Tether valuta l’ingresso nella Juventus: le cifre, il ruolo di Ardoino e le criptovalute

Paolo Ardoino, l'amministratore delegato di Tether che punta alla Juventus

Paolo Ardoino, l'amministratore delegato di Tether che punta alla Juventus | Instagram - @paoloardoino_prdn

Marco Viscomi

13 Dicembre 2025

Fondata da Giancarlo Devasini, Tether domina tra le stablecoin grazie a riserve in dollari e oro, investimenti nel calcio e strategie innovative tra finanza e tecnologia

 

Torino, 13 dicembre 2025 – Nel complesso scenario delle criptovalute, Tether si conferma un attore di primo piano, non solo per la sua rilevanza finanziaria, ma anche per la sua crescente influenza in ambiti apparentemente distanti dal mondo digitale, come il calcio professionistico. Fondata nel 2014 da Giancarlo Devasini, ex medico e imprenditore torinese, e cresciuta sotto la guida tecnica e comunicativa dell’amministratore delegato Paolo Ardoino, Tether continua a consolidare la sua posizione come la prima stablecoin al mondo per capitalizzazione e volume di scambi, mantenendo un rapporto 1:1 con il dollaro statunitense.

Tether: la stablecoin più scambiata e la strategia di crescita

Lanciata nel 2014, Tether è una criptovaluta di tipo stablecoin che si distingue per una volatilità notevolmente inferiore rispetto a Bitcoin o Ethereum, le altre due criptovalute più popolari. Il suo valore è ancorato al dollaro statunitense e in parte anche a riserve di metalli preziosi, in particolare con il progetto Tether Gold (XAUt), un token digitale che rappresenta un’oncia troy di oro fisico. Questa diversificazione delle riserve, che a fine 2025 ammontano a circa 116 tonnellate di oro, ha spinto Tether a essere soprannominata “the gold whale”, con acquisti di lingotti che hanno inciso significativamente sul mercato dell’oro globale, posizionandola al pari di banche centrali di paesi come Corea del Sud e Grecia.

Nonostante la solidità tecnica e il ruolo chiave nelle transazioni internazionali, Standard & Poor’s ha recentemente declassato la capacità di Tether di mantenere l’ancoraggio al dollaro da “limitata” a “debole”. L’agenzia di rating ha espresso preoccupazioni per la crescente quota di asset ad alto rischio, come Bitcoin, che rappresenta circa il 5,6% delle riserve USDT, e per la scarsa trasparenza nella gestione e custodia delle riserve. Tuttavia, Paolo Ardoino ha respinto tali critiche definendole un tipico caso di FUD (paura, incertezza e dubbio), sottolineando che la società dispone di un capitale proprio in eccesso pari a 7 miliardi di dollari e un portafoglio di attivi per 215 miliardi contro passività per 184,5 miliardi.

Tether e la Juventus: un legame economico e sportivo in evoluzione

Oltre al ruolo di primo piano nella finanza digitale, Tether ha intrapreso una strategia di espansione che ha portato l’azienda a investire nel calcio italiano, con un interesse particolare per la Juventus Football Club. La società bianconera, tra le più prestigiose del panorama mondiale e legata storicamente alla famiglia Agnelli, ha visto crescere la presenza di Tether nel capitale sociale fino a un 11,5%, con un posto nel consiglio di amministrazione affidato a Francesco Garino.

L’amministratore delegato Paolo Ardoino, noto tifoso bianconero, ha adottato il motto “Make Juventus Great Again” per promuovere il rilancio sportivo e finanziario del club, impegnandosi in prima persona per aumentare l’influenza di Tether nel management. Tuttavia, il rapporto con l’azionista di maggioranza Exor, la holding della famiglia Agnelli guidata da John Elkann, rimane complesso e a tratti conflittuale. Nonostante le offerte pubbliche per l’acquisto di ulteriori quote, la famiglia Agnelli ha dichiarato chiaramente l’intenzione di non cedere il controllo, in particolare a investitori stranieri provenienti dal Medio Oriente.

Questo dualismo si riflette anche nelle dichiarazioni pubbliche e nei social network, dove Ardoino ha alternato toni concilianti a critiche esplicite sulla gestione sportiva e societaria della Juventus. La volontà di Tether di scalare la proprietà del club appare quindi legata a una missione ambiziosa ma ancora tutta da concretizzare, nonostante la solidità finanziaria del gruppo e i progetti di innovazione che vedono la stablecoin protagonista.

 

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Innovazione tecnologica e ambizioni globali

Oltre all’influenza nel calcio, Tether continua a investire nel campo delle tecnologie emergenti, tra cui la blockchain, l’intelligenza artificiale e la finanza decentralizzata. La sua base operativa nelle Isole Vergini Britanniche e la struttura societaria sotto la holding iFinex permettono un approccio flessibile e internazionale, mirato a consolidare la leadership nel settore delle valute digitali.

Il progetto di Tether si concentra anche sull’inclusione finanziaria, offrendo a utenti di paesi emergenti un accesso sicuro e stabile al dollaro statunitense senza dover ricorrere a intermediari bancari tradizionali. A fronte di una capitalizzazione di mercato che nel 2024 ha raggiunto i 105 miliardi di dollari, la società punta a rafforzare la sua posizione in un mercato sempre più regolamentato, affrontando le sfide della trasparenza e della compliance.

Sul piano regolatorio, la Banca Centrale Europea ha recentemente evidenziato i rischi sistemici legati al potenziale de-pegging delle stablecoin, sottolineando come una perdita di fiducia possa innescare una corsa al riscatto dei token con conseguenze rilevanti per l’intero sistema finanziario, soprattutto per la domanda di buoni del Tesoro statunitensi.

In sintesi, Tether si conferma un colosso nel panorama delle criptovalute, con influenze che si estendono ben oltre il mercato digitale, coinvolgendo settori tradizionali come il calcio e il mercato dei metalli preziosi, e affrontando al contempo sfide importanti legate alla credibilità e alla regolamentazione.

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