New York, 25 dicembre 2025 – USD1, la stablecoin legata al dollaro e associata al movimento di Donald Trump, ha messo a segno un balzo notevole, aumentando la sua capitalizzazione di 150 milioni di dollari negli ultimi giorni. Merito soprattutto di un nuovo programma yield su Binance, una delle piattaforme di scambio crypto più grandi al mondo. L’annuncio, arrivato nella mattinata del 23 dicembre, ha scatenato una reazione immediata: in meno di due giorni, il valore totale nei wallet USD1 è salito a 380 milioni, partendo dai circa 230 della settimana precedente.
Binance spinge con il programma yield
La novità di Binance si traduce in una formula di “savings flessibili” che permette agli utenti di bloccare USD1 e incassare un rendimento variabile, ora intorno al 4-5% annuo. L’idea è semplice: offrire una via sicura per “parcheggiare” le proprie criptovalute in un momento in cui i mercati sono sempre più turbolenti. “Abbiamo notato un interesse crescente per stablecoin con legami politici e finanziari americani”, spiega un portavoce della piattaforma. “USD1 sta attirando attenzione sia tra gli investitori comuni che quelli istituzionali”.
Il programma era stato anticipato già a fine novembre, ma l’attivazione vera e propria è arrivata proprio a ridosso del Natale. Nei gruppi Telegram dedicati a USD1, il clima è subito diventato positivo: tanti utenti hanno condiviso screenshot dei depositi, mettendo in evidenza la rapidità con cui i fondi vengono accreditati. Qualche dubbio però non manca. In particolare sul fatto che il tasso d’interesse possa cambiare già da gennaio.
Dietro USD1 c’è la campagna Trump
La storia di USD1 è molto chiara: la stablecoin è nata nel giugno 2024, proprio durante la campagna elettorale americana. Dietro c’è un gruppo di investitori vicini al Partito Repubblicano e – almeno ufficialmente – con il benestare dello staff dell’ex presidente Donald Trump. “Questa stablecoin vuole dimostrare che esiste un’alternativa alle soluzioni controllate dalle grandi aziende tech”, spiegava all’epoca il portavoce del comitato finanziario della campagna. Finora USD1 ha mantenuto il suo valore ancorato uno a uno col dollaro, grazie alla custodia delle riserve presso la Silvergate Bank e altri intermediari americani.
Secondo i dati ufficiali, gli indirizzi attivi sono oltre 230mila, mentre il volume giornaliero delle transazioni oscilla tra i 40 e i 60 milioni di dollari. Curioso notare come nelle ultime settimane siano aumentate le operazioni dirette tra wallet statunitensi e alcune società con sede a Dubai, come rilevato da Chainalysis. Per gli esperti si tratta di un segnale della diffusione della stablecoin anche fuori dagli Stati Uniti.
Cosa cambia nel mercato delle stablecoin
L’aumento improvviso della capitalizzazione di USD1 non è passato inosservato ai big del settore. La stablecoin resta comunque lontana dai colossi come USDT (Tether) e USDC (Circle), ma la crescita messa a segno nell’ultima settimana ha superato quella dei concorrenti diretti. “Se questa tendenza dovesse continuare anche dopo le feste, potremmo vedere un effetto domino su altri prodotti simili”, commenta Rebecca Wu, analista crypto per MarketPulse.
Nel mondo delle criptovalute non mancano opinioni contrastanti. “Le stablecoin legate alla politica rappresentano una nuova fase per il mercato – scrive via X l’investitore Nick Damico – ma restano molto sensibili ai capricci del clima elettorale e alle decisioni delle autorità”. Infatti SEC e Federal Reserve hanno avviato indagini preliminari su diverse stablecoin negli ultimi mesi; però per ora USD1 non risulta coinvolta in procedimenti ufficiali.
Tra entusiasmi e segnali d’allarme
Guardando oltre l’entusiasmo del momento, molti osservatori lanciano qualche avvertimento sulla velocità con cui USD1 sta crescendo. Un punto critico riguarda la trasparenza nella gestione delle riserve: finora sono stati pubblicati audit mensili da parte della società Grant & Co., ma non tutte le informazioni sarebbero controllabili da enti indipendenti. “Serve chiarezza sui meccanismi dietro alla collateralizzazione”, avverte Martha Gonzalez, consulente legale newyorkese.
Nel frattempo tra chi possiede USD1 la parola d’ordine è prudenza. Nei forum si legge spesso un motto ripetuto: “Fintanto che il tasso resta sopra il 4%, resto dentro – poi si vedrà”. Un atteggiamento pratico che mescola fiducia nelle nuove forme di finanza digitale con la consapevolezza dei rischi in gioco. Per ora Binance conferma che il programma yield andrà avanti “almeno fino a febbraio”, poi saranno comunicati nuovi sviluppi. In un mercato dove tutto cambia in fretta resta da capire se USD1 riuscirà davvero a consolidare la sua posizione o se l’effetto natalizio sarà solo una fiammata passeggera.
