Goldman Sachs, Nasdaq e altri colossi della finanza stanno abbracciando la blockchain: la tokenizzazione degli asset è sempre più vicina al mercato tradizionale.
Una rivoluzione silenziosa sta cambiando i mercati: le più grandi istituzioni finanziarie al mondo stanno migrando verso la blockchain. E questa volta non si tratta solo di teoria.
L’infrastruttura dei mercati finanziari globali è a un bivio. Il 2025 segna un momento chiave nella transizione verso il mondo onchain, con una serie di mosse concrete da parte di gruppi storici come Goldman Sachs, Nasdaq, Galaxy Digital e molti altri. La tokenizzazione dei capitali, una volta vista come un sogno degli appassionati crypto, sta diventando un’ipotesi reale per la finanza tradizionale.
Galaxy, Nasdaq e Goldman: perché il 2025 è l’anno decisivo per la finanza onchain
Negli ultimi mesi, segnali concreti stanno mostrando una direzione chiara: portare i mercati finanziari sulla blockchain. Un progetto che fino a poco tempo fa sembrava remoto, ma che ora sta diventando materia concreta di lavoro per regolatori, banche e borse.
Mark Wilson, dirigente di Goldman Sachs, ha dichiarato pubblicamente che il mercato dei capitali USA potrebbe presto essere completamente integrato su blockchain. Un’affermazione che, pur lasciando intendere che c’è ancora molto da costruire, testimonia il livello di maturità raggiunto dal settore.

In parallelo, la Nasdaq ha avviato le pratiche con la SEC per tokenizzare le proprie azioni, segnando una svolta epocale: la borsa più importante del mondo si prepara a spostare parte dei suoi asset onchain, creando un precedente di enorme impatto.
Nel frattempo, Galaxy Digital, in collaborazione con altri operatori, ha già portato le sue azioni sulla blockchain, dimostrando nei fatti che questa rivoluzione è già possibile con le tecnologie attuali. Anche se non è il player più rilevante a livello globale, Galaxy mantiene rapporti solidi con i principali fondi USA ed è un apripista che potrebbe attirare molti altri.
Gli exchange crypto si preparano: trading e titoli su blockchain
Oltre alla finanza istituzionale, anche gli exchange crypto stanno lavorando per facilitare il passaggio verso mercati tokenizzati. Piattaforme come Kraken, Bitget e altri operatori stanno testando strumenti che permettono di scambiare titoli azionari tokenizzati in tempo reale, con un’efficienza superiore rispetto agli attuali mercati centralizzati.
Queste iniziative mirano a dimostrare la superiorità del sistema onchain in termini di velocità, trasparenza e accessibilità, elementi che potrebbero rivoluzionare l’intero comparto finanziario se implementati su larga scala.
A sorprendere è anche l’approccio comunicativo: oggi non si parla più solo a investitori crypto, ma anche a banche, fondi e gestori tradizionali, con proposte concrete per migrare porzioni dei propri asset digitali in ambienti regolamentati ma decentralizzati.
Ethereum, Solana e le altre chain: chi vincerà la corsa alla finanza istituzionale
La domanda ora è una sola: quali blockchain saranno scelte per supportare questa migrazione? Al momento, Ethereum resta la candidata principale. È la rete più liquida, con standard consolidati e supporto da parte di moltissimi sviluppatori e integratori.
Dietro di lei, Solana sta guadagnando terreno, complice un’attività intensa sul piano delle relazioni istituzionali negli Stati Uniti, dove ha recentemente aperto un proprio ufficio di rappresentanza per supportare l’adozione tra i grandi operatori.
Non va dimenticata Avalanche, già coinvolta in alcuni progetti pilota per la tokenizzazione di bond, così come i layer 2su Ethereum, che promettono scalabilità e bassi costi, ideali per un’adozione su vasta scala.
Anche Ripple, nonostante le difficoltà regolatorie negli USA, sta spingendo progetti simili in Asia e Medio Oriente, dove la tokenizzazione degli asset bancari ha già superato la fase sperimentale.
Nel mezzo di questa rivoluzione, l’Europa appare ancora ferma al palo. La presenza di regolatori multipli, la lentezza nell’applicazione delle regole del MiCA, e l’assenza di un’infrastruttura condivisa per la tokenizzazione degli asset finanziari rischiano di lasciare il Vecchio Continente fuori dalla competizione.
Alcuni segnali incoraggianti arrivano da banche private e istituti d’investimento del Nord Europa, che hanno iniziato a esplorare la tokenizzazione dei bond aziendali, ma siamo ancora lontani dai livelli visti negli Stati Uniti.
Cosa cambia davvero per gli investitori?
Per gli investitori retail, almeno inizialmente, poco o nulla sarà percepibile. La vera rivoluzione sarà nell’infrastruttura. Ma ciò non significa che non ci saranno ripercussioni: se una borsa come Nasdaq dovesse scegliere una blockchain specifica, la visibilità e la fiducia su quella rete crescerebbero in modo esponenziale.
Il pubblico potrebbe non accorgersi immediatamente di cosa accade “sotto il cofano”, ma la migrazione dei mercati finanziari su blockchain cambierà le regole del gioco. E chi saprà anticipare le scelte dei grandi operatori, potrebbe trovarsi nella posizione giusta al momento giusto.
La pubblicità indiretta a queste blockchain sarà enorme. Un effetto domino innescato da decisioni istituzionali che si rifletteranno anche sulle valutazioni di mercato, sullo sviluppo di nuovi strumenti finanziari e sulla trasformazione dell’intermediazione classica.