Windows 10 non sarà più aggiornato: il 14 ottobre finisce il supporto ufficiale

Stop a Windows 10

Microsoft conferma lo stop a Windows 10-cryptohack.it

Franco Vallesi

18 Settembre 2025

Microsoft conferma la fine del supporto per Windows 10 entro il 14 ottobre: ecco cosa rischia chi non passa a Windows 11 in tempo. Dopo anni di aggiornamenti costanti, il sistema operativo più utilizzato al mondo arriva al capolinea: Windows 10 sarà presto obsoleto.

Il conto alla rovescia è iniziato: tra appena 30 giorni, Microsoft terminerà ufficialmente il supporto per Windows 10, segnando la fine di un’epoca iniziata nel 2015. A partire dal 14 ottobre 2025, tutti i dispositivi che eseguono Windows 10 versione 22H2, così come le versioni LTSB 2015 e IoT Enterprise LTSB 2015, non riceveranno più aggiornamenti di sicurezza. Questo significa che qualsiasi vulnerabilità scoperta successivamente resterà aperta e sfruttabile, mettendo a rischio dati e stabilità dei dispositivi.

Microsoft ha pubblicato un alert ufficiale per informare gli utenti domestici e aziendali. L’aggiornamento di sicurezza mensile previsto per ottobre sarà l’ultimo della storia di Windows 10, dopodiché ogni PC che non avrà effettuato la migrazione sarà potenzialmente esposto a malware, attacchi ransomware e altri tipi di minacce informatiche sempre più aggressive.

Cosa succede dopo il 14 ottobre e quali sono le opzioni disponibili

Chi continuerà a utilizzare Windows 10 dopo la scadenza potrà farlo, ma a proprio rischio. Il sistema operativo continuerà a funzionare, ma senza alcuna protezione aggiuntiva. In un contesto in cui i cyberattacchi sono cresciuti del 27% solo nell’ultimo anno, restare indietro significa esporsi a minacce costanti, soprattutto se il dispositivo è connesso a internet o usato per operazioni bancarie, e-mail o lavoro da remoto.

Per chi desidera rimanere ancora su Windows 10, Microsoft ha previsto un programma di estensione del supporto, chiamato Extended Security Update (ESU). Questo programma consentirà di ricevere aggiornamenti critici per un solo anno aggiuntivo, quindi fino all’ottobre 2026, ma non sarà gratuito. Il piano sarà destinato principalmente a utenti domestici e piccole imprese, offrendo così una finestra di transizione più morbida verso Windows 11.

Nel frattempo, Microsoft continua a spingere gli utenti verso Windows 11, che ha ormai raggiunto la maturità con l’ultima versione 24H2 rilasciata nel secondo trimestre 2025. Il consiglio ufficiale è quello di effettuare l’upgrade se il proprio computer è compatibile, oppure di valutare l’acquisto di un nuovo dispositivo già dotato del sistema operativo più recente.

Windows 10
L’azienda spinge sempre di più a passare alla versione di Windows 11-cryptohack.it

Tuttavia, non tutti i PC sono idonei all’aggiornamento. Windows 11 ha requisiti minimi più stringenti, tra cui la presenza del chip TPM 2.0, CPU recenti e architetture a 64 bit. Proprio per questo, Microsoft ha aggiornato nei mesi scorsi il suo strumento di verifica compatibilità, che consente agli utenti di sapere in pochi secondi se il proprio dispositivo può essere aggiornato o meno.

Chi non supera la verifica sarà costretto a rimanere su Windows 10 senza aggiornamenti, oppure a cambiare macchina. Una scelta difficile per molti, soprattutto in un contesto economico incerto. Eppure, in gioco c’è la sicurezza informatica personale, un tema sempre più delicato che riguarda non solo file e foto, ma anche identità digitale e privacy.

Secondo i dati aggiornati a settembre 2025, Windows 10 è ancora installato su oltre il 40% dei PC attivi nel mondo, con una quota in calo ma comunque significativa. Questo significa che milioni di dispositivi rischiano di trovarsi presto fuori dal perimetro di protezione Microsoft. Una situazione che ricorda quanto accaduto nel 2020 con Windows 7, rimasto in uso per anni nonostante la fine del supporto, causando problemi a livello globale, soprattutto in ambito aziendale.

Microsoft, da parte sua, sta già lavorando sul futuro: Windows 12, attualmente in fase di sviluppo interno, promette una maggiore integrazione con l’intelligenza artificiale, prestazioni migliorate e una nuova interfaccia dinamica. Ma per ora l’obiettivo resta chiaro: portare tutti su Windows 11 nel più breve tempo possibile.

Il problema dei PC aziendali e il peso del passaggio su larga scala

Oltre agli utenti domestici, la fine del supporto a Windows 10 rappresenta una sfida logistica enorme per le aziende, soprattutto per quelle realtà che ancora utilizzano parchi macchine datati. In molte imprese, i sistemi IT sono ancora basati su Windows 10 per ragioni di compatibilità con software gestionali, procedure interne o semplicemente per evitare costi di aggiornamento. Il passaggio a Windows 11, invece, comporta spesso non solo l’acquisto di nuove licenze, ma anche hardware aggiornato, formazione del personale e test di compatibilità con software critici.

Secondo una recente indagine pubblicata a settembre 2025, circa il 29% delle PMI italiane non ha ancora pianificato la migrazione. Una scelta che, se non gestita in tempo, potrebbe portare a interruzioni operative, vulnerabilità diffuse e costi ancora più elevati in caso di emergenze legate alla sicurezza.

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