Mosca, 24 dicembre 2025 – La Banca Centrale Russa ha fatto oggi un annuncio importante: per la prima volta apre a un trading di criptovalute regolato per i privati. Dal 2026, come spiegato dalla presidente Elvira Nabiullina in conferenza stampa alle 10:30 nella sede di Neglinnaya Street, gli investitori al dettaglio potranno accedere ai servizi di scambio di criptoasset, ma con regole precise e limiti ben definiti. Una scelta che arriva dopo mesi di discussioni tra regolatori, banche e operatori del settore e che, secondo gli analisti, segna “un cambio di passo atteso ma prudente”.
Le nuove regole: limiti e test di rischio
Secondo quanto illustrato dalla Banca Centrale della Federazione Russa, i cittadini potranno comprare e vendere criptovalute solo attraverso piattaforme autorizzate e sotto stretto controllo delle autorità nazionali. “Abbiamo previsto dei limiti annuali sul volume – ha detto Nabiullina – calibrati in base al rischio degli investitori, valutato tramite test digitali preliminari”. Non è ancora chiaro a quanto ammontino questi limiti, ma fonti del settore parlano di una soglia che potrebbe oscillare tra 200.000 e 600.000 rubli l’anno (circa 2.000-6.000 euro). Ogni piattaforma dovrà far compilare ai clienti un questionario sulla propensione al rischio, un sistema già usato in altri settori finanziari, e solo chi supererà questa valutazione potrà operare su asset più volatili.
Un cambio di strategia rispetto al passato
Questo provvedimento segna una vera svolta rispetto alla linea dura mantenuta finora da Mosca. Fino ad oggi la Russia aveva vietato quasi del tutto le operazioni crypto ai privati, permettendo solo alcuni usi aziendali e poche sperimentazioni con asset digitali. Ora invece si apre la strada a un sistema controllato con l’obiettivo – sottolineano fonti interne – di “contrastare il ricorso a piattaforme offshore e tenere sotto controllo gli investimenti interni”. Alexei Guznov, direttore legale della banca centrale, spiega che “la pressione crescente del mercato e la diffusione dei wallet non tracciabili hanno reso necessaria una normativa più articolata”.
Reazioni delle principali banche e operatori
Le grandi banche russe non hanno tardato a reagire. Sberbank e VTB hanno espresso il loro apprezzamento per la decisione dell’autorità monetaria, sottolineando però la necessità di “regole chiare per proteggere gli utenti e contrastare il riciclaggio”. Il Ceo di Tinkoff Bank, Stanislav Bliznyuk, ha ammesso che questa mossa “potrebbe attirare nuovi clienti giovani”, ma ha aggiunto: “Serve chiarezza nelle procedure operative e soprattutto un quadro fiscale definito entro metà 2026”. I provider internazionali come Binance e Bitstamp restano invece fuori dal mercato russo; per entrare dovranno ottenere una licenza locale.
Un mercato in rapida crescita sotto osservazione
Secondo i dati dell’associazione nazionale degli operatori fintech (AFIN), sono più di 6 milioni gli utenti russi che già possiedono criptovalute. Di questi, almeno un terzo avrebbe usato exchange non autorizzati nell’ultimo anno. La Banca Centrale stima inoltre che il valore totale delle transazioni crypto dall’inizio del 2025 abbia superato i 600 miliardi di rubli, un balzo netto rispetto agli anni scorsi. Gli esperti osservano che la nuova regolamentazione potrebbe ridurre rischi legati a frodi e volatilità – almeno questa è l’intenzione del regolatore.
Cosa cambia dal 2026: opportunità e limiti
Il nuovo sistema entrerà in vigore da gennaio 2026, salvo ritardi legati alle consultazioni pubbliche ancora aperte. Da allora potranno operare solo gli exchange con server in Russia, con procedure KYC (“know your customer”) rafforzate e report regolari verso le autorità fiscali. Resteranno invece vietati i pagamenti diretti in crypto per beni o servizi nel Paese; le valute digitali saranno viste come strumenti d’investimento speculativo, non come moneta vera.
L’approccio della Banca Centrale Russa resta dunque prudente – Nabiullina l’ha detto con una battuta: “Non vogliamo spalancare le porte ai rischi sistemici, ma neanche lasciare milioni di cittadini fuori da un’evoluzione tecnologica ormai consolidata”. Nei prossimi mesi si aspettano dettagli tecnici più precisi, mentre le associazioni dei consumatori chiedono garanzie su trasparenza delle offerte e formazione per i nuovi investitori.
Solo allora si vedrà se questo compromesso russo tra libertà digitale e tutela pubblica cambierà davvero il volto del trading crypto nel Paese. Per ora resta comunque un primo passo concreto verso l’inclusione regolata dei cittadini nel mondo dei criptoasset.
