Napoli, 16 dicembre 2025 – Un elemento architettonico emerso nelle ultime campagne di scavo ha spinto gli archeologi a rivedere le ricostruzioni dell’aspetto originale di alcune delle ville più famose di Pompei. La scoperta, annunciata ieri mattina dagli esperti del Parco Archeologico e presentata durante una conferenza stampa alle 11.30 nell’auditorium di Porta Marina Inferiore, sta già accendendo il dibattito tra storici dell’arte e restauratori.
Nuovi indizi sulle antiche decorazioni delle ville pompeiane
Nel dettaglio, si tratta di una cornice in stucco finemente lavorata, trovata vicino alla Villa dei Misteri, lungo la parte nord della città antica. Le prime analisi del gruppo guidato dalla professoressa Elena Zaccaria dell’Università Federico II di Napoli evidenziano che il manufatto “apre a una soluzione decorativa poco esplorata finora negli studi”, ha spiegato la docente ai giornalisti. “La presenza e la posizione di questa cornice fanno pensare che molte stanze nelle ville pompeiane fossero originariamente decorate con fregi colorati, ben più elaborati e vari di quanto si credeva”.
La cornice, lunga circa 90 centimetri e alta 12, mostra evidenti tracce di pigmenti rosso-ocra e inserti dorati. “Non è solo un dettaglio estetico”, ha precisato Zaccaria, “ma un indizio che ci spinge a ripensare l’atmosfera stessa degli ambienti dove vivevano i patrizi pompeiani”. Proprio grazie a questa scoperta si è resa necessaria una revisione dei modelli tridimensionali e delle tavole ricostruttive oggi usate nei musei.
Dalla terra alla storia: il lavoro sul campo degli archeologi
Il frammento è venuto alla luce durante un intervento di manutenzione programmata tra via delle Tombe e via della Fortuna. Erano le 9 del mattino quando uno degli operai specializzati ha notato una sporgenza insolita nel terreno ammorbidito dalla pioggia. In pochi minuti, sotto gli occhi attenti dei responsabili del cantiere, è emersa la forma della cornice. “Abbiamo subito capito che non si trattava di una decorazione qualunque – racconta Francesco Di Rocco, capo-cantiere – era troppo rifinita, troppo integra rispetto ad altri elementi trovati in passato”.
Da lì sono partiti rilievi fotografici e una mappatura precisa dell’area. Gli studiosi hanno anche eseguito test non invasivi per identificare la composizione dei materiali, scoprendo un mix insolito di calce, polvere vulcanica e pigmenti minerali. Il campione ora è in laboratorio per analisi più approfondite; sarà confrontato con elementi simili trovati in altre parti della città.
Come cambia la ricostruzione delle ville
Il ritrovamento sta già influenzando i lavori di restauro in corso. La soprintendente del Parco Archeologico, Laura Marini, ha ammesso: “Questo frammento cambierà il modo in cui mostriamo Pompei al pubblico”. Finora i disegni ricostruttivi e i modelli digitali usati per rappresentare le ville romane si basavano su un’idea più sobria degli interni. Ora sarà necessario rivedere l’uso del colore e della luce nei rendering.
Le ricostruzioni tradizionali si basavano su resti murari spesso privi delle decorazioni superficiali originali o rovinati dal tempo e dagli scavi ottocenteschi. Questo frammento – spiegano gli esperti – fa pensare che molte stanze potessero apparire molto più vive, quasi teatrali. “Non era solo una questione di lusso – confida Marini – ma anche di cultura abitativa: i colori caldi avevano un significato simbolico e sociale.”
Cosa ci aspetta adesso
Il passo successivo sarà estendere gli scavi a un’altra zona vicino alla domus appena studiata. Gli archeologi sperano di trovare altri frammenti o decorazioni simili per confermare questa nuova lettura degli spazi privati. La comunità scientifica attende ora pubblicazioni ufficiali e dati completi: la relazione tecnica è prevista entro fine gennaio 2026.
Intanto i visitatori potranno vedere la cornice appena recuperata in una teca allestita nell’Antiquarium di Pompei già dalla prossima settimana. “È un pezzo che fa riflettere”, ha commentato uno degli studenti presenti alla presentazione. Come spesso accade a Pompei, il passato torna a farsi sentire quando meno te lo aspetti – con piccoli dettagli che riscrivono pagine intere della storia.
Ville pompeiane, dettagli architettonici, scavi archeologici: ancora una volta la città sepolta dal Vesuvio regala sorprese agli studiosi e ai curiosi. E solleva nuove domande su come davvero si viveva tra quelle mura oltre duemila anni fa.
