L’accordo più ambizioso di sempre nel settore cloud accelera la corsa globale all’intelligenza artificiale. ChatGpt cambia marcia.
OpenAI sigla una partnership da record con Oracle per espandere le proprie infrastrutture globali. Un’intesa che ridisegna gli equilibri del mercato AI nel 2025.
L’intelligenza artificiale non conosce rallentamenti. E ora entra in una nuova fase grazie a un accordo di portata storica: OpenAI ha scelto di affidare l’espansione dei propri data center ad Oracle, attraverso un investimento stimato in 300 miliardi di dollari. Un’intesa che non solo segna uno dei contratti più imponenti mai firmati nel settore cloud, ma lancia anche un messaggio chiaro sul futuro di ChatGpt e dell’intera AI generativa.
Il mercato globale dell’intelligenza artificiale è in fermento e la domanda di infrastrutture scalabili, sicure e ad alte prestazioni sta esplodendo. In questo scenario, Oracle si candida a diventare l’alleato strategico perfetto per accompagnare la crescita senza precedenti di OpenAI.
Perché l’accordo tra OpenAI e Oracle cambia tutto nel settore AI
La firma del contratto risale a settembre 2025, ma il lavoro congiunto era iniziato da mesi. L’obiettivo? Garantire a OpenAI l’accesso a risorse di calcolo massicce, indispensabili per sostenere l’uso sempre più intensivo di modelli come ChatGpt-5 e dei nuovi strumenti in fase di sviluppo.
Secondo fonti interne all’industria, i data center Oracle Cloud Infrastructure (OCI) ospiteranno parte delle operazioni critiche di OpenAI nei prossimi 10 anni. Le due aziende puntano a implementare architetture distribuite in grado di supportare milioni di richieste al secondo, con latenze ridotte e consumi energetici ottimizzati.

Una delle priorità del progetto è garantire la sostenibilità ambientale delle nuove infrastrutture. Oracle ha annunciato che il 100% dei data center coinvolti nell’accordo sarà alimentato da fonti rinnovabili, a partire dal secondo trimestre del 2026. Una scelta strategica che si allinea con la crescente attenzione dell’opinione pubblica sull’impatto ambientale dell’AI.
ChatGpt, nuovi orizzonti e l’ambizione di diventare uno standard globale
Dietro l’accordo si cela un obiettivo chiaro: rendere ChatGpt un’infrastruttura AI universale, integrata in aziende, istituzioni e servizi di ogni tipo. Già oggi, secondo i dati aggiornati al terzo trimestre 2025, oltre 1,8 miliardi di utentiutilizzano regolarmente ChatGpt, con una crescita del +42% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’investimento su larga scala permetterà di ridurre i tempi di risposta, migliorare la qualità dei modelli linguistici e abilitare nuove funzioni conversazionali, oggi in fase di test. Tra le più attese, un assistente cognitivo evoluto capace di elaborare comandi vocali complessi in tempo reale e un’interfaccia neurale sperimentale sviluppata in collaborazione con partner esterni.
Anche il settore enterprise è nel mirino: OpenAI e Oracle stanno sviluppando ambienti dedicati alle aziende, in grado di elaborare dati interni senza mai uscire da ecosistemi chiusi, garantendo privacy, sicurezza e conformità normativa. Questa mossa punta ad attrarre clienti nel settore sanitario, finanziario e governativo, dove i requisiti di riservatezza sono estremi.
Il contratto da 300 miliardi di dollari firmato tra OpenAI e Oracle è più di una semplice collaborazione commerciale. È l’inizio di una nuova fase dell’evoluzione dell’intelligenza artificiale, dove l’infrastruttura non è solo un supporto tecnico, ma diventa parte integrante della strategia globale. Le prossime mosse saranno decisive per comprendere se l’AI saprà davvero mantenere la promessa di migliorare la vita quotidiana o se resterà confinata in ambiti iper-specialistici. Ma una cosa è certa: la battaglia per la supremazia tecnologica è appena cominciata.