Nel 2025 l’AI entra ufficialmente tra i banchi di scuola nel Lazio: obiettivo non è sostituire i docenti, ma educare all’uso consapevole della tecnologia.
Il nuovo anno scolastico nel Lazio si apre con una grande novità: l’intelligenza artificiale entra a scuola. La regione è stata selezionata insieme a Lombardia, Toscana e Calabria per una sperimentazione nazionale voluta dal ministero dell’Istruzione, che coinvolge 10 scuole sul territorio. A Roma, saranno cinque gli istituti partecipanti, tra cui l’Itis Galilei all’Esquilino, il liceo scientifico Cavour vicino al Colosseo e l’istituto comprensivo Hipatia a Torrenova.
Intelligenza artificiale in classe: cosa prevede il progetto sperimentale
Secondo le linee guida pubblicate a fine agosto 2025, l’obiettivo del programma è chiaro: introdurre l’AI nella didattica, educare i giovani all’uso responsabile della tecnologia e valorizzare il potenziale innovativo nelle scuole. La sperimentazione punta non solo a favorire l’apprendimento, ma anche a far emergere i talenti individuali, supportare l’inclusione e offrire strumenti digitali per migliorare l’interazione tra studenti e insegnanti.

Come spiega Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi, le applicazioni sono numerose: «L’intelligenza artificiale può aiutare a personalizzare lo studio, correggere in tempo reale i compiti con feedback specifici, fornire supporto linguistico agli studenti stranieri e generare materiali didattici su misura». Ma il potenziale si estende anche oltre la didattica: «L’AI può snellire il lavoro delle segreterie, ottimizzare la gestione degli orari e migliorare la comunicazione scuola-famiglia», afferma Rusconi.
Nel progetto però c’è un limite preciso: l’intelligenza artificiale non sostituirà mai i docenti, ma fungerà da supporto integrato. Il principio fondante è quello della “complementarità tra umano e macchina”, con un sistema scolastico che punti alla creazione di ecosistemi cognitivi ibridi, in cui la tecnologia aiuti ma non prenda il controllo.
Le nuove regole 2025: stop ai cellulari e tolleranza zero sul bullismo
Ma l’anno scolastico 2025-26 non sarà segnato solo dalla rivoluzione digitale. Per i circa 670.000 studenti laziali, molte altre novità importanti sono pronte ad accoglierli.
Tra le principali c’è la nuova normativa sulla condotta: chi prende 5 in comportamento sarà bocciato anche alle scuole medie, mentre chi prende 6 dovrà recuperare con un elaborato di educazione civica a settembre. Una svolta che mira a responsabilizzare gli studenti, anche nelle fasce più giovani, e a valorizzare il comportamento come parte integrante del percorso educativo.
Altro punto chiave è il divieto definitivo dei cellulari in classe. La prassi, già adottata in molte scuole, viene ora formalizzata a livello ministeriale, con il plauso di docenti e famiglie. L’obiettivo è mantenere alta l’attenzione durante le lezioni e contrastare le distrazioni digitali.
Particolare attenzione sarà poi riservata al fenomeno del bullismo, sempre più diffuso anche in forme subdole e online. Il Ministero dell’Istruzione ha annunciato che l’Ufficio scolastico regionale del Lazio potrà avviare indagini mirate nei casi segnalati, e saranno introdotti corsi di prevenzione obbligatori per gli studenti. Si tratta di una strategia più rigida, che punta a intervenire prima che i conflitti degenerino, sostenendo il benessere psicologico all’interno degli ambienti scolastici.
Per molti studenti laziali, inoltre, l’anno è già iniziato con una sfida supplementare: i recuperi estivi. Le stime parlano di un tasso di promossi dell’85% tra chi ha sostenuto le prove nei giorni scorsi, un dato in linea con gli anni precedenti ma che sottolinea la necessità di rafforzare il supporto didattico per gli studenti in difficoltà.