Roma, 27 novembre 2025 – **Un’indagine su quasi 4.000 persone ha tracciato con chiarezza le età in cui il cervello umano cambia in modo significativo**, dall’infanzia fino alla vecchiaia. Lo studio, pubblicato ieri su *Nature Neuroscience*, mette ordine in dati che, come spiegano gli stessi autori, «spostano più avanti i confini di quello che sappiamo su come e quando la mente si trasforma».
## **Le tappe del cervello: dai primi anni alla maturità**
Gli scienziati hanno notato che **alcuni cambiamenti nel cervello arrivano con una precisione sorprendente**. Intorno ai 6 anni si assiste a un rapido rafforzamento delle connessioni nervose che regolano le capacità di apprendere. Poco dopo, tra gli 11 e i 13 anni, nella preadolescenza, secondo il gruppo guidato dal professor Lars Westlye dell’Università di Oslo, «avviene una vera riorganizzazione delle aree legate all’elaborazione delle emozioni e alle relazioni sociali». È una di quelle svolte silenziose ma fondamentali.
Il gruppo ha lavorato per più di quattro anni, sottoponendo **3.982 persone a risonanza magnetica** in una decina di centri clinici sparsi in Europa. I partecipanti avevano un’età compresa tra i 4 e gli 89 anni. «Volevamo capire quando alcune parti del cervello smettono di crescere e iniziano invece a diminuire», spiega Westlye.
## **I “giri di boa” della mente: adolescenza e oltre**
La ricerca mette in evidenza come **la corteccia prefrontale**, la zona del cervello responsabile del ragionamento e della pianificazione, continui a svilupparsi fino a circa i 25 anni. Solo allora si raggiunge una sorta di equilibrio: è il momento in cui funzioni come la memoria di lavoro e la capacità decisionale toccano il loro massimo. Ma non finisce qui. Il cervello resta sempre flessibile e vivo.
A partire dai 45-50 anni, però, secondo gli esami morfologici, si iniziano a vedere lievi riduzioni dello spessore corticale, soprattutto nelle aree che controllano attenzione e impulsi. «Non vuol dire perdere lucidità – precisa la neuropsicologa Francesca Moretti dell’Università Cattolica di Milano – ma si notano piccoli cali in certe prestazioni». Sono sfumature, non crolli.
## **Dalla tarda età adulta alla vecchiaia: cosa succede davvero**
Gli studiosi hanno scoperto **una nuova soglia intorno ai 65 anni**. Da quel momento alcune funzioni – come la rapidità nel prendere informazioni nuove – rallentano più visibilmente. Ma le capacità legate all’esperienza e al vocabolario restano stabili o addirittura migliorano fino ai 70-75 anni. Un dato spesso dimenticato quando si parla di cervelli anziani.
Lo studio mette in luce anche differenze tra persone legate sia ai geni sia allo stile di vita. Chi tiene uno stile sano – dieta equilibrata, attività fisica regolare, rapporti sociali attivi – mostra un rallentamento minore nel declino cognitivo. Non sono solo numeri: tra le cartelle cliniche ci sono storie reali di persone che a 80 anni continuano a lavorare o a coltivare passioni culturali con energia.
## **Implicazioni pratiche e nuove domande**
Le conclusioni degli scienziati scandinavi aprono la strada a passi avanti nella prevenzione e nella diagnosi precoce delle malattie neurodegenerative. «Conoscere le età in cui il cervello cambia più rapidamente – dice Westlye – aiuta a mettere a punto interventi mirati e anticipare problemi». Si parla già da tempo, tra gli specialisti, di screening personalizzati che partono dai 40 anni.
Resta aperto il tema dei fattori protettivi: se da un lato si vede chiaramente che studiare e mantenere attiva la mente rafforza le reti nervose, dall’altro non è ancora chiaro quanto si possa davvero ritardare il cambiamento profondo del cervello con l’età. In attesa di risposte definitive – e nuovi studi già annunciati su popolazioni fuori dall’Europa – c’è una cosa certa: **il cervello cambia per tutta la vita**, ma lo fa seguendo tempi diversi per ognuno.
«Non serve avere paura di queste fasi – conclude la dottoressa Moretti – piuttosto dobbiamo imparare a riconoscerle». Forse questo è il messaggio più importante: ogni età ha il suo modo di restare lucida.