Robotica educativa 2025 e come sta cambiando davvero la scuola italiana

La programmazione a scuola

L'importanza della robotica e programmazione nelle scuole-cryptohack.it

Franco Vallesi

9 Settembre 2025

L’educazione del futuro passa dalla robotica: una metodologia innovativa, accessibile e inclusiva che rivoluziona l’apprendimento.

La robotica educativa rende le lezioni più coinvolgenti, stimola il pensiero critico e prepara le nuove generazioni al lavoro nell’era digitale.

Nel 2025, la robotica educativa non è più una sperimentazione di nicchia: è una risorsa strutturale nelle scuole più all’avanguardia, dalle primarie alle università. Un tempo considerati giocattoli intelligenti, i robot didattici sono oggi veri e propri strumenti di apprendimento, capaci di potenziare le competenze STEM, promuovere l’inclusione e avvicinare gli studenti alle professioni digitali.

Cos’è davvero la robotica educativa e perché funziona

La robotica educativa è una metodologia didattica interattiva che utilizza robot programmabili per insegnare scienze, tecnologia, ingegneria e matematica in modo pratico. Non si tratta solo di programmare macchine, ma di costruire esperienze di apprendimento attivo: gli studenti progettano, testano, collaborano e risolvono problemi reali.

L’approccio è multidisciplinare: si lavora su pensiero computazionale, lavoro di squadra, creatività, rispetto delle regole, e si apprendono concetti come loop, condizioni, eventi, sequenze. Inoltre, i robot sono spesso utilizzati per raccontare storie, creare ambienti simulati o risolvere sfide ambientali, rendendo le attività coinvolgenti anche per i più piccoli.

La didattica con i robot, se ben integrata nel curriculum, favorisce anche l’inclusione scolastica: attraverso il gioco e la sperimentazione, bambini con bisogni educativi speciali possono trovare un canale efficace di espressione e apprendimento.

La programmazione a scuola
L’importanza della robotica e programmazione nelle scuole-cryptohack.it

La forza della robotica educativa sta nella sua adattabilità ai diversi livelli scolastici. Nella scuola dell’infanzia e primaria, strumenti come Bee-Bot, Lego SPIKE Essential o i giochi di coding di Google Doodle permettono ai bambini di esplorare logica e programmazione con attività intuitive e creative.

Alle medie, entrano in scena robot più evoluti come Ozobot, Thymio e mBot, con l’introduzione graduale di ambienti come Scratch, Makecode e linguaggi di programmazione visuale.

Nel secondo ciclo, si alza l’asticella: gli studenti usano Arduino, Raspberry Pi, Lego Spike Prime e persino robot umanoidi come Nao, programmati con Python o tramite interfacce grafiche avanzate. In alcune scuole superiori tecniche, si lavora già con robot collaborativi industriali, come i Jobot o piattaforme con ROS.

In ambito universitario, la robotica si intreccia con progetti di ricerca avanzati, intelligenza artificiale, robotica mobile e automazione, preparando i futuri ingegneri a un mercato in costante evoluzione.

Come integrare la robotica nei programmi scolastici

L’introduzione della robotica non è improvvisazione: servono formazione docenti, risorse adeguate e obiettivi didattici chiari. Tra le best practice, i corsi di aggiornamento del PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale) offrono strumenti per aiutare i docenti a utilizzare al meglio i kit didattici.

È fondamentale partire da un inventario delle risorse e definire un percorso compatibile con il curriculum, preferibilmente con un approccio per progetti. Durante l’attività, gli insegnanti dovrebbero monitorare i progressi con strumenti di valutazione, adattando le lezioni in base ai risultati.

Dopo l’implementazione, è essenziale raccogliere feedback strutturati da studenti e docenti per migliorare le metodologie. La robotica non è un evento isolato, ma un processo da aggiornare costantemente, in sintonia con l’evoluzione della tecnologia.

Progetti concreti ed esempi di successo in classe

Uno dei casi più interessanti è il progetto “Smart Home” per le scuole secondarie. In un percorso di 12 ore, studenti di più classi collaborano alla realizzazione di un sistema domotico con Arduino, che permette di controllare da remoto luci temporizzate e sensori ambientali. Oltre a imparare elettronica e coding, i ragazzi acquisiscono competenze sulla sostenibilità energetica e l’automazione.

Un altro esempio è l’uso di Jobot nell’ambito formativo: robot industriali installati nei laboratori del Politecnico di Milano e dell’ITS A. Volta di Trieste. Qui, gli studenti sperimentano direttamente robotica collaborativa e automazione industriale, simulando scenari di produzione reale.

Infine, non va dimenticato il contributo di Nao, robot umanoide presente in molte scuole, utilizzato anche in percorsi per l’inclusione di studenti autistici grazie al software ASK. La sua interazione vocale, la capacità di riconoscere volti e la semplicità di programmazione lo rendono un compagno di apprendimento ideale.

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