Milano, 12 dicembre 2025 – “Guardate, non credo ci sia banca, istituto finanziario o ente di pagamento che non stia pensando, discutendo o già lavorando a una strategia sulle stablecoin”. Parole di Reece Merrick, dirigente di Ripple, pronunciate ieri durante il panel “Digital Currency e finanza globale” a Palazzo Mezzanotte. Nel cuore della piazza finanziaria milanese, il suo intervento ha acceso un vivace dibattito tra operatori e addetti ai lavori, segnando un momento chiave nel confronto sulla transizione digitale del sistema bancario.
Stablecoin e banche: la nuova frontiera digitale
Le stablecoin – valute digitali legate a un asset stabile, come il dollaro o l’euro – sono ormai protagoniste da mesi nel mondo della finanza europea. Dall’incontro è emerso che la corsa delle banche verso queste soluzioni è già partita. “Le discussioni interne sono diventate più intense nell’ultimo anno”, racconta una manager di una grande banca italiana, che preferisce restare anonima. Una prudenza comprensibile, visto che le regole non sono ancora chiare. Solo a metà novembre l’European Banking Authority ha pubblicato nuove linee guida su cripto-attività e gestione dei rischi.
Gli occhi degli operatori sono puntati oltre Atlantico. Negli Stati Uniti gruppi come JPMorgan Chase hanno già provato circuiti interni di stablecoin per pagamenti istantanei. Secondo diversi analisti presenti all’evento, tutte le principali banche europee cercano di non restare indietro su questo fronte. Un fronte che promette più velocità nelle transazioni e costi operativi più bassi.
Ostacoli regolamentari e il nodo della fiducia
Nonostante l’entusiasmo per le potenzialità delle valute digitali stabili, il quadro normativo rimane frammentato. In Italia, la Banca d’Italia segue “con molta attenzione” – come ha detto il vice direttore generale Luigi Federico Signorini – l’evoluzione dei pagamenti digitali. “Bisogna andare piano”, ha ribadito Signorini in un’audizione parlamentare recente, “senza correre rischi che possano danneggiare i risparmiatori”.
Nel frattempo le autorità europee stanno lavorando per mettere a punto regole comuni. Il Regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets), ora in fase attuativa, introduce standard più severi per chi emette stablecoin e per chi offre servizi legati a queste valute. Un passaggio ritenuto fondamentale dalla maggior parte dei banchieri presenti: “La fiducia in questi strumenti dipenderà dal quadro normativo”, ha osservato un responsabile compliance di un gruppo assicurativo.
Solo quando ci sarà una normativa chiara e condivisa a livello europeo le stablecoin potranno davvero entrare nelle piattaforme bancarie tradizionali. Ma non tutti credono che bastino le leggi a garantire stabilità: “La reputazione degli emittenti sarà la vera prova del fuoco”, ha spiegato un docente di economia monetaria dell’Università Bocconi.
Pagamenti più rapidi e nuovi servizi: cosa cambia davvero
Al centro del dibattito ci sono gli usi concreti delle stablecoin nella vita bancaria di tutti i giorni. Chi crede nelle potenzialità punta sull’efficienza nei pagamenti, soprattutto quelli internazionali, dove ancora si aspettano giorni per completare le operazioni. “L’obiettivo è portare tutto alla velocità reale”, ammette un dirigente fintech romano. Secondo dati SWIFT, con le valute digitali si potrebbero tagliare i costi dei bonifici internazionali fino al 70% rispetto ai sistemi tradizionali.
Non si parla solo di pagamenti però. Diverse banche stanno studiando l’emissione di token garantiti e la gestione degli asset digitali per clienti private. Cresce anche l’interesse delle imprese: alcune aziende esportatrici del Nord Italia – dicono fonti Confindustria – vedono nelle stablecoin uno strumento utile per ridurre gli oneri legati alle valute estere e semplificare la rendicontazione.
Ripple tra progetti pilota e strategie sul campo
Ripple, tra i protagonisti nello sviluppo di infrastrutture basate sulla blockchain, è da tempo al tavolo con diverse banche europee. Merrick – responsabile delle partnership istituzionali per l’area EMEA – ha ribadito il ruolo della società come ponte tra i sistemi tradizionali e la nuova finanza digitale. Secondo fonti interne a Ripple, nei prossimi sei mesi potrebbero arrivare annunci su progetti pilota con almeno due gruppi bancari italiani.
Per ora si resta nella fase degli studi e sperimentazioni. Il vero salto dipenderà da come i regolatori europei risolveranno i nodi su controlli e responsabilità degli emittenti. Insomma, un settore in forte movimento ma ancora alle prese con vecchi interrogativi: chi assicura la stabilità? Chi protegge i risparmiatori? E quali saranno i benefici reali per utenti e imprese?
Intanto, dalle sale conferenze ai piani alti delle grandi banche milanesi, il messaggio è chiaro: nessuno vuole perdere terreno nella partita delle stablecoin.
