo si procede con l’accredito o l’addebito sul conto finale. “I primi test hanno già mostrato tempi e costi molto più bassi rispetto al metodo tradizionale”, ha ammesso un responsabile IT di Western State Bank. Rimangono però alcuni dubbi legati alla normativa vigente.
Occhi puntati sulla regolamentazione
Le autorità federali seguono questi sviluppi con attenzione. La Federal Reserve non ha ancora preso una posizione ufficiale sull’iniziativa di Visa: ha diffuso solo una nota breve alle 12 che diceva semplicemente “Monitoriamo con interesse tutte le innovazioni tecnologiche nel settore dei pagamenti”. Un portavoce della SEC, ascoltato da alanews.it, ha aggiunto che al momento non sono previsti interventi specifici sulle stablecoin “usate soltanto per regolare rapporti interbancari”.
L’atmosfera resta prudente. Diverse associazioni bancarie chiedono regole più chiare sugli standard anti-riciclaggio anche per i pagamenti con stablecoin. Intanto, secondo CoinDesk, nell’ultimo anno gli scambi in USDC su reti pubbliche sono cresciuti del 30%, segno che la domanda arriva da investitori privati ma anche da grandi aziende.
Pagamenti digitali: cosa ci aspetta
Per ora l’iniziativa riguarda solo gli Stati Uniti; niente Europa all’orizzonte per il momento. Ma fonti vicine al progetto dicono che Visa sta pensando a estendere il servizio nel 2026 anche a banche canadesi e britanniche. “Vogliamo creare una piattaforma flessibile, pronta a integrare altri asset digitali man mano che arriveranno indicazioni più chiare dalle autorità”, ha sottolineato McCarthy durante l’incontro con la stampa.
Nel mondo delle criptovalute la notizia è stata accolta con moderata fiducia: subito dopo l’annuncio il prezzo dell’USDC è rimasto stabile – come ci si aspetta da una stablecoin – ma i volumi delle transazioni sono cresciuti secondo CryptoCompare. Gli analisti spiegano che questa mossa potrebbe spingere la concorrenza tra giganti come Mastercard e PayPal, già impegnati su soluzioni simili.
Non è escluso quindi che altre società del settore dei pagamenti seguiranno presto l’esempio. Nel frattempo il mondo bancario americano osserva con attenzione: per molti operatori sentiti oggi a Manhattan e Chicago si tratta di “un banco di prova” per capire se i sistemi tradizionali riusciranno davvero ad andare d’accordo con i nuovi strumenti digitali senza perdere affidabilità.
