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Perché Tim riceverà un rimborso di un miliardo dal governo italiano?

Dopo più di 25 anni Tim deve essere risarcita. L’Italia dovrà a pagare a TIM un miliardo di euro per aver riscosso illecitamente un canone di concessione nel 1998. Il governo ha intenzione di fare ricorso

TIM riceverà un rimborso di 1 miliardo di euro dal governo italiano dopo che la corte d’appello si è pronunciata a favore per una causa legale del 1998. La conferma è arrivata dalla stessa azienda Gruppo Tim e anche da Palazzo Chigi, che ha comunicato di avere intenzione di avviare un ricorso. Secondo la sentenza, lo Stato è stato condannato a restituire all’operatore telefonico circa 530 milioni di euro più interessi per canoni di licenza pagati dalla società e non dovuti. La sentenza è immediatamente esecutiva e Telecom Italia ha fatto sapere che si muoverà immediatamente per recuperare i fondi.

TIM fece ricorso nel 2000 e sulla questione si sono espressi vari tribunali italiani e la Corte di giustizia europea che nel 2020 aveva stabilito che la richiesta di un contributo violava la direttiva europea sulla concorrenza nelle telecomunicazioni.

Tim deve essere risarcita dopo più di 25 anni

Dopo più di 25 anni Tim deve essere risarcita. L’Italia dovrà a pagare a TIM un miliardo di euro per aver riscosso illecitamente un canone di concessione nel 1998. L’azienda ha diffuso il comunicato stampa con il quale rende nota la notizia. “TIM comunica che, con sentenza odierna, la Corte d’Appello di Roma ha chiuso in favore del Gruppo un contenzioso durato quindici anni relativo alla restituzione del canone concessorio preteso per il 1998, l’anno successivo alla liberalizzazione del settore, e richiesto in restituzione dalla Società. La somma dovuta è pari al canone originario, di poco superiore a 500 milioni di euro, più la rivalutazione e gli interessi maturati per un totale pari a circa 1 miliardo di euro”.

Palazzo Chigi – governo.it

La nota continua: “La sentenza è immediatamente esecutiva e TIM avvierà da subito le procedure per il recupero dell’importo in questione. Sulla vicenda è intervenuta in più occasioni la Corte di Giustizia dell’Unione Europea segnalando il contrasto tra la direttiva sulla liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni e le norme nazionali che avevano prorogato per il 1998 l’obbligo di pagamento del canone a carico dei concessionari di settore. In particolare, nel 2020 la magistratura europea ha stabilito che il sistema normativo comunitario non consentiva a una normativa nazionale di prorogare per l’esercizio 1998 l’obbligo imposto a un’impresa di telecomunicazioni, precedentemente concessionaria (come TIM), di versare un canone calcolato in funzione del fatturato, ma permetteva soltanto la richiesta di pagamento dei costi amministrativi connessi al rilascio, alla gestione, al controllo e all’attuazione del regime di autorizzazioni generali e di licenze individuali”.

Il governo fa ricorso

Il governo farà ricorso e in un comunicato diffuso da Palazzo Chigi si legge: “La Presidenza del Consiglio dei Ministri, appresa la notizia della sentenza di condanna della Corte d’appello civile di Roma a risarcire in favore del Gruppo Tim la somma di circa 528 milioni di euro, oltre interessi, rivalutazione monetaria e spese di lite, comunica che proporrà ricorso per Cassazione e chiederà la sospensione degli effetti esecutivi della pronuncia“.

Giuliana Presti

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