Statua di Satoshi Nakamoto alla NYSE: Wall Street punta forte su Bitcoin

Corrado Pedemonti

17 Dicembre 2025

New York, 17 dicembre 2025 – Questa mattina, davanti alla Borsa di New York, nel cuore di Wall Street, è stata installata una statua dedicata a Satoshi Nakamoto. L’idea arriva da Twenty One Capital, società di investimento che con questo gesto dà un segnale chiaro: il mondo della finanza tradizionale sta guardando sempre più alle criptovalute. L’opera è stata posizionata poco prima delle 8, proprio mentre il quartiere finanziario cominciava a svegliarsi tra broker indaffarati, passanti e qualche curioso con lo smartphone in mano.

Satoshi Nakamoto prende forma: cosa rappresenta la statua

Chi sia davvero Satoshi Nakamoto, lo pseudonimo dietro la nascita di Bitcoin, rimane un mistero. Ma l’impatto che ha avuto sulla finanza è ben tangibile. La statua, in bronzo brunito alta poco più di due metri, mostra un volto stilizzato e volutamente indefinito. È un omaggio agli innovatori digitali anonimi, come ha spiegato il CEO di Twenty One Capital, Dario Giudici: “Abbiamo scelto un’immagine senza volto perché Satoshi rappresenta tutti quelli che credono nell’innovazione e nella libertà economica”. L’installazione è stata seguita con attenzione dalle forze dell’ordine locali e dal personale della Borsa di New York. Non sono mancati rappresentanti del mondo cripto e turisti incuriositi.

La statua si trova all’incrocio tra Broad Street e Wall Street, proprio accanto al colonnato della Borsa. Una targa semplice dice: “In onore di Satoshi Nakamoto – Creatore di Bitcoin – Anno 2009”. Questa iniziativa si aggiunge alle tante altre con cui New York si sta confrontando con la blockchain negli ultimi mesi. “Non è cosa comune vedere qualcosa del genere qui davanti”, ha commentato sottovoce un agente di polizia presente all’installazione.

Wall Street accelera su Bitcoin

Il gesto di Twenty One Capital arriva in un momento particolare. Negli ultimi tempi, la Borsa di New York ha visto aumentare gli scambi legati agli ETF Bitcoin. Secondo i dati del NYSE, solo venerdì scorso sono stati scambiati oltre 1,2 miliardi di dollari in strumenti legati alla principale criptovaluta. Per analisti come Lisa Wong di MarketWatch, questo è il segnale evidente di “un cambio culturale” negli investitori istituzionali riguardo agli asset digitali.

Fino a pochi anni fa nessuno avrebbe immaginato una simile apertura verso le criptovalute da parte della finanza tradizionale. “Wall Street non può più ignorare Bitcoin”, ha detto Giudici durante l’inaugurazione ai giornalisti presenti. “Questa statua vuole stimolare il dialogo tra tecnologia innovativa e mercati regolamentati”.

Secondo Chainalysis, società che studia il settore cripto, le transazioni in criptovalute negli Stati Uniti sono cresciute del 40% nel 2025. Dietro questo boom ci sono sia i piccoli risparmiatori sia grandi investitori come fondi pensione e banche d’affari.

Le reazioni tra finanza e istituzioni

La nuova statua davanti alla Borsa non è passata inosservata agli occhi degli addetti ai lavori a Wall Street. Alcuni veterani hanno mostrato dubbi — c’è chi l’ha definita una provocazione, chi invece un segnale dei tempi che cambiano. “Non è solo una scultura”, ha detto il trader Anthony Di Palma poco dopo l’installazione. “È una dichiarazione: la finanza sta cambiando pelle”.

Dal lato delle istituzioni, invece, si va cauti. Il portavoce della SEC (Securities and Exchange Commission), contattato da alanews.it, ha commentato che “le criptovalute sono sotto attenta osservazione” e che “ogni iniziativa pubblica viene valutata singolarmente”. Nessuna dichiarazione ufficiale ancora dal sindaco Eric Adams, noto sostenitore della blockchain.

Nel cuore finanziario della città bastano pochi minuti perché la statua diventi subito meta per selfie e discussioni accese tra chi vede nel gesto una svolta positiva e chi teme i rischi legati all’eccessiva esposizione alle novità digitali.

Un ponte fra passato e futuro

L’opera davanti alla Borsa di New York chiude idealmente un cerchio cominciato sedici anni fa, quando il primo blocco Bitcoin venne generato da un computer sconosciuto. Oggi — tra i grattacieli simbolo del capitalismo americano — la figura misteriosa di Satoshi Nakamoto prende forma concreta. Un invito a riflettere sul rapporto fra innovazione tecnologica e stabilità dei mercati.

“Chissà cosa penserebbe il vero Satoshi”, ha sussurrato uno studente della Columbia University presente stamattina con i suoi compagni. Per ora resta lì: silenziosa, enigmatica, a pochi passi dall’ingresso principale del NYSE.

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