Milano, 24 dicembre 2025 – Come ogni anno, alla vigilia di Natale torna in tv “Una poltrona per due”, la commedia cult del 1983 con Eddie Murphy e Dan Aykroyd. La trama e le battute sono ormai note a tutti, ma non tutti ricordano bene quel finale al cardiopalma nella Borsa di New York: una sequenza veloce e piena di colpi di scena che ha reso il film un classico natalizio, anche per la sua ironica lezione sulla finanza.
Dietro al colpo di scena in Borsa
È la mattina del 2 gennaio, a Wall Street, subito dopo le feste. Qui si consuma la rivincita di Billy Ray Valentine (Murphy) e Louis Winthorpe III (Aykroyd) contro i fratelli Duke, i magnati che li avevano usati per una scommessa. I due, insieme a Ophelia (Jamie Lee Curtis) e Coleman (Denholm Elliott), mettono le mani su un rapporto segreto sul raccolto d’arance prima degli avversari. L’atmosfera si fa tesa: corridoi affollati, occhi fissi sugli schermi, agenti di cambio pronti a scattare. È l’America degli anni ’80 con tutti i suoi eccessi.
La notte prima c’è stato un treno malandato e una valigetta scambiata – piccoli dettagli che solo verso sera trovano senso. “Dovevamo muoverci prima di loro”, dice Valentine sopra il frastuono. L’obiettivo è chiaro: anticipare i Duke usando quelle informazioni riservate.
Il gioco di Murphy e Aykroyd: vendere caro per comprare a poco
La scena più intensa è quella della vendita dei contratti futures sulle arance congelate. I fratelli Duke, convinti che il raccolto sarà scarso (grazie alle notizie false messe in circolo da Billy Ray e Louis), ordinano ai loro broker di comprare grandi quantità puntando su un rialzo dei prezzi. Intanto Murphy e Aykroyd fanno il contrario: iniziano a vendere contratti che non possiedono (lo “short selling”), facendo salire i prezzi e attirando ancora più acquirenti.
Nel pit della borsa si sentono urla, gesti frenetici, fogli strappati. Il regista John Landis si sofferma sui dettagli: mani nervose, sudore sulla fronte, sguardi complici. “Lì si decide tutto in pochi minuti”, racconterà anni dopo Dan Aykroyd.
Il colpo finale ai fratelli Duke
Poi arriva l’annuncio ufficiale del Dipartimento dell’Agricoltura: il raccolto è normale – “Il raccolto non ha subito danni”, dice lo speaker – e la bolla scoppia. Il prezzo delle arance precipita. È il momento in cui tutto si capisce: Billy Ray e Louis cominciano a comprare future a prezzi bassissimi dagli stessi Duke che, per evitare guai peggiori, sono costretti a vendere in perdita, accumulando debiti enormi.
Un particolare non passa inosservato: durante questo caos il telefono dei Duke squilla senza sosta. “Vogliamo i nostri soldi!”, urla uno dei creditori. È il crollo definitivo: fallimento immediato. Nel film vediamo i due magnati sgomenti mentre Valentine e Winthorpe brindano alla loro vittoria.
Il gran finale con Eddie Murphy e Dan Aykroyd
Finita la partita, la scena si sposta su una spiaggia tropicale. Murphy e Aykroyd, ormai amici e soci in affari, festeggiano con Ophelia e Coleman. Champagne in mano, sdraiati su sedie sotto il sole cocente. “Siamo ricchi!” esclama Valentine ridendo. Winthorpe abbraccia Ophelia; Coleman serve da bere con un sorriso appena accennato.
“Abbiamo avuto quello che ci spettava”, dice Winthorpe nell’ultimo scambio di battute. Nessuna morale buonista; piuttosto una chiusa sarcastica sul denaro e sulla giustizia sociale – temi tipici delle commedie americane degli anni ’80.
Perché quel finale conquista ogni Natale
Non è solo l’atmosfera festiva o la comicità degli attori a tenere incollato il pubblico italiano ogni vigilia sotto l’albero. Il fascino vero sta nella beffa finanziaria giocata da due outsider contro i potenti della finanza stessa. Tra panettone e brindisi si rivede ogni anno quella sequenza finale chiedendosi se davvero sia possibile battere Wall Street con furbizia e sangue freddo.
Dal 1997 il film va in onda senza interruzioni sulle reti Mediaset proprio il 24 dicembre sera. E così ogni anno torna la stessa domanda: chi ride per ultimo? Anche stavolta la risposta è nelle mani – anzi nelle battute – di Eddie Murphy e Dan Aykroyd, simboli di un Natale tutto fuorché scontato.
