Polonia blocca la legge sulle criptovalute dopo il veto presidenziale: rallenta la regolamentazione EU-aligned

Salvatore Broggi

5 Dicembre 2025

Varsavia, 5 dicembre 2025 – Ieri sera il Parlamento polacco non è riuscito a superare il veto del presidente Andrzej Duda sulla legge che regolamenta i mercati delle cripto-attività. Così, il Paese rinvia ancora l’adeguamento alle nuove regole europee, mentre restano aperte le tensioni politiche sulla supervisione del settore.

Scontro in Parlamento sulla legge cripto

Il voto per ribaltare il veto presidenziale, atteso da giorni in Sejm, la Camera bassa, si è chiuso senza raggiungere la maggioranza dei tre quinti necessaria. Molti deputati della maggioranza speravano in un appoggio almeno parziale dell’opposizione. Ma alle 19.15 il risultato ha confermato l’impasse: 227 sì, 204 no e qualche astensione, mentre ne servivano almeno 276.

“Non è solo una questione tecnica”, ha detto Krzysztof Gawkowski, capo gruppo di Lewica. “In gioco c’è la credibilità della Polonia a Bruxelles e la tutela degli investitori”, ha aggiunto con decisione fuori dall’aula. Dal fronte del partito di governo PiS, invece, si sono fatti sentire toni più cauti. Zbigniew Ziobro ha spiegato: “Serve più tempo per capire rischi e vantaggi delle crypto”, esprimendo timori che norme troppo rigide possano bloccare l’innovazione nazionale.

Cosa prevedeva la legge sul mercato cripto

Il testo respinto avrebbe recepito il regolamento europeo MiCA (Markets in Crypto-Assets), varato nel 2023 dopo lunghe trattative tra gli Stati membri. La norma introduceva standard comuni per controllare Bitcoin, stablecoin e NFT, imponendo trasparenza agli operatori e protezioni per i piccoli investitori.

Una riforma pensata – come spiega la relazione allegata – per “evitare abusi, frodi e oscillazioni estreme”, dopo il crollo di piattaforme come FTX e Terra-Luna che hanno scosso anche i risparmiatori polacchi. Ma Duda si è opposto fermamente: secondo il suo staff alcune parti della legge “limiterebbero l’autonomia della banca centrale nella vigilanza delle valute digitali”. Il governo non è riuscito a dissipare questi dubbi.

Polonia rischia di restare fuori dal quadro europeo

La mancata approvazione espone ora la Polonia al rischio di isolamento normativo nel panorama UE. Il regolamento MiCA entrerà in vigore nella maggior parte degli Stati membri dall’1 gennaio 2026. Varsavia resta così tra i pochi Paesi senza regole uniformi su criptovalute e token digitali.

Gli esperti mettono in guardia: senza una normativa chiara, il mercato interno diventa più vulnerabile a “frodi e riciclaggio”, avverte Piotr Nowak dell’Università di Varsavia. Da Bruxelles arriva una dura presa di posizione da parte della Commissione europea che definisce “deludente” l’impasse polacca.

Nel frattempo alcune piattaforme internazionali hanno già annunciato possibili ridimensionamenti nel Paese se manca una normativa armonizzata. “Seguiamo le regole UE”, ha detto un portavoce di Binance Europe. Dal governo Morawiecki nessun commento ufficiale oltre a un semplice riconoscimento del blocco.

Cosa succederà ora?

Resta molta incertezza sul futuro: per riproporre la legge servirà un nuovo percorso parlamentare o un compromesso diverso con la presidenza. Nei prossimi mesi potrebbe riaprirsi il confronto su come controllare le cripto-attività. Ma per ora – raccontano i cronisti locali – l’atmosfera in aula è tesa come non mai.

Intanto migliaia di investitori polacchi guardano all’Europa con una miscela di frustrazione e speranza. “Abbiamo bisogno di regole chiare, come tutti gli altri”, confida Adam, piccolo risparmiatore di Cracovia raggiunto al telefono durante la notte.

Per la Polonia questo stallo segna una frattura difficile da sanare: le criptovalute restano un terreno scivoloso. Eppure la partita con Bruxelles è tutt’altro che chiusa.

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