Smartphone caduto in acqua? Ecco come salvare il cellulare bagnato rapidamente ed efficacemente

Giulio Righi

25 Dicembre 2025

Roma, 25 dicembre 2025 – Quella mattina, che sembrava destinata a essere ricordata solo per la corsa sul lungomare, si è trasformata in un piccolo grattacapo tecnologico: il telefono è scivolato dalla tasca della tuta ed è finito proprio sul bagnasciuga. Per chi ama correre o allenarsi all’aperto, specialmente in città di mare come Ostia, Palermo o Rimini, il rischio di ritrovarsi con lo smartphone bagnato tra sabbia e acqua salata non è affatto remoto.

Quando lo smartphone tocca la sabbia umida

L’impatto con la sabbia bagnata e l’acqua salmastra può fare danni seri, e in fretta. Non solo lo schermo, spesso delicato, ma anche i circuiti interni rischiano di compromettersi. “La salsedine si infiltra subito negli ingressi del telefono, causando cortocircuiti nel giro di pochi minuti”, spiega Michele Zani, titolare di un centro assistenza a Trastevere. La reazione tipica? Frustrazione a parte, molti cadono nell’errore di provare a riaccendere subito il dispositivo per vedere se funziona.

I primi passi da fare dopo la caduta

Gli esperti suggeriscono di non farsi prendere dal panico. “Appena estratto dall’acqua, spegnete subito il telefono senza tentare di riaccenderlo”, consiglia Chiara Ferroni, responsabile del negozio PhoneFix al Lido di Ostia. Il vero problema dell’acqua salata è che i danni non si vedono subito. Attenzione anche a non scuotere il telefono nel tentativo di far uscire l’acqua: così rischiate solo di farla penetrare più in profondità. Meglio togliere la SIM e la microSD, se ci sono.

Le ore che seguono: niente rimedi casalinghi

Una volta fatta la prima mossa, via libera a un po’ di pazienza. Meglio lasciar perdere trucchi come il famoso “mettere il telefono nel riso”, spesso consigliato su blog e social ma poco efficace contro sale e sabbia. Ferroni spiega: “Meglio asciugare con delicatezza con un panno morbido e portare il dispositivo al più presto da un tecnico”. A volte una pulizia fatta bene può davvero salvare i circuiti.

Riparazioni e costi: cosa aspettarsi

Quanto costa rimettere a posto uno smartphone finito in acqua? Dipende dai danni e dal modello. A Milano, sostituire una scheda madre rovinata dall’acqua può costare fino a 200 euro; una pulizia interna invece si aggira intorno ai 30-40 euro. Ma non sempre si riesce a recuperare tutto. “Ci sono telefoni che sembrano riprendersi, ma dopo qualche giorno iniziano ad andare in tilt”, ammette Zani. Per chi ha dispositivi costosi, conviene controllare se l’assicurazione copre i danni da liquidi.

Come evitare che succeda ancora

Per chi corre o fa sport vicino al mare, qualche accorgimento può aiutare a evitare guai. L’uso di cover impermeabili—facili da trovare nei negozi sportivi o online—riduce molto i rischi. “Molti runner ormai usano fasce da braccio impermeabili”, racconta Luca Gentili, habitué della pista ciclabile tra Ostia e Torvaianica. Inoltre, è utile mettere lo smartphone lontano dai bordi della tasca o preferire abiti con zip ben chiuse.

Se l’assistenza è lontana

Non sempre c’è un centro assistenza vicino e raggiungibile subito. In quei casi bisogna stare alla larga dai rimedi casalinghi troppo invasivi: niente phon né microonde! Il calore può peggiorare i danni ai circuiti elettronici. Gli esperti consigliano solo di lasciare il telefono spento, all’asciutto e all’ombra fino a quando non si potrà portarlo da un professionista.

Racconti dalla pista: l’esperienza dei runner

“È successo anche a me lo scorso aprile”, racconta Francesca Rinaldi, impiegata romana che corre spesso lungo la spiaggia di Fregene. “Ho sentito il tonfo del telefono ed è stato un colpo al cuore vedere l’acqua intorno. Sono corsa subito in assistenza e mi hanno fatto una pulizia interna.” Episodi così circolano spesso nei gruppi social dei runner locali: quasi tutti concordano su un punto fondamentale: la tempestività è decisiva.

Smartphone resistenti all’acqua? Attenti alle illusioni

Molti telefoni oggi vantano certificazioni IP67 o IP68 contro acqua e polvere. Ma gli esperti mettono in guardia: queste protezioni valgono per immersioni brevi e in acqua dolce. “Il sale è molto più aggressivo,” avverte Ferroni, “e spesso quella resistenza non basta”.

Così una mattinata partita con l’entusiasmo della corsa può trasformarsi in una vera gara contro il tempo per salvare lo smartphone bagnato dalla sabbia e dal mare. Alla fine, un po’ di attenzione resta la migliore alleata per chi vuole continuare a correre con la musica nelle orecchie — senza rinunciare al telefono in tasca.

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