Chi avesse investito 100 dollari al mese per tre anni avrebbe guadagnato in ogni caso, ma BTC ha battuto tutti.
Dal 2022 al 2025, bitcoin ha quasi triplicato il capitale investito: a confronto, oro e azioni restano indietro. Ma attenzione ai rischi.
Nel panorama degli investimenti finanziari, uno degli esercizi più utili è quello di immaginare scenari concreti. Cosa sarebbe successo se avessimo investito 100 dollari al mese, ogni mese, a partire da agosto 2022 fino a oggi, settembre 2025? Una simulazione semplice, ma estremamente efficace, per misurare le performance di tre asset molto diversi tra loro: Bitcoin, oro e l’indice S&P500.
Abbiamo immaginato un classico Piano di Accumulo del Capitale (PAC), effettuando un investimento fisso mensile su ciascun asset, per un periodo di 37 mesi consecutivi, senza commissioni e in dollari americani. L’obiettivo? Valutare quale asset avrebbe offerto il rendimento più interessante e quali riflessioni possiamo trarne oggi, in un contesto economico ancora instabile.
Bitcoin, oro e azioni USA a confronto: i numeri del PAC
L’investimento totale è lo stesso per tutti: 100 dollari al mese x 37 mesi = 3.700 dollari. Alla data del 2 settembre 2025, ecco cosa avremmo ottenuto:
Bitcoin (BTC): l’investitore avrebbe oggi in portafoglio 0,0982 BTC, acquistati nel tempo a prezzi medi molto inferiori rispetto all’attuale valore di mercato. Con Bitcoin a 110.500$, il controvalore dell’investimento sarebbe pari a 10.857 dollari, per una crescita del +193%. Un risultato straordinario che sfiora la triplicazione del capitale.
Oro (XAU/USD): nel corso di questi 37 mesi, l’investimento mensile avrebbe permesso di accumulare circa 1,69 once, corrispondenti a quasi 48 grammi di oro fisico. Con il prezzo dell’oro attorno ai 3.475$ l’oncia (valore aggiornato di settembre 2025), l’investitore avrebbe oggi un controvalore pari a 5.876 dollari, con un rendimento del +58%. Un risultato solido, trainato da tensioni internazionali, inflazione persistente e domanda crescente di beni rifugio.
S&P500 (SPX): investendo su un ETF che replica fedelmente l’indice americano, il capitale si sarebbe trasformato in 4.979 dollari, per un rendimento del +34,5%. È la performance più “debole” delle tre, ma rappresenta comunque un ottimo risultato in termini reali, considerando che è stato ottenuto su un asset ampiamente diversificato e meno volatile.

Guardando i numeri, il trionfo di Bitcoin è evidente. Nessun altro asset, nel periodo analizzato, ha mostrato una crescita così esplosiva a fronte di un PAC lineare e costante. Tuttavia, occorre fare attenzione: questo rendimento elevato è la ricompensa di un rischio molto più alto.
Durante questi 37 mesi, BTC ha vissuto diverse fasi turbolente, con discese repentine, momenti di panico e crolli superiori al 30%. Chi ha mantenuto la rotta, ha beneficiato della crescita finale, ma molti investitori retail avrebbero probabilmente mollato la presa nei momenti peggiori, perdendo l’occasione di cavalcare il trend.
Inoltre, la performance passata non garantisce nulla per il futuro. Bitcoin è un asset estremamente volatile, che può offrire alti ritorni ma anche perdite molto pesanti. Un investitore deve sapere bene quanto capitale è disposto a mettere a rischio, e per quanto tempo.
Oro e S&P500: ritorni più moderati, ma più stabili
L’oro ha dimostrato ancora una volta il suo valore come bene rifugio. Il rendimento del +58% ottenuto nel triennio è frutto di una domanda stabile, paure geopolitiche, timori inflattivi e una crescente considerazione anche da parte di banche centrali e grandi fondi. La crescita non è paragonabile a quella di BTC, ma si accompagna a una stabilità decisamente superiore.
L’S&P500, infine, conferma la sua reputazione di pilastro dell’investimento globale. Con oltre 500 aziende USArappresentate, ha saputo navigare tra rialzi dei tassi, crisi bancarie regionali, geopolitica incerta e dati macroeconomici altalenanti, restituendo comunque oltre un terzo di rendimento. Una performance coerente con il ruolo di zoccolo duro del portafoglio.
La morale di questa simulazione è chiara: se tre anni fa avessimo investito tutto su BTC, oggi staremmo festeggiando un ritorno clamoroso. Ma quanti di noi lo avrebbero fatto davvero? Quanti avrebbero retto alle forti correzioni, ai “crash” temporanei, ai periodi in cui l’oro e l’azionario sembravano più sicuri?
Il vero insegnamento sta nella diversificazione intelligente. Un portafoglio bilanciato tra crypto, oro, azioni, obbligazioni e altri strumenti permette di ottenere buoni ritorni nel lungo termine, contenendo i rischi. Un PAC distribuito su BTC, oro e S&P500 avrebbe consentito di ridurre la volatilità, migliorare il rapporto rischio/rendimento e mantenere la serenità anche nei momenti peggiori.
Nel 2025, in un mondo ancora segnato da grandi incertezze economiche, l’investitore vincente non è solo chi ha puntato sul cavallo giusto, ma chi ha saputo costruire un piano coerente con i propri obiettivi, il proprio profilo di rischio e la propria emotività.