TikTok sotto stretta americana: Oracle gestirà l’algoritmo, fuori la Cina

USA

TikTok sotto controllo degli USA-cryptohack.it

Franco Vallesi

25 Settembre 2025

Un consorzio americano acquisisce l’80% del controllo su TikTok Usa: Oracle guiderà la gestione tecnica dell’algoritmo, mentre ByteDance perde la maggioranza.

Il caso TikTok è al centro di una svolta epocale: l’algoritmo che determina i contenuti visti dagli utenti americani non sarà più gestito dalla Cina. A partire dall’autunno 2025, sarà Oracle, colosso tecnologico statunitense, ad assumersi la responsabilità della sua supervisione, in una mossa che mira a placare le pressioni politiche e i timori sulla sicurezza nazionale.

Un cambio di passo che modifica l’equilibrio di potere all’interno di una delle app più popolari al mondo.

L’accordo tra ByteDance e il consorzio americano

La nuova struttura societaria prevede che un consorzio di investitori americani — composto da realtà come Silver Lake, Andreessen Horowitz e lo stesso fondo Oracle — deterrà l’80% del controllo di TikTok negli Stati Uniti. La ByteDance, società madre cinese dell’app, manterrà meno del 20% del capitale, perdendo così il controllo diretto sulla filiale americana della piattaforma.

Cosa cambia
TikTok passa ad Oracle-cryptohack.it

Il governo federale statunitense non parteciperà all’operazione in termini azionari, ma ha svolto un ruolo decisivo nel negoziato. Dopo anni di tensioni bipartisan sulla gestione dei dati degli utenti americani da parte di aziende legate alla Cina, questa soluzione rappresenta un compromesso fra protezionismo e apertura al mercato.

Il passaggio dell’algoritmo sotto la responsabilità di un’azienda statunitense — e in particolare sotto la lente di una società come Oracle, che da tempo collabora con il settore pubblico e la difesa Usa — rappresenta una misura concreta per rassicurare l’opinione pubblica e il Congresso, da tempo allarmati da possibili ingerenze o manipolazioni attraverso la piattaforma.

Oracle avrà il controllo tecnico dell’algoritmo e dei dati

L’accordo prevede che Oracle gestisca direttamente i server, i flussi di dati e l’algoritmo di raccomandazione per gli utenti americani. Tutte le attività legate al funzionamento dell’app, dalle preferenze degli utenti alle interazioni con i contenuti, verranno processate all’interno di data center localizzati sul suolo statunitense.

Questa transizione — già in corso da metà 2024 — è stata accelerata negli ultimi mesi, anche a causa del crescente clima di diffidenza verso le piattaforme tech di origine cinese. Nonostante ByteDance abbia più volte assicurato di non condividere dati sensibili con il governo cinese, le rassicurazioni non sono mai bastate né a Washington né alle agenzie federali.

Secondo fonti vicine al dossier, Oracle non avrà potere editoriale sui contenuti, ma garantirà che le logiche di raccomandazione non siano influenzate da algoritmi sviluppati o controllati da ingegneri cinesi. Un controllo che riguarda integrità, trasparenza e auditabilità del sistema.

Gli effetti geopolitici e le reazioni internazionali

La mossa americana su TikTok si inserisce in un contesto più ampio di rivalità tecnologica con la Cina, e arriva pochi mesi dopo il blocco, da parte dell’Unione Europea, dell’uso dell’app negli ambienti istituzionali di diversi Paesi membri. Anche in India, TikTok resta bandita dal 2020, e molti governi si interrogano sulla necessità di “nazionalizzare” il controllo delle piattaforme usate su larga scala nel proprio territorio.

La risposta cinese non si è fatta attendere. Alcuni organi legati a Pechino hanno definito l’accordo come una pressione politica mascherata da investimento, sostenendo che le vere motivazioni siano di natura geopolitica più che commerciale. Tuttavia, fino a questo momento, ByteDance non ha formalmente protestato, probabilmente per evitare ulteriori frizioni e per mantenere la possibilità di operare nei mercati occidentali, dove TikTok rappresenta la fetta più redditizia del business.

Nel frattempo, l’algoritmo americano divergerà tecnicamente da quello cinese, e non sarà più sviluppato o gestito in sinergia con quello della versione asiatica di TikTok, conosciuta come Douyin. Questo “fork tecnologico” potrebbe nel tempo portare a due TikTok diversi per contenuti, velocità di innovazione e logiche commerciali, con un impatto rilevante sulla user experience.

Cosa cambia per gli utenti americani (e per tutti gli altri)

Dal punto di vista degli utenti, l’esperienza d’uso di TikTok negli Stati Uniti resterà invariata almeno nei primi mesi. Tuttavia, a livello infrastrutturale, la differenza è già concreta: i dati resteranno entro i confini Usa, e le revisioni degli algoritmi passeranno attraverso un processo certificato da Oracle, che fungerà da garante.

Questa mossa potrebbe fare scuola: secondo alcune indiscrezioni, il Canada e l’Australia starebbero valutando una soluzione simile, mentre in Europa cresce il fronte favorevole alla creazione di server locali per ogni Stato membro.

Gli utenti fuori dagli Stati Uniti continueranno ad avere una versione di TikTok gestita interamente da ByteDance, il che potrebbe aprire scenari interessanti: feature esclusive, algoritmi differenziati, politiche pubblicitarie mirate e strategie editoriali su misura per ogni mercato. L’epoca del TikTok globalizzato, insomma, potrebbe davvero essere al tramonto.

Il passaggio dell’algoritmo TikTok sotto il controllo Usa segna una svolta cruciale per l’equilibrio digitale globale. Non è solo una questione di business, ma di sovranità tecnologica, di trasparenza e fiducia nel sistema. L’era in cui le grandi piattaforme potevano operare ovunque senza adattarsi alle logiche locali sembra giunta al termine. E da questa nuova fase non torneremo indietro.

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