Save the Children lancia il fondo Bitcoin in partnership con Fortris per supportare le ONG

Cristina Manetti

12 Dicembre 2025

Roma, 12 dicembre 2025 – Questa mattina, nella sede romana di Save the Children, è stata annunciata una nuova collaborazione con Fortris, piattaforma specializzata nella gestione delle criptovalute. La presidente italiana dell’organizzazione, Daniela Fatarella, ha spiegato che l’obiettivo è provare nuovi strumenti finanziari per far fronte alle crescenti esigenze delle ONG, soprattutto in contesti difficili. Da oggi, grazie all’accordo, Save the Children potrà accettare donazioni in Bitcoin per sostenere i propri progetti in Italia e all’estero.

Il terzo settore tra emergenze e nuove sfide

La scelta arriva in un momento delicato per il mondo non profit. “Le emergenze umanitarie non si fermano mai,” ha detto Fatarella. “E spesso i canali tradizionali per ottenere fondi sono sempre più complicati da usare, soprattutto in certi Paesi.” Secondo l’ONU, nel 2024 le restrizioni bancarie insieme a crisi politiche e sanzioni hanno rallentato l’invio di soldi alle ONG che lavorano in aree come il Sudan, Gaza e l’Afghanistan. Solo in Sudan, negli ultimi giorni, le transazioni internazionali verso queste organizzazioni hanno subito ritardi medi di quasi tre settimane.

Per Save the Children la sfida è doppia: da una parte garantire più trasparenza ai donatori – visto che la blockchain permette di seguire passo dopo passo ogni donazione – dall’altra superare i blocchi che spesso impediscono alle ONG di agire in territori con sistemi finanziari fragili o sotto stretto controllo. Fortris metterà a disposizione la tecnologia per ricevere, convertire e gestire in modo sicuro i fondi digitali.

Fortris e il valore della blockchain

Chi segue la cosiddetta criptofilantropia conosce già Fortris. Nata a Milano nel 2021 da un gruppo di ex sviluppatori fintech, lavora già con diverse organizzazioni no profit nel Regno Unito e nel Nord Europa. “Il nostro sistema registra ogni donazione sulla blockchain,” ha spiegato Marco Villani, CTO dell’azienda. “Così si riduce il rischio di frodi o usi impropri.”

Grazie alla nuova intesa, sarà possibile fare una donazione in Bitcoin direttamente sul sito italiano di Save the Children, senza passare da banche o altri intermediari. Le somme saranno poi convertite all’istante in euro e destinate ai programmi scelti dal donatore: dalle emergenze sanitarie nei Balcani alla scuola nelle periferie italiane. “Non è solo un esperimento,” precisa Fatarella, “ma una scelta che guarda al futuro delle organizzazioni come la nostra.”

Tra rischi reali e opportunità

Non tutti nel terzo settore sono convinti dall’apertura alle criptovalute. Un report pubblicato a ottobre dalla Philanthropy Europe Association dice che solo il 14% delle ONG europee accetta oggi donazioni digitali. Molti temono la volatilità del mercato o le difficoltà legali. “È vero, ci sono ancora rischi,” ammette Fatarella, “ma crediamo che i vantaggi in termini di rapidità e facilità pesino più degli aspetti negativi.”

Fortris garantisce un alto livello di sicurezza grazie a protocolli crittografici avanzati e controlli KYC (Know Your Customer) per verificare chi dona ed evitare operazioni sospette o riciclaggio. Inoltre si potrà contribuire anche con piccoli importi: la soglia minima è fissata a 10 euro equivalenti in Bitcoin.

Reazioni italiane e prospettive future

Tra i primi commenti italiani c’è quello di Oxfam Italia, che definisce la novità “un passo avanti importante verso la modernizzazione delle donazioni”. Più scettico invece l’economista Sergio Nava: “Le criptovalute devono ancora dimostrare di funzionare su larga scala e mantenere flussi stabili.”

Ma chi era presente alla conferenza stampa ha notato molto entusiasmo tra i più giovani: alcuni volontari intorno ai vent’anni scherzavano sulle prime donazioni in satoshi (la frazione più piccola di Bitcoin). “Siamo curiosi di vedere quanti raccoglieranno la sfida,” racconta uno studente di Economia.

In conclusione, questa collaborazione tra Save the Children e Fortris apre una strada nuova nella solidarietà digitale. Le prossime settimane saranno decisive per capire come questa svolta tecnologica influirà davvero sul modo con cui le ONG raccolgono fondi. E fin d’ora le aspettative sono alte.

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