Polonia blocca legge sulle criptovalute dopo veto presidenziale: caos regolatorio in Europa

Salvatore Broggi

5 Dicembre 2025

Varsavia, 5 dicembre 2025 – I deputati polacchi, riuniti ieri nella capitale, non sono riusciti a superare il veto posto dal presidente Andrzej Duda sulla Crypto-Asset Market Act, la legge che avrebbe dovuto mettere la Polonia al passo con le direttive europee sul mercato delle criptovalute. Il tentativo di ribaltare la decisione presidenziale è naufragato nel tardo pomeriggio in Parlamento, lasciando così il Paese senza un quadro normativo aggiornato sulle crypto-assets. Questa mancata intesa aggrava lo scontro istituzionale e aumenta l’incertezza tra gli operatori del settore.

Lo stallo normativo sulle criptovalute

Il disegno di legge, noto come Crypto-Asset Market Act, era stato approvato a maggioranza alla Sejm lo scorso ottobre. Il testo avrebbe recepito, con qualche modifica locale, le indicazioni dell’Unione Europea per la regolamentazione delle criptovalute e della finanza decentralizzata (DeFi). L’obiettivo era semplice: mettere regole chiare per scambiatori, investitori e aziende fintech, garantendo più trasparenza e controllo sulle transazioni. Però il veto presidenziale – notificato ufficialmente il 24 novembre – ha bloccato tutto sul più bello.

“Non possiamo accettare una legge che mette a rischio la sovranità finanziaria del Paese”, ha detto una fonte vicina al presidente Duda a Gazeta Wyborcza. La maggioranza parlamentare, sostenitrice del governo di Donald Tusk, ha provato fino all’ultimo a raccogliere i voti necessari per rovesciare il veto. Ma il tentativo è fallito per ventisei voti: segno che anche dentro la coalizione le divisioni sono forti.

Divisioni politiche e timori per la sicurezza

Le differenze non riguardano solo aspetti tecnici. Dentro la maggioranza si sono aperti contrasti sulla gestione dei controlli antiriciclaggio e sulle identità digitali degli utenti crypto. Alcuni deputati di Piattaforma Civica hanno espresso dubbi su “passaggi poco chiari” nelle procedure di verifica, poco prima del voto. La ministra delle Finanze, Magdalena Rzeczkowska, aveva spiegato: “La normativa UE deve essere recepita entro fine anno, ma senza sacrificare le tutele nazionali”.

Il timore – raccontano fonti parlamentari a Polsat News – è che una regolamentazione troppo rigida possa soffocare l’innovazione e spingere operatori e capitali verso Paesi più permissivi. Allo stesso tempo, però, pesa anche il rischio di lasciare scoperto il sistema dai flussi di denaro illecito legati a criptovalute poco trasparenti.

Effetti sul settore fintech e rapporti con Bruxelles

Nel breve termine, il respingimento della legge rischia di lasciare la Polonia in una posizione fuori dal coro rispetto all’Europa. A pochi giorni dalla scadenza fissata dall’UE per l’adozione delle nuove regole sui crypto-asset, Varsavia si ritrova senza uno strumento valido per controllare e vigilare i mercati digitali. “Questa situazione potrebbe penalizzare non solo le start-up fintech ma anche gli investitori stranieri”, avverte Piotr Borys, analista della Warsaw School of Economics.

Le associazioni di categoria – come Polish Blockchain Association e Fintech Poland – hanno lanciato un appello ai politici perché “si trovi presto un compromesso”. Secondo i dati dell’associazione, circa 300 aziende polacche operano nel campo della blockchain e delle crypto: molte fanno già fatica a ottenere licenze uniformi su scala europea.

Reazioni internazionali e scenari futuri

L’Unione Europea, che punta ad armonizzare le regole con il regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets), segue da vicino questa impasse polacca. Un portavoce della Commissione ha ricordato che “l’allineamento degli Stati membri non è facoltativo” e che “la mancata applicazione può portare a procedure d’infrazione”.

Intanto cresce la pressione dagli operatori internazionali. Alcuni exchange – tra cui BitBay e Kanga Exchange – hanno informato i propri clienti che “non potranno garantire la piena operatività senza una normativa chiara”. Gli investitori istituzionali temono ora un aumento dell’incertezza regolamentare: un fattore che potrebbe frenare l’arrivo di capitali stranieri e rallentare l’innovazione nel settore.

In definitiva, per la Polonia si apre una fase delicata: deve scegliere tra rispondere alle richieste europee o tutelare le sue particolarità nazionali nel mercato dei crypto-asset. Solo nei prossimi mesi – forse già entro gennaio – si capirà se prevarrà l’allineamento o la prudenza. Intanto resta un clima sospeso: una legge attesa da mesi resta bloccata tra Parlamento e Presidenza.

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