Singapore, 21 novembre 2025 – Il mercato retail delle criptovalute a Singapore sta cambiando volto. Gli investitori sembrano puntare sempre più su piattaforme affidabili, lasciandosi alle spalle la semplice ricerca delle commissioni più basse. A fotografare questo nuovo scenario è un’indagine congiunta di MoneyHero e Coinbase, che mette in luce una comunità di risparmiatori più attenta alla sicurezza e alle regole.
Investitori più esperti: la sicurezza prima di tutto
La ricerca, che ha coinvolto 3.513 investitori retail e cittadini interessati alle criptovalute, mostra come il 61% di chi ha competenze finanziarie possieda già criptovalute. Un segnale chiaro di un passaggio da un approccio pionieristico a uno più consapevole. Qui la fiducia nella piattaforma conta più del risparmio sulle commissioni. “Oggi la priorità è la sicurezza, non il risparmio a tutti i costi”, ha spiegato un portavoce di MoneyHero.
Anche la gestione degli investimenti riflette questo cambio di passo: il 58% si considera un “holder” a lungo termine, mentre il 42% dichiara di detenere criptoasset da più di due anni. Inoltre, per la maggior parte dei risparmiatori, la quota di criptovalute resta sotto il 10% del portafoglio totale, con una media di tre token diversi per investitore. Segno, secondo gli analisti, di una strategia che punta a un equilibrio tra disciplina e diversificazione.
Criptovalute: un fenomeno in crescita ma ancora diviso
Il dato più interessante riguarda la diffusione: il 61% degli investitori esperti possiede criptovalute, a dimostrazione che il fenomeno sta uscendo dalla nicchia. E c’è ancora spazio per crescere: il 27% di chi oggi non ha asset digitali si dice pronto a investire entro l’anno prossimo.
Resta però una certa divisione sull’identità stessa delle criptovalute. Il 44% le vede come un vero e proprio asset finanziario, mentre il 29% le considera uno strumento per la speculazione. Un buon numero, dunque, guarda ancora con cautela o scetticismo a questo settore.
Social media al centro della formazione, ma con rischi
Sul fronte delle informazioni, il 62% degli intervistati indica i social media come principale fonte per conoscere le criptovalute. Seguono amici e familiari (55%) e i media tradizionali (43%). Solo il 27% si affida ai blog delle piattaforme di scambio. Un dato che apre sia opportunità sia rischi: “La formazione passa dai social, ma questo può portare a errori o informazioni sbagliate”, ha avvertito uno degli autori dello studio.
Quando si parla di preparazione, la comunità si divide quasi a metà: il 48% si sente sicuro delle proprie conoscenze, mentre il 52% ammette di non essere abbastanza preparato.
Singapore, rigore e regole chiare
Singapore resta un punto di riferimento finanziario globale, grazie a politiche favorevoli e al rating AAA di Fitch. Ma si distingue anche per un approccio severo alle criptovalute. Nel 2020 è entrato in vigore il Payment Services Act, uno dei primi regolamenti completi in Asia per i token digitali.
Negli ultimi mesi, le autorità hanno stretto i controlli. A giugno, le società locali hanno dovuto interrompere le attività verso i mercati esteri, con multe fino a 200mila dollari o tre anni di carcere in caso di violazioni. “Non ci saranno proroghe né periodi di transizione”, ha avvertito la Monetary Authority of Singapore.
Più di recente, il direttore generale MAS Chia Der Jiun ha annunciato nuove misure contro i stablecoin non regolamentati: “Serve rafforzare la stabilità del sistema”, ha detto, sottolineando i limiti di questi token nel mantenere il valore senza supervisione.
Un mercato in trasformazione
Il quadro che emerge è quello di un mercato in rapido movimento, dove la fiducia negli operatori e regole solide stanno diventando fondamentali per gli investitori. Singapore si conferma un laboratorio avanzato per l’adozione delle criptovalute in Asia, ma anche un esempio di come bilanciare innovazione e protezione dei risparmiatori.
