Musk, Twitter e il dominio X.com comprato nel 2017. Era tutto calcolato?

Aveva ringraziato pubblicamente Paypal con un tweet per avergli rivenduto il dominio “X.com”. Era il 2017 e quella di Elon Musk sembrava solo un’operazione nostalgia seppur a caro prezzo. Già, perché l’imprenditore sudafricano da sempre coltiva un rapporto speciale con la “X”. Nell’impero del miliardario c’è infatti il colosso dello spazio “SpaceX” e “X Corp” è il nuovo nome commerciale dato a Twitter dopo aver acquistato la piattaforma lo scorso anno per 44 miliardi di dollari. Perfino uno dei suoi otto figli, il piccolo X Æ A-12, in famiglia viene chiamato “X”.

La storia dietro al dominio “X.com”

Dopo l’addio al logo con l’uccellino blu sostituito da una X, è legittimo dunque chiedersi se non si sia trattato di una strategia pianificata da tempo. Da lunedì scorso il dominio “X.com” riacquistato sei anni fa rimanda direttamente a Twitter.

Musk lo aveva registrato oltre vent’anni fa. Era il 1999 e il futuro capo di Twitter si lanciava in una delle sue prime avventure imprenditoriali, la “X.com” appunto, una società di servizi finanziari online. Già l’anno successivo si consumava il passaggio – dopo una fusione con Confinity Inc – di X.com a PayPal. Nel 2002 la piattaforma di pagamenti online vieniva veduta a eBay e Elon Musk lasciava la società con una ricca buonuscita.

Quando nel 2017 il capo della Tesla rientra in possesso del dominio dichiara di non avere “al momento piani” limitandosi a sottolineare il “grande valore sentimentale” dell’operazione.

Tweet di Elon Musk su riacquisto del dominio x.com
Immagine | Twitter @elonmusk

La rivoluzione di Musk

Gli sviluppi successivi sono cronaca di questi giorni. Il rebranding di Twitter è solo l’ultimo di una serie di controversi cambiamenti decisi da Musk da quando ha acquistato lo scorso anno la piattaforma social. A spiegare il piano che c’è dietro è stato lo stesso imprenditore: trasformare il social network in una piattaforma più ampia per le comunicazioni e le transazioni finanziarie. In pratica una “app per tutto”.

Come le precedenti, anche l’ultima novità targata Musk non ha mancato di attirare molte critiche. Una fra tutte, la stroncatura dell’ex dirigente di Twitter Jason Goldman: “Non ha molto senso sostituire un marchio riconosciuto a livello globale con un simbolo generico”.

A mostrare grande entusiasmo per il nuovo corso inaugurato dal miliardario di Petroria è invece la nuova amministratrice delegata della piattaforma social Linda Yaccarini: “X è lo stato futuro dell’interattività illimitata – incentrata su audio, video, messaggistica, pagamenti/attività bancarie – che crea un mercato globale per idee, beni, servizi e opportunità. Alimentata dall’intelligenza artificiale, X ci collegherà tutti in modi che stiamo appena iniziando a immaginare”, ha scritto neanche a dirlo su Twitter.

La concorrenza di Threads: la nuova funzione “following”

Mentre Musk riplasma il social network fondato da Jack Dorsey, la concorrenza non sta a guardare. A cominciare da Mark Zuckerberg, che all’inizio di luglio ha lanciato una nuova applicazione, Threads, che punta a soppiantare la creatura di Musk. A gran richiesta, ieri il capo di Meta ha annunciato l’introduzione di una nuova funzione che rende il social network a ancora più simile al rivale Twitter. Si tratta della scheda “following”, che permette agli utenti di personalizzare la propria esperienza sulla piattaforma visualizzando solo i contenuti delle persone che seguono.

Secondo un’analisi della società di ricerche data.ai, Threads ha raggiunto oltre 150 milioni di download dal lancio lo scorso 5 luglio anche se da qualche giorno ha iniziato a registrare un calo nel numero di utenti giornalieri e del tempo speso sulla piattaforma.

Gestione cookie