Zurigo, 23 dicembre 2025 – Negli ultimi giorni il gruppo svizzero ETHZilla ha messo in vendita una buona fetta dei propri Ethereum, per un controvalore che si aggira intorno ai 74,5 milioni di dollari. La mossa, annunciata con l’obiettivo di ridurre il livello di debito accumulato, è stata messa a segno lunedì sera con una serie di operazioni tracciate sulla blockchain. Si tratta di una delle prime risposte concrete da parte delle cosiddette treasury — i forzieri digitali dei grandi protagonisti del settore — alla crescente volatilità che ha scosso il mercato delle criptovalute nelle ultime settimane.
Pressioni di mercato e scelte difensive
Le prime informazioni raccolte da alanews.it indicano che la scelta di ETHZilla nasce in un momento in cui l’attenzione è alta sulla gestione finanziaria interna delle realtà più importanti nell’ecosistema Ethereum. Fonti vicine alla società hanno spiegato che la vendita era necessaria per “riportare il rapporto debito/capitale a livelli più sostenibili”, soprattutto dopo le recenti oscillazioni del prezzo di ETH — sceso temporaneamente sotto quota 2.100 dollari domenica mattina, prima di risalire oltre i 2.200 nelle ore successive.
Un portavoce dell’azienda, raggiunto al telefono, ha sottolineato che “la decisione di liquidare parte degli asset digitali segue un approccio prudente, in linea con le migliori pratiche per garantire sostenibilità nel lungo periodo”. Nessun motivo per allarmarsi, insomma. Eppure, la notizia ha fatto subito rumore nel settore: alcuni analisti hanno letto questo passo come un primo vero test per la solidità delle treasury su Ethereum, messe sotto pressione dal trend ribassista.
Effetti immediati sul mercato e sulle altre treasury
Nel dettaglio, i movimenti legati al wallet ufficiale di ETHZilla sono stati registrati su Etherscan tra le 21:40 e le 22:10 di lunedì, con vari trasferimenti da circa 10 milioni di dollari ciascuno verso exchange centralizzati come Binance e Coinbase. Poco dopo, il prezzo di ETH ha mostrato una leggera flessione — niente di anomalo per ora, ma abbastanza per far scattare qualche commento preoccupato su forum specializzati.
Tra operatori e osservatori non sono mancati dubbi sulla “tenuta” delle altre treasury. La maggior parte dei grandi detentori istituzionali di Ethereum — dai dati pubblici — continua a detenere riserve sopra i 500 milioni di dollari; eppure, la rapidità con cui è stata liquidata una porzione così rilevante ha messo molti in allarme. “Siamo in un momento in cui avere liquidità può fare la differenza tra restare a galla o esporsi a rischi sistemici”, ha commentato Jean-Pierre Krugman, analista di Swiss Crypto Analytics.
La reazione della community Ethereum
La comunità internazionale di Ethereum ha reagito alla mossa di ETHZilla con sentimenti contrastanti. Alcuni sviluppatori hanno minimizzato l’accaduto (“è solo normale gestione patrimoniale”, ha scritto su X l’ingegnere britannico Marcus Leed), mentre altri mostrano preoccupazione per possibili effetti a catena. “Le treasury più piccole potrebbero sentirsi costrette a seguire lo stesso percorso”, ha confidato in privato un contributor italiano, “specialmente se dovesse aumentare la pressione dei creditori”.
Nel frattempo sui social si è acceso il dibattito fin dalla notte: c’è chi teme un effetto domino e chi invece invita alla calma. Diversi osservatori ricordano come un episodio simile si sia già verificato a fine 2022, quando un’altra società vendette circa 40 milioni in ETH senza provocare grandi problemi al network.
Strategie per il futuro e scenari aperti
Dopo questa vendita firmata da ETHZilla, si guarda ora alle mosse future delle altre grandi treasury legate all’universo Ethereum. È forse l’inizio di una stagione fatta di dismissioni più frequenti? Gli esperti invitano alla cautela. “Finché i prezzi restano nella forchetta attuale non vedo rischi immediati”, spiega Marta Villani, docente di finanza digitale all’Università di Ginevra. Ma resta la domanda chiave: quanto potrà reggere la strategia dei tesoretti digitali in un mercato così instabile?
Gli operatori sono in attesa. Molti sottolineano che nei prossimi mesi bisognerà tenere d’occhio i bilanci delle società più esposte, anche per evitare reazioni emotive da parte degli investitori meno esperti. In questo quadro sempre più fluido una cosa sembra certa: chi oggi detiene grandi riserve dovrà essere più trasparente sulle strategie adottate — lo chiedono ormai tutti gli stakeholder dell’ecosistema crypto.
Per ora ETHZilla preferisce mantenere un profilo basso. E mentre i dati on-chain raccontano ogni singolo movimento dei wallet coinvolti, gli occhi del settore restano puntati sulle prossime mosse dei grandi detentori digitali.
