Milano, 30 dicembre 2025 – Un gruppo di ricercatori statunitensi ha presentato ieri un materiale innovativo a base di legno che promette di rivoluzionare diversi settori industriali. Questo nuovo composto, più resistente dell’acciaio e allo stesso tempo leggero, apre strade inedite soprattutto per l’industria automobilistica e quella delle costruzioni. Il lavoro, pubblicato su Science Advances, potrebbe cambiare per sempre il modo in cui consideriamo i materiali naturali e il loro impatto sull’ambiente.
Il legno reinventato nei laboratori americani
Il team guidato dalla professoressa Hu Li, della University of Maryland, ha lavorato per oltre tre anni a un trattamento delle fibre di cellulosa presenti nel legno. Attraverso un processo chimico che elimina la lignina – la parte che rende il legno rigido ma anche fragile – il materiale viene poi compattato a caldo. Il risultato è un composto che, dai test effettuati, risulta essere fino a dodici volte più resistente del legno naturale. Il laboratorio si trova vicino a College Park, nel Maryland. La professoressa Li racconta che la sfida più grande è stata «ottenere una struttura interna densa senza perdere la leggerezza tipica del legno».
Un materiale “green”: la sostenibilità al centro
Non sono solo le caratteristiche meccaniche ad aver attirato l’attenzione degli scienziati. La sostenibilità è stata un punto chiave sin dall’inizio. A differenza dell’acciaio o del cemento, questo materiale nasce da legno coltivato in modo controllato e utilizza agenti chimici riutilizzabili nei trattamenti. «Crediamo che questo approccio possa tagliare drasticamente le emissioni di CO2 nel settore dell’edilizia», spiega Li. I dati preliminari mostrano che ogni tonnellata prodotta riduce le emissioni di oltre il 60% rispetto ai materiali tradizionali. Una percentuale significativa, se confermata su larga scala.
Auto e case: dove potrebbe finire questo materiale
Le aziende non hanno perso tempo a reagire. Alcuni produttori americani di automobili, tra cui Ford, hanno già chiesto campioni per testarne l’efficacia su telai e componenti interni. Mike Sanders, responsabile innovazione di Ford Motor Company, commenta: «Le potenzialità sono enormi: abbiamo davanti un materiale leggero quasi quanto l’alluminio ma più resistente dell’acciaio». Anche nel campo delle costruzioni c’è fermento: Lennar Corporation ha avviato contatti con i ricercatori per capire se si potranno produrre pannelli strutturali da utilizzare già nei cantieri entro il 2027.
Costi e limiti: cosa manca per decollare davvero
Il prezzo della produzione su larga scala non è ancora chiaro. Serve mettere in piedi impianti pilota e condurre test approfonditi per capire come il materiale reggerà all’usura e agli agenti atmosferici nel tempo. «Siamo all’inizio», ammette Li, aggiungendo però che le prime simulazioni indicano un risparmio del 25% sui costi di manutenzione. Ci sono però dei limiti evidenti: attualmente si riescono a produrre solo pannelli piccoli, circa della dimensione di una copertina di libro; adattare la tecnologia per formati più grandi richiederà almeno altri due anni.
La comunità scientifica accoglie con entusiasmo
Anche in Europa gli esperti guardano con interesse al progetto. «Se i risultati saranno confermati nelle applicazioni reali, si apriranno scenari davvero nuovi», dice il professor Giorgio Romano del Politecnico di Milano. Tra gli aspetti più importanti c’è «la possibilità di riciclare e riutilizzare questi materiali a fine ciclo». Al momento però i dati su questo fronte sono ancora preliminari; lo smaltimento e la biodegradabilità sono oggetto di uno studio parallelo al Massachusetts Institute of Technology.
Verso il futuro: ricerca e industria insieme
Nei prossimi mesi i ricercatori americani continueranno i test coinvolgendo anche partner industriali europei e asiatici. «L’obiettivo – sottolinea Li – è costruire una filiera completa capace di produrre materiali per auto, edifici e infrastrutture pubbliche entro il 2028». Una sfida ambiziosa ma le basi sembrano solide: scommettere su un legno capace di competere con l’acciaio restando leggero ed ecologico sembra ormai realtà.
Per osservatori internazionali sarà fondamentale vedere come tutto questo funzionerà su larga scala: quanto davvero si riuscirà a ridurre l’impatto ambientale? Quali saranno i costi industriali? E come si comporterà questo materiale sotto diverse condizioni climatiche? Nel frattempo, tra laboratori e aziende cresce l’attesa: tutti vogliono capire se siamo davanti a una svolta vera o solo a una promessa futura.
