Con l’aumento del lavoro da remoto, le VPN mostrano i loro limiti: vulnerabilità, gestione difficile e rischi crescenti per la sicurezza aziendale.
Con la diffusione del lavoro ibrido e a distanza, l’uso delle VPN è diventato una consuetudine per milioni di lavoratori e aziende. Tuttavia, nel 2025 cresce la consapevolezza che questi strumenti non garantiscono più un livello di sicurezza sufficiente. Anzi, in molti casi rappresentano un punto debole facilmente sfruttabile da attacchi informatici.
Dalla creazione del World Wide Web, negli anni ’80, le informazioni online si sono moltiplicate e con esse anche le minacce digitali. I cybercriminali del 2025 non colpiscono più solo infrastrutture strategiche o grandi aziende: oggi, anche una piccola impresa con pochi dipendenti può essere il bersaglio di attacchi mirati, in particolare se utilizza VPN non aggiornate o configurate male.
Perché le VPN non bastano più a garantire la sicurezza aziendale
Una VPN (Virtual Private Network) consente agli utenti di connettersi da remoto a una rete aziendale, reindirizzando il traffico e criptandolo. Questo sistema, un tempo considerato efficace, presenta però diverse vulnerabilità che oggi non possono più essere ignorate.

1. L’accesso è troppo ampio e fragile
Una delle debolezze principali è che basta una sola credenziale rubata per accedere all’intera rete aziendale. Non esistono livelli intermedi: o si ha accesso completo o nessuno. Questo modello “tutto o niente” non è più compatibile con l’esigenza di segmentare gli accessi, ad esempio per fornitori esterni o collaboratori temporanei.
2. Non filtra dispositivi infetti o vulnerabili
Le VPN permettono di connettersi da qualsiasi dispositivo, anche non sicuro. Se un dipendente si connette da un computer compromesso, può trasferire virus, malware o trojan all’interno della rete aziendale senza che il sistema lo blocchi.
3. Facile bersaglio per i cybercriminali
Le truffe di phishing che rubano credenziali VPN sono in aumento. Secondo recenti report, oltre il 60% degli attacchi alle PMI nel 2024 è passato proprio da credenziali compromesse. I criminali puntano alla debolezza umana: una password riutilizzata o clic su un link sospetto possono bastare per compromettere tutto.
4. Gestione complessa e poco scalabile
Le VPN non sono semplici da amministrare. I team IT devono installare, aggiornare e gestire il software su ogni singolo dispositivo. Se solo un’installazione fallisce o non è aggiornata, si apre una vulnerabilità critica per tutta l’azienda.
Le alternative alle VPN nel 2025: soluzioni zero-trust e accesso remoto avanzato
Per rispondere alle nuove minacce, molte aziende stanno superando il modello VPN e adottando approcci più moderni come la sicurezza zero-trust e il software di accesso remoto.
La strategia zero-trust
Questo approccio prevede che nessun utente sia considerato affidabile per impostazione predefinita. Ogni richiesta di accesso viene verificata, autenticata e monitorata. Anche all’interno della stessa rete, l’accesso viene concesso solo in base al ruolo, al dispositivo e all’autenticazione a più fattori.
Questa filosofia, usata da Google, Microsoft e molte big tech, non elimina del tutto l’uso delle VPN, ma le circonda di barriere difensive, limitandone i rischi.
L’accesso remoto tramite software dedicati
Un’altra soluzione in forte espansione è l’uso di software di accesso remoto controllato, come Splashtop Enterprise, che nel 2025 è tra le opzioni più apprezzate dalle aziende europee.
Con questi strumenti, il dipendente non accede più all’intera rete, ma controlla direttamente il proprio PC aziendale da remoto, come se fosse fisicamente lì. In questo modo:
I dati restano sempre all’interno della rete aziendale
Il team IT può monitorare e limitare gli accessi per utente e dispositivo
È possibile intervenire in assistenza da remoto senza dover aprire la rete a rischi esterni
Questa soluzione non solo è più sicura, ma anche più semplice da gestire e scalabile per aziende di qualsiasi dimensione.