Michael Saylor: l’imperatore di Bitcoin a Wall Street in pericolo di estromissione

Michael Saylor: l'imperatore di Bitcoin a Wall Street in pericolo di estromissione

Michael Saylor: l'imperatore di Bitcoin a Wall Street in pericolo di estromissione

Salvatore Broggi

24 Novembre 2025

New York, 24 novembre 2025 – Strategy rischia di essere esclusa da due dei più importanti indici azionari americani, l’MSCI USA e il Nasdaq 100. La decisione definitiva è attesa per il 15 gennaio prossimo. È una notizia che ha già acceso il dibattito tra analisti e investitori. La preoccupazione principale? Le possibili ripercussioni sui flussi di capitale legati ai fondi passivi.

Strategy a rischio taglio dagli indici

Secondo una nota di JPMorgan, la presenza di Strategy negli indici è in bilico. Il motivo? La sua struttura operativa, considerata troppo simile a quella di un fondo d’investimento e poco a una società tecnologica tradizionale. Sotto la guida di Michael Saylor, l’azienda ha scelto una strada insolita: raccogliere capitali in ogni modo e investirli quasi interamente in Bitcoin. Una mossa che nel tempo ha sollevato parecchi dubbi tra gli addetti ai lavori.

Se MSCI dovesse decidere di tagliare fuori Strategy, secondo JPMorgan sarebbero a rischio circa 2,8 miliardi di dollari in investimenti passivi su un totale di 9 miliardi legati a questi indici. Un colpo soprattutto per i fondi che replicano in modo fedele la composizione degli indici stessi.

Perché escludere Strategy?

Nella nota di JPMorgan, firmata da Nikolaos Panigirtzoglou, si spiega che il comportamento di Strategy è più quello di un fondo che di una società tech: “Dato che $MSTR ha una struttura da fondo, non può essere inserita nei fondi azionari”, dice l’analista. Questa posizione si basa su regole degli indici che di solito escludono società finanziarie o assimilate a trust.

Ma la questione apre anche qualche dubbio. Perché allora il Nasdaq 100 ha accettato Strategy fino a oggi? Qualcuno osserva che la teoria regge solo a metà: “È una spiegazione abbastanza solida”, ammette Panigirtzoglou, “ma il dubbio sul momento in cui si prende questa decisione resta”. Intanto, la data del 15 gennaio si avvicina e la suspense cresce.

Michael Saylor nel mirino

Al centro di tutto c’è sempre Michael Saylor, una figura controversa nel mondo finanziario americano. La sua strategia — puntare massicciamente su Bitcoin attraverso la società — ha attirato critiche da più parti. Alcuni lo accusano di comprare “paper Bitcoin”, accuse però smentite dai fatti. Altri sostengono che Strategy abbia perso le caratteristiche di una vera tech company, trasformandosi in un vero e proprio trust.

Gli investitori non sono rimasti a guardare. “Non so se il direttorissimo Ippolito è d’accordo con me”, ha detto un trader di Wall Street raggiunto da alanews.it, “ma ormai, a parte qualche titolo, non c’è più niente da tenere per sempre”. Un clima teso che riflette le difficoltà vissute dal settore crypto negli ultimi mesi.

MSCI e il nodo delle DAT

Sul fronte MSCI, la situazione è ancora più delicata. Fonti vicine all’indice parlano di consultazioni in corso sulle cosiddette DAT (Digital Asset Trust), società che hanno come attività principale l’acquisto di criptovalute. La loro struttura, molto simile a quella di un fondo, le rende difficili da inserire negli indici azionari tradizionali.

“MSCI sta valutando con molta attenzione il caso”, spiega un analista vicino alla questione. “La decisione potrebbe aprire la strada a casi simili”. Ma fino al 15 gennaio tutto resta in sospeso.

Cosa significa per il mercato

Se Strategy venisse esclusa, i fondi passivi dovranno riorganizzare i portafogli e vendere le azioni della società. I gestori attivi, invece, non sono tenuti a seguire gli indici e potrebbero prendere strade diverse.

Nel frattempo, la volatilità nel mondo crypto non accenna a diminuire. “Per ora tutto dipende dal tasso di adozione”, dice un operatore. “Bitcoin potrebbe anche arrivare a 250mila dollari, ma non credo entro fine anno. Ora il mercato sta puntando al ribasso”.

Il 15 gennaio sarà il giorno della verità. Solo allora si capirà se Strategy rimarrà nell’élite degli indici americani o se dovrà affrontare una nuova fase di incertezza.

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