Milano, 26 novembre 2025 – **Tether**, uno dei nomi più conosciuti nel mondo delle **criptovalute**, ha raggiunto un traguardo che in pochi si aspettavano: oggi la società possiede ben **116 tonnellate d’oro**, una quantità che si avvicina alle riserve ufficiali di Paesi come **Corea del Sud** e **Ungheria**. A mettere sotto i riflettori questa crescita è una nota di **Jefferies**, banca d’investimento statunitense. Ma non si tratta solo di numeri: secondo alcuni esperti, la mossa di Tether potrebbe aver dato una spinta al recente rialzo del prezzo dell’**oro** sui mercati internazionali.
## **Tether accumula oro: i numeri che sorprendono il mercato**
L’annuncio di Jefferies arriva proprio in una settimana intensa per i metalli preziosi. L’**oro** ha superato quota **2.050 dollari l’oncia** nelle contrattazioni di lunedì mattina a Londra, mentre le Borse europee restavano prudenti. Quelle **116 tonnellate** — per dare un’idea, quasi il doppio delle riserve dichiarate dal Belgio (dati World Gold Council) — piazzano Tether nella top 50 mondiale tra i detentori privati e istituzionali.
Per capire quanto sia significativo, basta pensare che la **Corea del Sud** dichiara circa 104 tonnellate, mentre l’**Ungheria** si ferma a 94. Fondata da **JL van der Velde** e guidata da **Paolo Ardoino**, Tether è famosa soprattutto per l’emissione della stablecoin USDT, legata al dollaro USA. L’ingente investimento nell’oro rappresenta dunque una scelta non banale e decisamente strategica.
## **Le strategie dietro la svolta “gold”**
Secondo Jefferies, che ha pubblicato il report domenica sera, la decisione di Tether nasce “da una strategia di copertura e dalla risposta ai rischi geopolitici sempre più intensi”. In parole semplici: con l’instabilità internazionale e le pressioni inflazionistiche in aumento, “l’oro torna a essere un rifugio sicuro anche per chi opera nel mondo delle valute digitali”, spiega uno degli analisti coinvolti nello studio, che ha preferito restare anonimo.
Anche Tether stessa, nei suoi report trimestrali disponibili online, mostra un aumento costante dell’esposizione all’oro da almeno diciotto mesi. “Abbiamo sempre gestito le riserve con prudenza e trasparenza,” ha ribadito pochi giorni fa Paolo Ardoino via social network, parlando sia degli investimenti in oro sia dei titoli di Stato USA. Ma a stupire davvero gli addetti ai lavori è stata la quantità accumulata.
## **Gli effetti sul prezzo dell’oro: opinioni discordanti**
L’idea che Tether possa aver dato una mano al recente rally dell’oro divide gli esperti. “Quando un operatore di questa portata compra grosse quantità sul mercato fisico — spiegano da **Metals Focus** — può creare tensioni sulla liquidità e spingere la volatilità dei prezzi”. Altri invece sono più cauti: una fonte della Borsa di Londra sentita stamattina sottolinea che “gli acquisti istituzionali contano, ma alla fine sono soprattutto i fattori macroeconomici a guidare il mercato”. Tra agosto e ottobre l’oro è salito di circa il 10%, sospinto dalle tensioni in Medio Oriente e dalla debolezza del dollaro.
## **Un confronto con le riserve nazionali**
Per chi segue le criptovalute è sorprendente vedere una società privata superare la soglia delle cento tonnellate d’oro. Eppure, guardando ai dati ufficiali del **World Gold Council**, emerge che Tether ha messo dietro non solo Corea del Sud e Ungheria ma anche nazioni come Austria e Portogallo. Va detto però che rimangono lontani i giganti: gli Stati Uniti custodiscono oltre 8mila tonnellate, la Germania più di 3.300 e l’Italia circa 2.450.
Questa posizione solleva nuove domande sul ruolo dell’oro come garanzia reale per le stablecoin. Un tema che torna sempre in primo piano ogni volta che il mercato crypto subisce scossoni.
## **Prospettive e incognite**
Che succederà ora? “Ci aspettiamo altre mosse simili — anticipa uno strategist di una banca svizzera — non è da escludere che altre realtà seguano questa strada”. Per ora però Tether resta sola nella top ten dei detentori privati d’oro fisico.
Resta da vedere quanto questa scelta influenzerà il mercato delle criptovalute nel medio termine e quale sarà l’impatto sulle politiche delle banche centrali, tradizionalmente molto prudenti quando si parla di legami tra oro e valute digitali. A Londra nessuno si sbilancia ancora troppo. Ma è ormai chiaro che qualcosa sta cambiando: tra crypto e metalli preziosi il rapporto si fa sempre più stretto.