Lisbona, 14 novembre 2025 – Threshold, piattaforma specializzata in infrastrutture crypto, ha annunciato oggi un importante aggiornamento per il suo ponte tBTC, con l’obiettivo di attrarre le grandi istituzioni finanziarie e far confluire miliardi di dollari in Bitcoin verso i protocolli di finanza decentralizzata (DeFi). La novità, svelata al Web Summit di Lisbona, permette ora agli operatori istituzionali di “coniare” tBTC direttamente sulle principali blockchain supportate, usando una sola transazione Bitcoin, senza bisogno di approvazioni extra e senza costi di gas. Anche il processo inverso, cioè la riconversione su rete Bitcoin, è stato reso più semplice.
Bitcoin e DeFi, un ponte diretto
A spiegarlo è stata Rizza Carla Ramos, responsabile marketing di Threshold, che ha sottolineato come questa nuova funzione voglia superare uno degli ostacoli principali che finora hanno frenato l’ingresso delle grandi realtà nella DeFi: la complessità tecnica e i costi operativi. “Le istituzioni non vogliono solo tenere Bitcoin in attesa che salga di valore,” ha detto Ramos durante l’evento. “Cercano liquidità, vogliono guadagno. Se investono in Bitcoin per il lungo termine, non si accontentano di lasciarlo fermo: vogliono che lavori per loro.”
La possibilità di trasferire Bitcoin su Ethereum, Arbitrum, Base e altre blockchain in modo diretto e sicuro è un passo avanti per tutto il settore. Ogni tBTC emesso è garantito da un rapporto 1:1 con Bitcoin reale, senza intermediari o rischi di custodia: la convalida delle transazioni avviene tramite una regola di soglia, che richiede la firma di almeno 51 operatori su 100 nodi Bitcoin. Un sistema pensato per abbassare i rischi e aumentare la trasparenza.
Un mercato da oltre 500 miliardi da sbloccare
L’impatto potenziale di questo aggiornamento è enorme: secondo le stime, oltre 500 miliardi di dollari in Bitcoin sono oggi in mano a istituzioni o grandi investitori (“whale”), spesso bloccati nei loro portafogli digitali. Threshold punta a liberare questa liquidità, permettendo a questi capitali di entrare nelle opportunità offerte dalla DeFi su reti come Polygon, Sui e altre ancora.
Dal lancio, cinque anni fa, il ponte tBTC ha già gestito oltre 4,2 miliardi di dollari in volume cumulativo. Un numero importante, anche se ancora lontano dai dati di concorrenti come Wrapped Bitcoin (WBTC) e renBTC (RENBTC), che però usano modelli più centralizzati per spostare Bitcoin tra blockchain diverse.
Competizione e sicurezza, la sfida dei bridge
La competizione è serrata. Proprio ieri Wrapped Bitcoin ha annunciato l’espansione su Hedera, una mossa pensata per portare più liquidità e nuove possibilità di tokenizzazione su una catena veloce. Ma Threshold punta sulla propria architettura decentralizzata come punto di forza: “Il nostro sistema elimina la figura del custode centrale,” ha spiegato Ramos. “Così si riducono i rischi e il processo diventa più affidabile per chi gestisce grandi volumi.”
La sicurezza resta il tema caldo nel mondo delle infrastrutture crypto. Negli ultimi anni diversi attacchi hacker hanno preso di mira bridge meno solidi, causando perdite pesanti. Threshold vuole convincere gli operatori più cauti proprio puntando sulla trasparenza del proprio modello.
Bitcoin, il motore della DeFi
Per Threshold, l’ingresso massiccio di Bitcoin nella DeFi può dare una spinta decisiva all’intero ecosistema: più liquidità nei pool degli exchange decentralizzati, risorse fresche per i protocolli di prestito e rendimenti più stabili. “Solo così si costruisce la prossima generazione della finanza digitale,” ha concluso Ramos. “Portando anche la parte istituzionale del mercato direttamente sulla blockchain.”
Per ora, il settore guarda con attenzione. Le prime reazioni degli analisti sono prudenti ma interessate: la vera sfida sarà convincere i grandi detentori a muovere capitali finora fermi. Ma la strada sembra segnata: Bitcoin non è più solo una riserva di valore statica, ma potrebbe diventare uno degli ingranaggi principali della nuova finanza decentralizzata.
