Milano, 18 dicembre 2025 – Vitalik Buterin, il fondatore di Ethereum, ha lanciato un appello chiaro e diretto agli sviluppatori e a tutta la comunità che ruota intorno alla piattaforma blockchain: “Serve semplicità”. Lo ha detto ieri durante una conferenza online, sottolineando che oggi semplificare le funzionalità è fondamentale per far crescere Ethereum. Un passaggio decisivo per costruire un sistema davvero “senza fiducia” – o come dicono gli esperti, trustless.
Semplificare Ethereum per renderlo più affidabile
Non è la prima volta che il trentunenne russo-canadese affronta il tema della complessità nella blockchain. Ma ieri il tono è stato diverso, più urgente. “Se le persone non capiscono come funziona Ethereum – ha spiegato Buterin –, non potranno mai fidarsi davvero della piattaforma”. Un’affermazione che mette in discussione uno dei pilastri del progetto: la fiducia senza bisogno di autorità centrali.
Negli ultimi mesi, Ethereum ha visto una valanga di novità. Tra smart contract sempre più complessi, layer 2, protocolli DeFi e token non fungibili, l’ecosistema è diventato talmente articolato da lasciare spesso gli utenti confusi. E a quanto pare, lo stesso Buterin ha ammesso di avere “difficoltà” a stare dietro a tutte le novità che spuntano sulle piattaforme legate a Ethereum.
La vera fiducia nasce dalla trasparenza
“Il vero trustless, quello autentico – ha aggiunto Buterin durante una tavola rotonda con esperti di crittografia –, arriva quando chiunque può leggere, controllare e capire cosa sta succedendo”. Le sue parole, pronunciate poco dopo le 15 italiane, sono una presa di posizione netta. Il rischio, secondo lui, è che molti diano per scontati automatismi e meccanismi poco chiari.
In pratica: tra interfacce complicate, documentazioni tecniche spesso indecifrabili e una curva d’apprendimento ripida, tanti si fermano prima ancora di entrare davvero nel mondo di Ethereum. “Ogni settimana ricevo messaggi da utenti che mi chiedono perché certe transazioni falliscono o dove vanno a finire le commissioni” – ha raccontato Buterin. Segno che qualcosa non funziona nella comunicazione tecnica.
Una sfida tecnologica e culturale
Il nodo della semplificazione non riguarda solo la tecnologia. Chi crede in Ethereum si trova da tempo davanti a un doppio binario: spingere sull’innovazione con strumenti sempre più avanzati (come soluzioni per la privacy o nuovi modelli di governance), ma al tempo stesso mantenere tutto abbastanza semplice da poter essere usato anche dai meno esperti.
Per Buterin, ignorare la semplicità vuol dire “tradire lo spirito stesso della blockchain”, pensata per essere aperta e accessibile. Solo se le funzioni base saranno chiare potrà davvero succedere che “chiunque, ovunque nel mondo”, possa usarle senza dover passare da intermediari. Il dibattito nei forum online e nelle chat su Ethereum è esploso subito dopo le sue parole. C’è chi parla di una sfida quasi impossibile visto quanto è cresciuto l’ecosistema.
Le prossime mosse della community
Al momento non si sa bene quali strade verranno prese in tempi brevi. Diversi progetti pilota sono già in corso: si sta lavorando su interfacce più semplici e guide pensate apposta per chi parte da zero. Il tema della semplificazione sarà uno dei nodi centrali al prossimo Devcon, la conferenza annuale su Ethereum che si terrà a Tokyo a fine febbraio 2026.
“Non si tratta solo di codice – ha concluso Buterin –, ma di mentalità”. Resta da vedere se la comunità riuscirà a trovare il giusto equilibrio tra innovazione e chiarezza. Una sfida che coinvolge tutto il mondo delle criptovalute: da Ethereum alle concorrenti come Solana e Avalanche, dove gli utenti segnalano problemi simili.
Per ora l’appello alla semplicità resta un monito forte che fa discutere dentro e fuori dal settore. Soprattutto perché arriva da chi quella complessità l’ha creata in prima persona – e ora invita tutti a smontarla un pezzo alla volta.
