San Francisco, 21 dicembre 2025 – A pochi chilometri dal cuore di San Francisco, un uomo di 41 anni, Michael Evans, ha deciso di cambiare le regole dell’energia domestica. Da oltre un anno, la sua piccola casa in legno – appena 60 metri quadri, in un sobborgo di Daly City – si alimenta grazie a un accumulatore costruito con le sue mani, assemblando ben 650 batterie di laptop riciclate. Non è solo un curioso esperimento: attira l’attenzione di tecnici, ambientalisti e perfino dei vicini.
Il progetto fai-da-te e le motivazioni dietro la scelta
La casa di Evans non passa inosservata: la veranda verde salvia e il piccolo orto davanti all’ingresso raccontano già qualcosa. Ma ciò che davvero colpisce è che tutto l’elettricità – dalle luci alla pompa dell’acqua, fino agli elettrodomestici – arriva da un sistema insolito. “Ho iniziato raccogliendo vecchie batterie dai negozi di elettronica qui in città”, ha raccontato a SF Chronicle. “Non volevo più dipendere dalla rete elettrica, così ho deciso di dare una seconda vita a quello che altrimenti finisce in discarica”.
Tra il 2022 e il 2024 ha selezionato solo le celle ancora buone, provandole una per una. “Era un lavoro lungo”, dice Evans, “ma le assemblavo in moduli collegati a un inverter e a un sistema di monitoraggio fatto in casa”.
Come funziona la batteria domestica artigianale
Il cuore del sistema è una grande scatola quasi lunga due metri, nascosta nel garage. Le 650 batterie di laptop sono collegate tra loro in serie e parallelo, protette da una struttura in plexiglas con ventole per tenerle fresche. Niente etichette professionali: solo numeri scritti a mano e fili intrecciati con cura.
Secondo Evans, la capacità supera i 40 kWh, abbastanza per soddisfare i consumi quotidiani di una casa piccola. “Cucino, lavoro al computer, guardo la TV e carico anche la bici elettrica”, spiega. Quando c’è il sole, i pannelli solari sul tetto ricaricano l’accumulatore; nei giorni grigi, il sistema regge quasi due settimane senza dover attingere alla rete.
Risparmi economici e impatto ambientale
Quanto è costato? Meno di 2.000 dollari, tra materiale recuperato, cavi e qualche componente comprato online. “Un sistema commerciale mi sarebbe costato almeno cinque volte tanto”, aggiunge Evans. Il risparmio sulla bolletta si aggira intorno ai 120 dollari al mese, senza contare gli incentivi fiscali locali per chi investe nel solare.
Ma il vero guadagno è per l’ambiente. “Negli Stati Uniti ogni anno si buttano circa 300 milioni di batterie esauste”, ricorda citando dati della Environmental Protection Agency (EPA). “Recuperarle significa ridurre rifiuti tossici e dare nuova vita a materiali preziosi”.
Sicurezza e limiti: le reazioni degli esperti
Ma questa scelta non è priva di rischi tecnici e legali. “Riutilizzare batterie al litio comporta dei pericoli”, avverte l’ingegnere energetico Anna Chang della Stanford University. “Senza sistemi professionali per controllare la temperatura si rischiano surriscaldamenti o cortocircuiti”. Anche il Comune di Daly City sta valutando se il sistema rispetta le norme locali sulla sicurezza, fa sapere un portavoce.
Finora nessun problema segnalato – confermano i vicini – ma resta alta la preoccupazione per possibili incendi domestici. Tra i curiosi però non mancano quelli che vogliono vedere da vicino: “Abbiamo chiesto a Michael di mostrarci come funziona”, dice la signora Lopez accanto a lui. “Magari provo anch’io”.
Innovazione o rischio? Un esperimento che divide
Michael continua a controllare il suo impianto giorno dopo giorno, annotando tutto su un vecchio quaderno. Non si considera un visionario (“Faccio solo quel che posso”), ma la sua esperienza apre domande sul futuro dell’energia alternativa e su come ognuno possa diventare protagonista.
Niente interessi commerciali o brevetti dietro questo progetto: solo una sfida personale che potrebbe essere d’esempio a chi cerca l’autonomia energetica, tra bollette troppo alte e incertezze climatiche. La storia di Michael Evans dimostra che anche con pochi mezzi – un po’ di ingegno e tanta pazienza – si può provare a cambiare qualcosa. Ma non senza dubbi sul rischio che si corre lungo la strada.
