L’Unicef sollecita strategie globali che coinvolgano governi e aziende tech per proteggere i minori online, puntando su educazione digitale e piattaforme più sicure
Roma, 12 dicembre 2025 – In un contesto globale sempre più digitale, l’Unicef lancia un monito importante sulla tutela dei minori nell’uso dei social media, evidenziando che le restrizioni basate sull’età da sole non sono sufficienti a garantire la sicurezza dei bambini online. L’organizzazione internazionale, attiva dal 1946 nella protezione e promozione dei diritti dell’infanzia, sottolinea come i governi di tutto il mondo stiano discutendo su quale sia l’età minima per consentire l’accesso alle piattaforme social, ma mette in guardia sui rischi di un approccio limitato solo a divieti e restrizioni.
L’importanza di un approccio integrato per la sicurezza online
Secondo l’Unicef, la preoccupazione per la sicurezza dei bambini sui social media è giustificata: i minori sono infatti spesso esposti a bullismo, sfruttamento e contenuti dannosi che possono avere effetti negativi sulla loro salute mentale e sul loro benessere generale. Tuttavia, l’Unicef avverte che “i social media non sono un lusso”, ma rappresentano “un’ancora di salvezza” per molti bambini, soprattutto quelli isolati o emarginati, offrendo opportunità di apprendimento, connessione e espressione personale. Di conseguenza, l’adozione di divieti di età indiscriminati rischia di spingere i giovani verso piattaforme meno regolamentate e più pericolose, rendendo più difficile la loro protezione.
La richiesta di Unicef
L’Unicef invita dunque i governi a garantire che le leggi sull’età non sostituiscano gli obblighi delle aziende tecnologiche di investire nella progettazione di piattaforme più sicure e in una moderazione efficace dei contenuti. Le aziende devono assumersi la responsabilità di prevenire gli impatti negativi sui diritti dei bambini, sviluppando strumenti di verifica dell’età che rispettino la privacy e offrano ambienti adeguati allo sviluppo dei più giovani. Queste misure devono essere applicate anche in contesti fragili o colpiti da conflitti, dove la capacità di regolamentazione è limitata.
