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TikTok bandito in molti Stati, la fine di una piattaforma?

L’app TikTok, di proprietà della società ByteDance di Pechino, ha oltre 100 milioni di utenti negli Stati Uniti, 150 milioni in Europa e quasi un miliardo in tutto il mondo. È diventata un modo popolare per comunicare, narrare e divulgare, diventando il social preferito dalla generazione Z e non solo. Tuttavia, le preoccupazioni sulla sicurezza dei dati degli utenti hanno portato gli Stati Uniti a guardare con sospetto TikTok, temendo che possa essere utilizzato per spiare o influenzare gli statunitensi, esposti quotidianamente a centinaia di migliaia di contenuti.

A dicembre scorso, la Camera degli Stati Uniti ha chiesto ai legislatori e al personale di cancellare l’app TikTok per motivi di sicurezza e privacy dei dati. Il divieto istituzionale degli Stati Uniti riguardante l’utilizzo di TikTok sui dispositivi governativi, è stato esteso alla maggior parte dell’esercito e a diverse agenzie federali, tra cui il dipartimento per la sicurezza interna e quello di Stato. 

Attualmente, 19 stati hanno parzialmente bloccato l’accesso all’app TikTok dai dispositivi statali, poiché sono preoccupati che il governo cinese possa tracciare i cittadini americani attraverso la visione dei video dall’apparenza innocua.

Immagine | Unsplash @Solen Feyissa

La situazione Europea

L’unione Europea non è restata a guardare e le sue reazioni non si sono fatte attendere.

Il 23 febbraio, il Corporate Management Board della Commissione ha vietato l’utilizzo di TikTok sui dispositivi di lavoro del personale governativo, citando preoccupazioni relative alla sicurezza informatica e alla protezione dei dati. La Commissione europea e il Consiglio hanno messo al bando l’app di social media che, negli ultimi mesi, sta subendo una forte pressione in Europa e negli Stati Uniti. 

Giovedì scorso, il personale della Commissione ha ricevuto istruzioni via e-mail di disinstallare l’app cinese da tutti i dispositivi aziendali entro il 15 marzo. Inoltre, qualora i dipendenti volessero continuare a utilizzare le app della Commissione sui propri dispositivi mobili, dovranno rimuovere TikTok anche da questi ultimi. In caso contrario, non saranno in grado di accedere alle e-mail di lavoro o ad altre app specifiche dell’UE.

Questo è il primo caso in cui al personale viene richiesto di rimuovere un’app dai propri dispositivi, ma la decisione è stata presa in considerazione delle preoccupazioni relative alla protezione dei dati, allo scopo di proteggere i sistemi e le informazioni della Commissione da potenziali minacce alla sicurezza informatica.

Come la pensa ByteDance

Il mese scorso, Shou Zi Chew, CEO di TikTok, in un tentativo di conciliazione, si è incontrato con funzionari di alto livello della Commissione Europea. Nel corso dell’incontro, gli è stato comunicato che la società dovrà ancora fare molto per riconquistare la fiducia dell’UE.

La stessa TikTok, a novembre 2022, attraverso un comunicato del capo della privacy Europea Elaine Fox, ha ammesso che le informazioni dei cittadini Europei, per necessità operative della piattaforma, vengono trattate, avverso il regolamento GDPR, in Brasile, Canada, Cina, Israele, Giappone, Malesia, Filippine, Singapore, Stati Uniti e Corea del Sud.

Giacomo Lev Mannheimer, responsabile relazioni istituzionali Sud Europa per TikTok, ha recentemente preso le difese della multinazionale, dichiarando che i dati dei cittadini Italiani ed Europei vengono attualmente conservati negli Stati Uniti e a Singapore, in conformità al GDPR.

Successivamente, ha aggiunto, verranno trasferiti e trattati presso il datacenter irlandese.

Immagine | Envato Elements

Un capitolo ancora aperto

In questi giorni il tema è fortemente discusso anche in Italia, dove il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica e il Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, stanno valutando possibili azioni contro l’utilizzo di TikTok anche per i dipendenti pubblici.

La libertà di pensiero ed espressione, pronunciata anche dal Ministro Salvini, dovrà fare i conti con la probabile censura degli organi di Governo.

Mentre, anche in Italia, il tema della Cyber Sicurezza è sempre più sotto i riflettori, non dovremo attendere molto per conoscere gli sviluppi.

Marco Marra

Appassionato di tecnologia ed esperto di Cyber Security con molti anni di esperienza nella prevenzione e gestione delle minacce cibernetiche. Altamente qualificato grazie alla continua formazione tecnica ed alle innumerevoli collaborazioni su progetti di sicurezza di importanti dimensioni in aziende italiane e multinazionali. Costantemente impegnato in attività di hacking etico e nella progettazione di sistemi di difesa Cyber Fisici

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