Vuoi programmare un messaggio su WhatsApp? Le alternative che funzionano davvero

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Franco Vallesi

19 Settembre 2025

Nel 2025 WhatsApp non consente ancora di programmare i messaggi: ecco come aggirare il limite su Android e iPhone.

Un’assenza che pesa: programmare l’invio dei messaggi su WhatsApp resta impossibile, ma le alternative non mancano per chi vuole aggirare il limite su smartphone.

Sembra incredibile, ma nel 2025, nonostante i continui aggiornamenti e le promesse di Meta, WhatsApp non consente ancora di programmare l’invio dei messaggi. Un limite che pesa, soprattutto se si considera che Telegram – suo principale concorrente – offre questa funzione da anni. Eppure gli sviluppatori della popolare app di messaggistica, nonostante le pressioni degli utenti e le recenti novità, continuano a ignorare una delle richieste più ricorrenti.

WhatsApp nel 2025: tante funzioni nuove, ma manca ancora la programmazione dei messaggi

Ogni mese, a volte anche ogni settimana, WhatsApp introduce nuove funzionalità. Dall’integrazione con Meta AI per smascherare le fake news alle chat con ospiti non registrati, passando per aggiornamenti legati alla privacy avanzatae alla possibilità di comunicare senza installare l’app, le novità sono all’ordine del giorno. Anche il tema pubblicità, che aveva sollevato non poche polemiche, è stato posticipato al 2026 nei Paesi dell’Unione Europea.

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Eppure, nel mare di aggiornamenti che rispondono a una base di oltre 3 miliardi di utenti nel mondo, c’è ancora una funzione assente: la programmazione dei messaggi. Un’opzione semplice e utile, che consentirebbe ad esempio di augurare buon compleanno allo scoccare della mezzanotte, ricordare una scadenza o inviare informazioni importanti in orari strategici, senza dover intervenire manualmente.

Per ora, invece, chi vuole farlo deve affidarsi a soluzioni alternative, che variano a seconda del sistema operativo utilizzato.

Come programmare un messaggio su Android e iOS nel 2025

Chi usa Android ha la vita più semplice. Esistono numerose app di terze parti disponibili sul Google Play Store, come SKEDit, Auto Text o Wasavi, che consentono di programmare l’invio dei messaggi su WhatsApp. Per funzionare, però, queste app richiedono l’accesso ai contatti e all’account WhatsApp dell’utente: una condizione che impone attenzione ai termini di utilizzo e alla privacy.

Le app sono generalmente intuitive e supportate da interfacce moderne, ma – come sempre – vanno usate con consapevolezza.

Chi invece possiede un iPhone, sa bene che iOS non consente a un’app di interagire direttamente con un’altra, motivo per cui App Store non ospita strumenti simili a quelli disponibili su Android. Tuttavia, esiste una soluzione nativa: l’app Comandi Rapidi.

Attraverso un’automazione personalizzata, è possibile configurare un invio programmato con questi passaggi:

  1. Aprire l’app Comandi Rapidi

  2. Selezionare la sezione Automazione

  3. Toccare Crea nuova automazione

  4. Scegliere Ora del giorno

  5. Impostare l’orario desiderato

  6. Aggiungere l’azione Invia messaggio su WhatsApp

  7. Specificare il destinatario e il contenuto del messaggio

Il limite di questa soluzione è che il messaggio verrà inviato ogni giorno alla stessa ora, a meno che l’automazione non venga disattivata manualmente dopo il primo utilizzo. Non è quindi l’ideale per invii “una tantum”, ma resta comunque un modo per aggirare l’assenza della funzione ufficiale.

Nel frattempo, chi utilizza WhatsApp Business sperava in qualche opzione in più. Ma anche in questo caso, i messaggi automatici sono disponibili solo in risposta a una prima interazione da parte dell’utente, sotto forma di messaggio di benvenuto, senza alcuna possibilità di personalizzare data e orario di invio.

Gli utenti attendono ancora la svolta da parte di Meta

Il mancato rilascio della funzione di programmazione messaggi su WhatsApp nel 2025 sorprende molti osservatori. In un’epoca in cui l’automazione e la personalizzazione delle comunicazioni digitali sono diventate imprescindibili, la scelta di Meta di non includere questa possibilità appare controcorrente.

C’è da chiedersi se non si tratti di una decisione strategica, legata alla volontà di differenziare le versioni business e consumer oppure al timore di un uso improprio della funzione, ad esempio per campagne di spam o phishing.

Nel frattempo, Telegram continua a guadagnare punti proprio grazie alla flessibilità di queste opzioni, mentre gli utenti WhatsApp si affidano a workaround più o meno affidabili, in attesa di un futuro aggiornamento.

Se e quando WhatsApp deciderà di colmare questa lacuna resta da vedere. Ma una cosa è certa: in un panorama così competitivo e rapido, l’assenza di una funzione così basilare rischia di diventare un punto debole per una piattaforma che fa dell’efficienza uno dei suoi pilastri.

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