Nick Szabo: Bitcoin non è un ‘coltellino svizzero anarcho-capitalista’ magico

Nick Szabo: Bitcoin non è un 'coltellino svizzero anarcho-capitalista' magico

Nick Szabo: Bitcoin non è un 'coltellino svizzero anarcho-capitalista' magico

Salvatore Broggi

17 Novembre 2025

Roma, 17 novembre 2025 – Il destino di Bitcoin e la sua reale resistenza agli attacchi di governi e grandi aziende sono tornati sotto i riflettori internazionali, dopo le parole di Nick Szabo, uno dei padri della crittografia applicata alle valute digitali. Domenica, in un post su X (ex Twitter), Szabo ha lanciato un avvertimento netto: “Pensare che Bitcoin sia un coltellino svizzero anarchico-capitalista, capace di resistere a qualsiasi attacco legale, è pura follia”. Parole che hanno subito acceso il dibattito tra sviluppatori, investitori e appassionati.

Bitcoin sotto attacco: quanto è davvero sicuro?

Per Szabo, nessuna criptovaluta – nemmeno Bitcoin – può dirsi completamente “trustless”, cioè senza bisogno di fidarsi di qualcosa o qualcuno. “Ogni rete layer 1”, ha spiegato, “ha punti deboli legali che i governi possono colpire”. Il messaggio è chiaro: anche se la tecnologia elimina molti intermediari, l’azione coordinata delle autorità può mettere in difficoltà i nodi più vulnerabili della rete.

Szabo, famoso per aver creato il concetto di “contratti intelligenti” e per il progetto Bit Gold (1988), considerato un precursore di Bitcoin, ha sottolineato che non esiste sistema digitale in grado di resistere a tutte le pressioni normative. “Se le autorità decidessero di colpire miner, operatori di nodi o fornitori di wallet”, ha scritto, “potrebbero farlo ovunque ci sia uno stato di diritto”.

Transazioni non finanziarie: un rischio nascosto?

Il discorso di Szabo arriva in un momento già caldo. Da tempo la comunità discute se sia il caso di permettere sulla blockchain di Bitcoin l’inserimento di dati non finanziari – come immagini, video o file audio – usando strumenti come Ordinals, Runes e le transazioni BRC-20. Il problema non è solo tecnico: per alcuni sviluppatori, queste pratiche aumentano lo “spam” sulla rete, rallentano le transazioni e rendono il sistema più esposto a possibili censure da parte delle autorità.

Negli ultimi mesi, il software alternativo per nodi, Bitcoin Knots, ha guadagnato consensi rispetto al più tradizionale Bitcoin Core. Molti utenti si sono detti delusi dall’implementazione della funzione OP_RETURN da parte dei Core Developers. Questa funzione permette di inserire dati a piacere nelle transazioni, ampliando così i punti deboli legali a cui Szabo faceva riferimento.

La comunità si divide, il dibattito resta acceso

Le parole di Szabo hanno fatto rumore. Chris Seedor, amministratore delegato di Seedor, azienda specializzata in sistemi di archiviazione per chiavi Bitcoin, ha criticato apertamente il pioniere. “Szabo sopravvaluta troppo i cosiddetti ‘spauracchi legali’”, ha detto. Per lui, la forza vera di Bitcoin sta nel ridurre al minimo i punti tecnici su cui si può agire. “Se i regolatori fossero riusciti a fermare PGP o Tor, l’avrebbero già fatto”, ha aggiunto.

Nonostante ciò, tra sviluppatori e nei forum dedicati, il tema continua a far discutere. Alcuni temono che l’aumento dei dati non finanziari sulla blockchain dia ai governi un pretesto per interventi più duri. Altri credono che la decentralizzazione della rete basti a garantire una certa protezione contro le pressioni esterne.

Un equilibrio fragile tra innovazione e rischio

In questo quadro, la posizione di Szabo – seppur contestata – riporta al centro un punto spesso dimenticato: la tecnologia può abbassare i rischi, ma non eliminarli completamente. La storia recente delle criptovalute è piena di tentativi legislativi e azioni giudiziarie che hanno messo alla prova la solidità delle reti decentralizzate. Solo così si capisce quanto sia sottile il confine tra innovazione e vulnerabilità.

La discussione è tutt’altro che chiusa. Mentre Bitcoin continua a evolversi, tra aggiornamenti e nuove applicazioni, il confronto tra pionieri come Szabo e i nuovi protagonisti del settore promette di andare avanti. Con una certezza: la resilienza della prima criptovaluta al mondo resterà sotto la lente per molti mesi ancora.

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