Terra-Luna: 15 Anni a Do Kwon e Accusa da 4 Miliardi a Jump Trading nel Processo Clou

Cristina Manetti

19 Dicembre 2025

Seul, 19 dicembre 2025 – Il processo sul caso Terra-Luna, una delle crisi più gravi nel mondo delle criptovalute degli ultimi anni, ha fatto ieri un passo importante: il tribunale della capitale sudcoreana ha condannato Do Kwon a 15 anni di carcere, mentre la società americana Jump Trading deve affrontare una richiesta di risarcimento da 4 miliardi di dollari. La sentenza arriva a tre anni dal crollo delle criptovalute ideate dall’imprenditore sudcoreano, che ha provocato perdite per miliardi di dollari tra investitori sparsi nel mondo.

Una sentenza che scuote il settore cripto

Appena pronunciato il verdetto, l’atmosfera nel quartiere giudiziario di Seocho-gu è stata di prudenza. L’aula era piena, con giornalisti e avvocati intenti a prendere appunti su ogni dettaglio. I giudici hanno ritenuto Do Kwon – nome completo Kwon Do-hyung, nato nel 1991 – colpevole di truffa aggravata ai danni di investitori e operatori finanziari, che hanno visto svanire in pochi giorni il valore delle stablecoin TerraUSD (UST) e del token Luna nel maggio 2022. Quel periodo ha segnato perdite stimate intorno ai 40 miliardi di dollari, a Seoul come a New York.

Il pubblico ministero principale, Park Min-jun, ha sottolineato come “il danno causato dal crollo di Terra-Luna va oltre le responsabilità individuali, coinvolgendo anche società esterne come Jump Trading”. La procura aveva chiesto una condanna a 20 anni; la difesa puntava invece all’assoluzione totale.

Le accuse contro Jump Trading

Un altro nodo cruciale riguarda proprio Jump Trading, società americana specializzata in trading algoritmico con base a Chicago. Secondo gli atti del processo, l’azienda avrebbe manipolato il mercato per mantenere artificiosamente il valore di UST durante la crisi. L’obiettivo sarebbe stato evitare un collasso immediato dalle conseguenze potenzialmente disastrose per l’intero sistema, come ha spiegato un consulente tecnico citato dalla procura. I documenti interni e le chat private esaminate dalla corte indicano un guadagno illecito stimato in 4 miliardi di dollari, che dovrebbero essere restituiti agli investitori danneggiati.

Gli avvocati americani hanno contestato la giurisdizione della Corea del Sud e negano qualsiasi coinvolgimento diretto. “Le nostre operazioni sono sempre state regolari”, hanno commentato dopo la sentenza. “Siamo pronti a difenderci in tutte le sedi”.

Il crollo del 2022: cronaca di un disastro finanziario

Era il 9 maggio 2022 quando, all’alba coreana, la piattaforma Coingecko segnalava i primi crolli di TerraUSD; poco dopo è toccato anche a Luna. In meno di tre giorni il valore delle due criptovalute si è quasi azzerato: investitori da Vietnam agli Stati Uniti denunciavano perdite ingenti. Do Kwon, allora al timone di Terraform Labs, ha provato inizialmente a spiegare la situazione con dirette sui social; poi è scomparso. Gli investigatori avevano emesso un mandato internazionale per catturarlo già nell’autunno dello stesso anno. L’arresto è scattato solo nel marzo 2023 al confine tra Serbia e Montenegro, dopo una lunga fuga che ha coinvolto anche alcuni suoi collaboratori.

Le reazioni degli investitori e della comunità internazionale

Appena fuori dal tribunale si sono radunati diversi piccoli risparmiatori coreani e stranieri. Qualcuno teneva cartelli scritti a mano con slogan come “We lost everything – Give us justice”. In tanti chiedevano regole più severe sulle criptovalute. “Ci sentiamo finalmente ascoltati – ha detto un investitore francese, Lucas Garnier – ma nessun risarcimento potrà restituirci quello che abbiamo perso”. Migliaia di persone hanno seguito la sentenza in streaming sulle principali piattaforme sudcoreane.

Dalle autorità finanziarie locali è arrivata una prima risposta cauta: “La tutela degli investitori resta la nostra priorità”, ha detto un portavoce del Ministero dell’Economia.

Prospettive future per Terra-Luna e l’intero settore

La vicenda Terra-Luna apre un precedente importante nel mondo delle criptovalute, ancora senza regole condivise a livello globale. Adesso si attendono probabilmente appelli da parte degli avvocati di Do Kwon e contromosse legali dai rappresentanti di Jump Trading, mentre i mercati tengono gli occhi puntati sui prossimi provvedimenti della Corea del Sud e degli Stati Uniti. Molti esperti si chiedono se questo processo possa davvero segnare una svolta decisiva. Solo nei mesi a venire capiremo se – e quanto – questa sentenza influenzerà davvero l’ecosistema crypto sul lungo periodo.

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