Questa obbligazione con rating AA offre rendimenti più alti dei BTP

Guadagni

Quali obbligazioni rendono più di altre. Scopriamolo-cryptohack.it

Franco Vallesi

11 Settembre 2025

Il Gilt 2035 può offrire rendimenti interessanti rispetto ai BTP italiani, ma nasconde insidie che l’investitore deve conoscere prima di agire.

Negli ultimi due anni, lo scenario dei titoli di Stato è cambiato profondamente. Il BTP decennale, che nell’ottobre 2023sfiorava il 5%, oggi si è assestato su un rendimento del 3,53%. L’inflazione in discesa e la fine della stagione dei tassi alti hanno modificato le opportunità per chi cerca di proteggere il capitale e guadagnare interessi in modo sicuro. Eppure, fuori dal MEF, esistono ancora obbligazioni sovrane che offrono rendimenti interessanti. Una di queste è emessa dal Regno Unito e ha una scadenza inferiore ai 10 anni.

Il Gilt britannico che rende il 4,7% lordo annuo

Stiamo parlando dell’obbligazione con codice GB00BMGR2916, emessa il 9 settembre 2020 e in scadenza il 31 luglio 2035. Si tratta di un Gilt, cioè un titolo di Stato britannico, con una cedola nominale dello 0,625% annuo, pagata in due tranche semestrali. A prima vista, potrebbe sembrare poco appetibile rispetto a un BTP. Ma il suo prezzo attuale di mercato, attorno a 68,4 sterline, fa salire il rendimento effettivo lordo ben oltre il 4%, fino a toccare il 4,7%.

Il titolo è negoziabile anche sul MOT di Borsa Italiana, ma qui i volumi sono bassi e lo spread tra domanda e offerta è spesso ampio. Questo comporta un rischio di liquidità, ovvero la possibilità che sia difficile acquistare o vendere il bond senza penalizzazioni. Il flottante è ampio (34,8 miliardi di sterline), ma le contrattazioni effettive risultano ridotte.

Interessi
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A parità di scadenza, un confronto diretto col BTP può essere illuminante. Il titolo italiano emesso ad agosto 2020, con ISIN IT0005499080 e scadenza nel 2030, offre una cedola dell’1,65%. Ancora più recente, il BTP del 28 agosto 2025con ISIN IT0005648149, paga una cedola del 3,60%. In entrambi i casi, il rendimento effettivo resta sotto al 4%, mentre il Gilt britannico – complice la quotazione sotto la parità – raggiunge appunto il 4,7% lordo.

A rendere interessante il titolo inglese è anche il rating: AA secondo le principali agenzie internazionali, con outlook stabile nonostante le recenti tensioni sui conti pubblici del Regno Unito. Il debito britannico, infatti, è in crescita, ma ancora lontano dai livelli di allarme che riguardano altri Paesi occidentali.

Le incognite che un investitore deve valutare

Nonostante il rendimento interessante, l’obbligazione presenta diversi rischi da considerare. Il primo, e più rilevante, è quello di cambio. Il Gilt è denominato in sterline, per cui il ritorno reale per un investitore italiano dipenderà fortemente dall’andamento dell’EUR/GBP nel tempo. Oggi il cambio viaggia attorno a 0,8679, ma negli ultimi mesi ha toccato un minimo di 0,8240 e un massimo di 0,8766.

Secondo le previsioni aggiornate al 2025, l’euro è atteso in leggero rialzo fino ad aprile 2026 (picco a 0,921), per poi oscillare verso il basso fino a giugno 2028 (minimo previsto a 0,843). Tuttavia, la volatilità del cross rende impossibile stimare con certezza il ritorno netto finale.

Altri rischi da valutare: la duration modificata è pari a 9,1, quindi il titolo è molto sensibile ai movimenti dei tassi d’interesse. Se i tassi dovessero risalire – ad esempio in caso di nuova inflazione o stretta monetaria della BoE – il prezzo potrebbe scendere ulteriormente. Infine, la cedola bassa (solo lo 0,625%) non aiuta a proteggersi dall’inflazione corrente.

Opportunità o trappola?

Chi decide di acquistare questo titolo lo fa puntando su un graduale recupero di prezzo e su un apprezzamento della sterlina rispetto all’euro. In questo caso, l’obbligazione britannica potrebbe battere il BTP italiano e offrire un ritorno sopra la media per i titoli a medio-lungo termine. Ma se le condizioni valutarie o macroeconomiche dovessero cambiare in modo sfavorevole, il rischio è quello di ottenere un rendimento inferiore al previsto o addirittura negativo.

È un’opportunità sofisticata, adatta a investitori con una certa propensione al rischio e capaci di monitorare attivamente i mercati. Di certo, l’offerta di titoli sovrani esteri in euro – specie con rating elevato – è oggi limitata. Guardare fuori dai confini del BTP può essere una mossa sensata, ma solo se accompagnata da una strategia consapevole.

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