Il segreto della sicurezza del tuo telefono non è un’app, ma un gesto che non fai mai (e che ti salverà da brutte sorprese)

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Non spegni mai il telefono? Errore grave!-cryptohack.it

Franco Vallesi

2 Ottobre 2025

La National Security Agency avverte: un semplice riavvio settimanale dello smartphone può bloccare vulnerabilità ignote già sfruttate dai criminali informatici.

Molti utenti non ricordano l’ultima volta in cui hanno spento il proprio telefono. Eppure, secondo la National Security Agency (Nsa), farlo regolarmente potrebbe fare la differenza tra un dispositivo sicuro e uno esposto agli attacchi. In un documento ufficiale, l’agenzia statunitense ha raccomandato di spegnere lo smartphone almeno una volta ogni sette giorni, sia che si tratti di un iPhone sia di un dispositivo Android.

Non si tratta di una precauzione banale: questa semplice operazione può interrompere eventuali flussi di dati che sfruttano vulnerabilità non ancora corrette dai produttori.

Perché un riavvio può fermare gli attacchi zero-day

Secondo la Nsa, il consiglio nasce dall’osservazione di come agiscono gli exploit zero-day, cioè falle di sicurezza che non sono ancora state riconosciute o corrette da Apple, Google o altri produttori. Queste vulnerabilità vengono scoperte prima dai criminali informatici, che possono utilizzarle per accedere a dati sensibili e trasmetterli all’esterno senza che l’utente se ne accorga.

Come difendersi da attacchi
Perchè spegnere almeno una volta a settimana può salvare il tuo telefono-cryptohack.it

La caratteristica che rende pericolosi gli zero-day è proprio il fatto che non esiste ancora un aggiornamento in grado di bloccarli. Gli sviluppatori, non essendo a conoscenza della falla, non hanno il tempo di predisporre patch o correzioni. In questo scenario, il riavvio settimanale dello smartphone diventa un modo semplice per ridurre il rischio. Spegnendo e riaccendendo il dispositivo, eventuali processi malevoli che hanno sfruttato la vulnerabilità vengono interrotti, bloccando almeno temporaneamente la trasmissione dei dati ai server degli attaccanti.

La Nsa precisa anche che il tempo massimo consigliato di accensione continua di uno smartphone non dovrebbe superare le 168 ore, cioè una settimana. Andare oltre significa offrire una finestra temporale più ampia a possibili intrusioni invisibili. È un accorgimento minimo, ma sufficiente a ridurre una parte dei rischi legati alle falle più subdole.

Le altre buone pratiche di sicurezza da seguire

Il documento della Nsa non si limita al consiglio sul riavvio. L’agenzia ha ribadito una serie di buone pratiche che ogni utente dovrebbe adottare per proteggere i propri dispositivi, già note da tempo ma spesso ignorate nella vita quotidiana.

Innanzitutto, mantenere aggiornato il software: sia i sistemi operativi sia le app ricevono periodicamente aggiornamenti che contengono correzioni di sicurezza. Ritardarne l’installazione significa esporsi a rischi evitabili. Fondamentale anche la scelta di password robuste, meglio se gestite con un password manager, e l’attivazione di sistemi di autenticazione biometrica, come il riconoscimento facciale o l’impronta digitale.

Un altro punto critico riguarda la connettività. Collegarsi a reti Wi-Fi pubbliche senza utilizzare una Vpn resta una delle principali vie d’accesso per i criminali. Allo stesso modo, lasciare attivi Bluetooth, Gps o Nfc quando non servono apre possibili canali di comunicazione indesiderati. La raccomandazione è di disattivarli quando non sono strettamente necessari.

La Nsa ricorda poi la regola più semplice: non cliccare mai link sospetti provenienti da mittenti sconosciuti. Un clic sbagliato può portare all’installazione di malware o al furto di credenziali. Per una protezione aggiuntiva, viene consigliato l’uso di un software antivirus, capace di individuare comportamenti anomali o file dannosi.

Il riavvio settimanale, pur non essendo una soluzione definitiva, ha un ulteriore vantaggio: permette al telefono di completare aggiornamenti pendenti, liberare risorse occupate e risolvere errori temporanei. Oltre a proteggere dai flussi di dati malevoli, può quindi migliorare la stabilità generale del dispositivo.

In sintesi, nessuna di queste pratiche garantisce la protezione assoluta, ma adottarle insieme riduce significativamente le possibilità di cadere vittima di attacchi. Il messaggio della Nsa è chiaro: la sicurezza non si ottiene solo con grandi sistemi informatici, ma passa anche da piccoli gesti quotidiani che ogni utente può compiere.

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