Milano, 24 dicembre 2025 – Bitcoin e oro si muovono in direzioni opposte sui mercati finanziari, riaccendendo nelle ultime settimane il confronto acceso tra chi crede nelle criptovalute e chi punta invece agli investimenti tradizionali. Da un lato il Bitcoin registra una serie di ribassi che hanno portato il valore ben lontano dai picchi dello scorso anno. Dall’altro, l’oro continua la sua scalata raggiungendo nuovi massimi storici proprio negli ultimi giorni. Secondo gli esperti di Piazza Affari, questa dinamica riflette sia le incertezze dell’economia globale sia un cambiamento nei modi di investire.
Bitcoin in calo: è un segnale di sfiducia?
Il prezzo del Bitcoin è sceso nelle ultime settimane sotto quota 39.000 dollari, segnando un calo del 18% rispetto a novembre. Gli analisti di Intesa Sanpaolo, sentiti ieri mattina, hanno spiegato che “il mercato mostra nervosismo verso gli asset più volatili. La spinta speculativa che aveva alimentato le criptovalute si sta smorzando”. Solo otto mesi fa il Bitcoin superava quota 73.000 dollari, scatenando nuovo entusiasmo tra i piccoli risparmiatori. Oggi però la musica è cambiata: “Il rischio percepito è più alto – dice Martina Foschi, strategist di Banca Mediolanum – e molti preferiscono investire in asset più solidi”.
Nei forum finanziari italiani non mancano quelli che vedono nel calo un’occasione per comprare, ma l’umore dominante è quello della prudenza. Dai dati CoinMarketCap aggiornati a ieri sera emerge che il volume delle transazioni in criptovaluta è calato del 22% rispetto all’inizio del mese.
Oro in crescita: nuovi record nei mercati globali
Nel frattempo l’oro ha toccato quota 2.450 dollari l’oncia a Londra lunedì scorso, segnando un nuovo massimo storico. Un livello che, come spiega il World Gold Council, non si vedeva da quasi due anni. “Si sta assistendo a un flusso crescente di capitali verso beni rifugio”, osserva Gianluca Riva, consulente finanziario con ufficio in zona Porta Nuova a Milano. “Con i tassi alti e le tensioni geopolitiche tra Medio Oriente e Occidente, gli investitori tornano su ciò che considerano sicuro”.
Ieri il listino del Comex ha registrato un aumento degli scambi del 16% rispetto alla media degli ultimi tre mesi. Un dato che non è sfuggito agli operatori milanesi: “Sono movimenti che confermano la tendenza a lasciare titoli più rischiosi”, spiega una trader della City che ha preferito restare anonima.
Tensioni internazionali e inflazione: cosa spinge i capitali
Sul piatto ci sono le tensioni globali, i dubbi sulle prossime mosse della Federal Reserve e la continua preoccupazione per l’inflazione in Europa e Stati Uniti. “Gli investitori stanno rivedendo la loro esposizione ai titoli tech e alle valute digitali”, sottolinea Lorenzo Bini Smaghi in una recente intervista al Sole 24 Ore. “Quando la volatilità cresce, si cerca rifugio nei beni tradizionali”.
Le ultime cifre Eurostat sul carovita nell’area euro indicano una crescita dei prezzi al consumo del 3,1% annuo a novembre, mentre negli USA l’indice CPI segna +3,5%. Numeri che pesano sulle scelte degli investitori istituzionali.
Lo scontro tra sostenitori di Bitcoin e oro torna protagonista
Non mancano le reazioni contrastanti sui social e nei blog specializzati. Da una parte chi crede ancora nel potenziale di Bitcoin come alternativa digitale all’oro – “La tecnologia blockchain è una rivoluzione inarrestabile”, scrive un utente su Twitter – dall’altra chi interpreta i recenti ribassi come prova della fragilità delle criptovalute.
Andrea Ferrari, analista indipendente, cerca di fare chiarezza: “La differenza tra oro e Bitcoin va vista anche alla luce dei diversi cicli economici. L’oro segue logiche antiche; le criptovalute dipendono dai trend tecnologici e dalle decisioni delle banche centrali”. Una partita ancora tutta aperta.
Strategie diverse e scenari da tenere d’occhio
Alcuni addetti ai lavori vedono nei movimenti recenti segnali di un riassetto profondo degli asset rischiosi nel mondo. Nei desk delle banche d’affari milanesi si valuta anche l’ipotesi che la correzione del Bitcoin sia solo temporanea: “Tutto dipenderà dalle mosse della Fed e dall’evoluzione dell’inflazione”, riflette un gestore italiano con occhi puntati sugli Stati Uniti.
Per ora l’oro ha superato nettamente Bitcoin nelle performance dell’anno – +14% contro -7%, secondo Bloomberg. Resta da vedere se il 2026 porterà novità o se consoliderà il ritorno ai classici beni rifugio. Di certo il confronto resta vivo tra chi crede ancora nella rivoluzione digitale e chi preferisce la sicurezza dei lingotti custoditi nei caveau delle banche centrali.
