Quando tutti lo dicono, i minimi delle criptovalute sono rari: il parere di Santiment

Quando tutti lo dicono, i minimi delle criptovalute sono rari: il parere di Santiment

Quando tutti lo dicono, i minimi delle criptovalute sono rari: il parere di Santiment

Giulio Righi

16 Novembre 2025

Milano, 16 novembre 2025 – Il mercato delle criptovalute naviga in acque agitate. Analisti e operatori si interrogano se il recente calo di Bitcoin segni davvero un minimo di lungo termine. La piattaforma di analisi Santiment mette in guardia: i veri “bottom” quasi mai corrispondono ai momenti in cui tutti li annunciano. Nel report di sabato si legge chiaramente: “Quando si forma un consenso ampio su un prezzo minimo, bisogna stare attenti. I minimi veri arrivano spesso quando la maggioranza teme ancora ulteriori cali.”

Bitcoin fa fatica: è davvero questo il punto più basso?

Venerdì, Bitcoin è sceso per un attimo sotto i 95.000 dollari, spinto verso il basso dal crollo dei titoli tech a Wall Street. La discussione è esplosa sui social, dove molti trader hanno rilanciato l’idea che “il peggio è passato”. Ma Santiment invita a non farsi illusioni. Gli esperti spiegano che “dopo una discesa, quando il sentiment vira all’ottimismo, spesso arriva un’altra fase negativa.”

Intanto, non mancano le voci che puntano ancora in alto. Arthur Hayes, co-fondatore di BitMEX, e Tom Lee, presidente di BitMine, hanno confermato nelle ultime settimane le loro previsioni rialziste. Secondo loro, Bitcoin potrebbe toccare i 200.000 dollari o più entro fine anno. Una prospettiva che però fatica a trovare terreno nel clima attuale.

Sentiment ai minimi: paura e confusione crescono

I dati di Santiment mostrano che il rapporto tra commenti positivi e negativi su Bitcoin è al punto più basso dell’ultimo mese. “Con il prezzo in calo, la dominance sociale di Bitcoin ha superato il 40%,” scrivono gli analisti. In pratica, mentre il valore scende, le conversazioni aumentano — ma con toni carichi di preoccupazione.

Tra le cause del recente sell-off, molti hanno puntato il dito su Michael Saylor, presidente di Strategy, accusato sui social di aver venduto parte dei suoi Bitcoin. Il suo nome è stato menzionato a raffica durante la discesa. Ma Saylor ha smentito tutto in un’intervista a CNBC venerdì pomeriggio: “Non abbiamo venduto nulla,” ha detto con fermezza.

ETF Bitcoin in rosso: flussi in uscita e segnali contrastanti

Un capitolo a parte riguarda gli ETF spot su Bitcoin negli Stati Uniti. Negli ultimi tre giorni di contrattazioni, secondo i dati Farside, i fondi hanno visto deflussi per 1,17 miliardi di dollari. Solo giovedì, le uscite nette hanno raggiunto 866 milioni, il secondo peggior dato dopo il 25 febbraio scorso, quando si registrarono 1,14 miliardi.

Ma Santiment invita a leggere questi numeri con attenzione. “Grossi afflussi negli ETF spesso segnano i massimi di prezzo; al contrario, deflussi pesanti coincidono con minimi di mercato e panico tra i piccoli investitori,” spiegano gli analisti. Insomma, la fuga dagli ETF potrebbe essere il segnale di una capitolazione — la fase che spesso precede una ripresa.

Tra previsioni e dubbi: cosa ci aspetta?

La situazione resta incerta. Da un lato la pressione al ribasso e la sfiducia tra i piccoli investitori, dall’altro le previsioni ottimiste di alcuni big del settore e la possibilità che proprio questi momenti difficili siano un’opportunità per chi sa aspettare.

“Il mercato delle criptovalute è ciclico e spesso imprevedibile,” racconta un trader milanese che segue Bitcoin dal 2017. “Quando tutti urlano al minimo o al massimo, è meglio fermarsi e osservare.” Per ora, l’unica certezza è che la volatilità resta alta. E ogni previsione va presa con le pinze.

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