Zurigo, 14 novembre 2025 – THORWallet ha lanciato il suo nuovo token nativo TITN, segnando una tappa fondamentale per la piattaforma DeFi multi-chain. L’annuncio è arrivato durante una sessione AMA organizzata da Cointelegraph, in cui i co-fondatori Marcel Harmann e Pedro Lopez hanno raccontato la loro visione di un’esperienza cross-chain “nativa e senza frizioni”, come l’ha definita Harmann. L’obiettivo è chiaro: rendere la finanza decentralizzata più accessibile e semplice, superando la frammentazione che ancora pesa sul settore.
THORWallet scommette sull’integrazione vera
Durante l’incontro, Harmann ha messo in luce come il recente Token Generation Event (TGE) rappresenti “un traguardo importante, una conferma concreta dell’economia del prodotto”. Il nuovo token TITN è stato pensato come il “cuore economico” dell’ecosistema THORWallet, con un sistema di staking che restituisce agli utenti una parte delle commissioni on-chain in USDC. “Abbiamo lavorato a lungo su questo modello”, ha detto Lopez, “per allineare gli interessi di utenti, detentori e team”.
Il nodo cruciale rimane la frammentazione delle blockchain. “La nostra esperienza è stata la base”, ha raccontato Lopez. “C’è chi sta su Bitcoin, chi su Ethereum, ma ogni volta ci scontravamo con lo stesso problema. Le catene non parlano tra loro, gli utenti ne pagano il prezzo e i wallet restano isolati”. Da qui la scelta di puntare su swap cross-chain nativi, senza passaggi intermedi come bridge o wrapping, e senza mai perdere il controllo delle proprie chiavi.
Mettere l’utente davanti a tutto: semplicità e sicurezza
“L’utente medio non vuole sapere come funzionano le catene”, ha ribadito Harmann. “Vuole solo passare da un asset all’altro senza intoppi”. In THORWallet, la complessità resta nascosta dietro le quinte: l’interfaccia punta tutto sulla semplicità. Niente bisogno di uscire dal wallet per operazioni cross-chain, nessuno con accesso alle seed phrase se non l’utente stesso. Tutto avviene in un ambiente self-custodial.
Un altro punto di forza è l’approccio “aggregation-first”: tutte le funzioni – dagli swap alle operazioni DeFi fino alla carta multi-valuta (in collaborazione con MasterCard) – sono integrate direttamente nel wallet. “Ci siamo chiesti: se qualcuno usasse solo questo wallet, cosa gli mancherebbe nella vita DeFi?”, ha spiegato Lopez. “Qualunque fosse la risposta, l’abbiamo costruita dentro”.
Crescita solida, niente soldi facili
La decisione di non ricorrere a finanziamenti VC nelle prime fasi non è casuale. “I capitali veloci cambiano le priorità”, ha ricordato Harmann. “Noi volevamo rispondere agli utenti, non ai fondi. Così il percorso resta concreto”. Anche lo sviluppo delle funzioni segue questa filosofia: “Costruiamo con chi usa il wallet”, ha detto Lopez. “Le novità non sono ipotesi, ma risposte a quello che si vede davvero on-chain”.
Sul ruolo del token TITN, Harmann è stato chiaro: “Un buon wallet non ha bisogno di un token per funzionare. Ma un buon token deve rendere il wallet migliore”. La roadmap punta ora a una maggiore interoperabilità con Bitcoin, all’espansione della carta fisica, all’integrazione con Apple Pay e Google Pay e all’arrivo della carta negli Stati Uniti. In programma anche strumenti per gestire meglio i rischi e l’efficienza del capitale.
Il 2026 sarà l’anno della svolta
La chiusura è stata dedicata al futuro. I fondatori hanno ricordato che i mercati sono sempre volatili, ma lo sviluppo non si ferma. Il 2026 si prepara a essere un anno decisivo per l’infrastruttura e l’usabilità nel mondo DeFi. “Bisogna costruire quello che serve davvero agli utenti – ha riassunto Lopez – e lasciare che sia l’adozione a venire”.
THORWallet vuole così diventare un punto di riferimento per chi cerca una gestione multi-chain senza ostacoli tecnici, puntando su una crescita naturale, guidata dalle vere esigenze della community.
