LONDRA, 2 dicembre 2025 – Il governo britannico sta pensando di mettere al bando le donazioni in criptovalute ai partiti politici. Una decisione che arriva mentre cresce l’attenzione sull’origine dei finanziamenti e sul rischio di ingerenze straniere. Proprio in questo clima, Reform UK continua a salire nei sondaggi. Fonti vicine al Cabinet Office spiegano che l’esecutivo potrebbe portare in Parlamento una legge già nelle prossime settimane, con l’obiettivo di “rendere più trasparente il sistema e difendere la democrazia”, hanno riferito ieri funzionari di Downing Street.
Pressione crescente sulle donazioni politiche
Negli ultimi mesi, il tema delle donazioni in criptovalute ha preso piede nell’agenda pubblica, spinto anche dall’ascesa di forze come Reform UK, guidata da Richard Tice. Un’indagine del Guardian della scorsa settimana ha rivelato che almeno due movimenti politici britannici avrebbero ricevuto “piccoli ma difficili da tracciare” versamenti in Bitcoin ed Ethereum tra ottobre e novembre. Nessuna irregolarità è stata però formalmente contestata. Il nodo, secondo diversi esperti sentiti da alanews.it, riguarda soprattutto il rischio di “movimenti di denaro quasi invisibili” e la possibilità che “soldi dall’estero aggirino le regole sui finanziamenti”, come ha spiegato Mark Elliot, professore di diritto costituzionale all’Università di Cambridge.
Il timore delle ingerenze straniere
La questione della trasparenza nei finanziamenti politici a Westminster non è una novità. Ma stavolta — anche per la volatilità delle criptovalute e le recenti indagini su flussi provenienti da paesi extraeuropei — il pericolo sembra più reale. “Non si parla solo di tecnologia o innovazione”, ha detto un portavoce del governo Sunak. “Qui c’è in gioco la fiducia e la sicurezza nazionale.” Il punto è che attori stranieri potrebbero usare i crypto-asset per influenzare le elezioni senza passare per i canali tradizionali, come bonifici o pagamenti tracciabili.
Numeri e allarme: si va verso una riforma
I dati della Electoral Commission mostrano che le donazioni “non tradizionali” restano ancora marginali — meno dell’1% del totale nel 2024 — ma sono in crescita. Solo quest’anno, secondo un rapporto diffuso il 29 novembre, sono stati segnalati circa 320 mila sterline in asset digitali destinati a comitati politici. Cifre modeste rispetto ai fondi classici, ma giudicate “significative” dagli esperti. Da qui la spinta per una legge chiara: “Serve trasparenza o il sistema diventa opaco”, ha ribadito ieri Sir John Holmes, presidente della Commissione Elettorale. Parole che hanno raccolto consensi trasversali tra laburisti e conservatori, spesso divisi su tutto ma uniti su questo tema.
Reform UK: boom nei sondaggi e polemiche
L’ascesa di Reform UK, nato dal mondo pro-Brexit, complica ancora di più il quadro politico. L’ultimo sondaggio YouGov pubblicato sabato mattina li dà al 15%, contro l’11% due settimane fa. Il partito nega qualsiasi legame con finanziamenti esteri o anonimi; ieri pomeriggio il tesoriere ha assicurato che tutte le donazioni sono state correttamente registrate e comunicate alle autorità. Ma il dibattito resta acceso: un attivista laburista davanti alla sede della Commissione Elettorale a Great Smith Street ha definito “urgente fissare nuove regole prima delle prossime elezioni”.
Reazioni nel mondo politico e scenari futuri
La possibile stretta sulle donazioni in criptovalute ha già fatto scattare reazioni contrastanti. Da una parte i Liberal Democrats chiedono di “chiudere ogni via d’uscita per i fondi esteri”. Dall’altra, chi sostiene la finanza digitale parla di “provvedimento contro l’innovazione”. Tra gli addetti ai lavori ci sono opinioni diverse: una fonte della UK Crypto Association sottolinea che “le crypto-donazioni possono essere controllate meglio dei contanti se si usano gli strumenti giusti”.
Il governo punta a presentare un disegno di legge entro gennaio 2026 con un iter rapido grazie al consenso diffuso, almeno su questo punto, tra maggioranza e opposizione. Resta da definire il dettaglio tecnico: soglie minime per le donazioni, sistemi per identificare chi dona e sanzioni per chi infrange le regole. Solo allora si vedrà se la stretta sulle criptovalute sarà efficace o se sposterà semplicemente il problema altrove.
