Alibaba presenta Qwen 3, il nuovo chatbot open source che rilancia la sfida globale sull’IA

Il logo di Alibaba

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Alessandro Bolzani

17 Novembre 2025

Alibaba rafforza la sua presenza nel settore dell’intelligenza artificiale lanciando Qwen 3, l’ultima evoluzione dell’applicazione Tongyi, ora disponibile sugli store Android e Apple. Con questo aggiornamento, il gruppo fondato da Jack Ma mira a posizionarsi come uno dei protagonisti più influenti dell’IA generativa, entrando in competizione diretta con i principali player statunitensi, tra cui OpenAI.

Le caratteristiche del nuovo modello di Alibaba

La versione Qwen 3 introduce capacità avanzate di ragionamento ibrido, pensate per rendere l’assistente più efficiente e completo. L’azienda cinese lo presenta come l’interfaccia ideale per sperimentare l’intero ecosistema dei modelli Qwen, sottolineando come questo passaggio rappresenti un ulteriore passo nella corsa all’innovazione guidata da Pechino.

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Nel corso del 2024, Alibaba aveva già distribuito in modalità open source la serie Qwen 2.5, registrando una crescita a tre cifre per otto trimestri consecutivi nel comparto IA. L’approccio aperto, che permette a sviluppatori e aziende di utilizzare e modificare liberamente i modelli, resta uno dei punti centrali della strategia del gruppo per accelerare la diffusione delle tecnologie generative.

La competizione con le altre realtà cinesi

Il panorama dell’IA in Cina è in rapida espansione e vede l’ascesa di startup come DeepSeek e Moonshot AI, capaci di attirare l’attenzione dei mercati internazionali grazie a prestazioni di alto livello e costi competitivi. In parallelo, anche ByteDance ha annunciato un modello di punta, Doubao-1.5-pro, che secondo l’azienda offre un mix di efficienza e potenza in grado di rivaleggiare con i sistemi più avanzati al mondo.

Le tensioni con gli Stati Uniti

Mentre Alibaba spinge sull’innovazione, deve fare i conti anche con le implicazioni geopolitiche della corsa all’intelligenza artificiale. Un recente articolo del Financial Times ha ipotizzato collegamenti tra l’azienda e l’Esercito popolare di liberazione cinese. Il gruppo ha respinto categoricamente queste accuse, definendole infondate e parte di una manovra di disinformazione che rischia di alimentare ulteriori tensioni tra Cina e Stati Uniti.

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