Può una balena inghiottire un uomo? La verità scientifica dietro mito e realtà

Salvatore Broggi

21 Dicembre 2025

Roma, 21 dicembre 2025 – Quando un uomo si trova faccia a faccia con una balena, tra mito biblico e cronaca moderna, si crea un mix di leggende e realtà che la scienza fatica ancora a districare. Nel corso dei secoli, storie come quella di Giona hanno alimentato la fantasia popolare. Ma episodi veri – come quello del pescatore Michael Packard, risucchiato da una megattera al largo di Cape Cod nel giugno 2021 – riportano la questione al centro dell’attenzione pubblica. Ma cosa succede davvero in questi rari incontri tra uomo e cetaceo? E soprattutto, cosa ci dice la biologia?

La biologia delle balene e il “caso Giona”

Gli esperti dell’Istituto Nazionale di Biologia Marina di Napoli escludono quasi del tutto che una balena possa “ingoiare” un uomo. «Le specie più grandi, come la balenottera azzurra o la megattera, hanno una gola ampia ma una laringe molto stretta», spiega Giovanni La Rosa, biologo marino e docente universitario. La conformazione fisica del cetaceo non permette il passaggio di un corpo umano, se non in casi eccezionali e comunque mai fino allo stomaco.

Eppure, nelle scritture e nei racconti popolari, il “miracolo” della sopravvivenza dentro la balena rimane vivo. Gli studiosi dell’Università “La Sapienza” di Roma sottolineano come questa leggenda abbia radici antiche nelle tradizioni orali. Più che un fatto reale, simboleggia un viaggio di rinascita. Solo negli ultimi secoli – con il crescere delle testimonianze dirette – la scienza ha cominciato a indagare seriamente questi incontri.

I casi documentati: tra rischio e fortuna

Nel giugno 2021, alle 8.30 del mattino, Michael Packard – subacqueo commerciale di Provincetown, Massachusetts – è stato risucchiato per circa trenta secondi dalla bocca di una megattera durante una battuta di pesca all’astice. «Ero dentro la sua bocca, sentivo i muscoli che si chiudevano», ha raccontato Packard alla NBC. L’episodio, confermato dal Cape Cod Times e dal team medico del Cape Cod Hospital, si è risolto senza gravi conseguenze: la balena ha rigettato l’uomo quasi subito.

Eventi così sono estremamente rari, spiega Francesca Bellini del Centro Cetacei di Genova. «I grandi cetacei si nutrono principalmente di krill o piccoli pesci filtrando grandi quantità d’acqua. Incontrare un essere umano per caso è solo una sfortunata coincidenza». Le balene non sono predatori pericolosi per l’uomo: non c’è mai stato un attacco volontario.

La dinamica degli incontri: tra biologia e comportamento

Le balene salgono in superficie soprattutto al mattino o al tramonto. Quando si immergono per nutrirsi (lo fanno spalancando le fauci), creano correnti potenti che attirano pesci e plancton ma possono trascinare con sé anche sub o nuotatori imprudenti. I biologi ricordano che questi mammiferi hanno sensi molto sviluppati ma non perfetti: durante il “lunge feeding”, cioè quando aprono rapidamente la bocca per inghiottire prede in massa, non sempre riescono a riconoscere oggetti estranei.

«Se vi trovate in mare aperto, meglio mantenere le distanze», avverte Bellini. La maggior parte degli incontri avviene nelle zone di alimentazione come le coste californiane o il Golfo di California. L’International Whaling Commission registra in media uno o due casi all’anno di contatti ravvicinati, quasi sempre senza feriti gravi.

Miti, cinema e nuove consapevolezze

Da Moby Dick alle serie della BBC, il rapporto tra uomo e balena continua a catturare l’immaginazione. Le immagini degli ultimi anni – sub circondati da megattere curiose o kayak sollevati dalla coda dei cetacei – contribuiscono a creare un’aura di mistero e rispetto. Però, avverte Bellini, il vero pericolo è sottovalutare la stazza e la forza dell’animale: «Una semplice pinna può provocare ferite serie anche senza volerlo».

Nonostante le leggende bibliche, insomma, la realtà ci dice prudenza e attenzione. I biologi invitano a vedere i cetacei come alleati preziosi della biodiversità marina: creature straordinarie da osservare con rispetto ma mantenendo sempre una distanza sicura.

Scienza e informazione: cosa resta da capire

Gli studi più recenti pubblicati su riviste come Marine Mammal Science mostrano che l’aumento della presenza umana in mare aperto porta anche a più incontri ravvicinati con i cetacei. Eppure nessun caso accertato dalla comunità scientifica internazionale racconta l’ingestione completa di un uomo.

«Le balene non cercano l’uomo», conclude La Rosa. «Quando succede un incontro così stretto è sempre un incidente». Le leggende restano nella memoria collettiva; la scienza prova a raccontare un’altra storia fatta di dati e osservazioni concrete. Racconti ce ne sono ancora tanti; ma oggi c’è anche più consapevolezza: in mare aperto rispetto e prudenza non bastano mai.

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