Mercato azionario in caduta: quali sono le cause?

Mercato azionario in caduta: quali sono le cause?

Mercato azionario in caduta: quali sono le cause?

Giulio Righi

21 Novembre 2025

Milano, 21 novembre 2025 – Le borse mondiali chiudono la settimana in rosso, con perdite diffuse sui principali indici da New York a Tokyo. Gli investitori restano con il fiato sospeso, preoccupati dalle mosse della politica monetaria americana e dai dubbi sull’intelligenza artificiale. Oggi, venerdì 21 novembre, la giornata è stata segnata da una forte volatilità: a Wall Street si sono alternati segnali contrastanti, mentre in Europa e Asia ha prevalso un atteggiamento di prudenza.

Wall Street tra piccoli rimbalzi e incertezze

A Wall Street, la seduta si è aperta con qualche segnale positivo, dopo le perdite di ieri. Il Nasdaq ha messo a segno un +0,68%, grazie al recupero di alcuni titoli tech come Nvidia e AMD, che nei giorni scorsi avevano sofferto molto. L’S&P 500 è salito dello 0,33%, mentre il Russell 2000 si è mosso appena sopra la parità (+0,16%). In controtendenza il Dow Jones Industrial Average, che ha perso lo 0,42%.

Gli esperti di mercato sottolineano che la pressione sul settore tecnologico resta alta. “Il comparto è sotto la lente per i rischi legati all’intelligenza artificiale e per valutazioni che molti giudicano troppo alte”, ha spiegato un analista di Morgan Stanley. Il caso di Oracle, che nelle ultime settimane ha visto il titolo scendere a causa di risultati deludenti, è un campanello d’allarme per altri big della tecnologia.

Fed e shutdown, ombre sulle aspettative

A pesare sul morale degli investitori americani è anche il timore che la Federal Reserve non abbassi i tassi nel prossimo incontro del FOMC, previsto a dicembre. “Il mercato si sta convincendo che la Fed manterrà un atteggiamento prudente”, dice un gestore di fondi di New York. L’incertezza sulle mosse della banca centrale pesa sui prezzi delle azioni, spingendo molti a ridurre l’esposizione in attesa di segnali più chiari.

Non aiutano nemmeno i recenti sviluppi sul fronte governativo, dopo oltre 40 giorni di shutdown. La riapertura non ha cancellato i dubbi: “Mancano ancora dati economici fondamentali, e alcuni potrebbero non arrivare mai”, avverte un economista della Columbia University. Senza numeri aggiornati, capire come sta davvero l’economia americana diventa una sfida.

Europa in rosso, Milano fa peggio di tutti

Se negli Stati Uniti i segnali sono contrastanti, in Europa la giornata si chiude tutta in rosso. Il FTSE MIB di Milano ha guidato i ribassi, perdendo l’1,84%, seguito dal CAC 40 di Parigi (-1,11%), dal DAX di Francoforte (-0,95%) e dal FTSE 100 di Londra (-1,35%). Anche l’STOXX 600, che raggruppa le principali blue chip europee, ha lasciato sul campo l’1,26%.

Tra le cause principali, gli operatori indicano la persistente incertezza sulle politiche economiche americane e il timore che la “bolla” dell’IA possa sgonfiarsi più in fretta di quanto si pensasse. A questo si aggiungono le difficoltà di alcune economie europee — su tutte il Regno Unito — e un generale clima di prudenza tra gli investitori. “Il sentiment resta negativo, molti preferiscono alleggerire le posizioni e aspettare tempi migliori”, spiega un trader di Milano.

Asia in calo, oro e criptovalute sotto pressione

Dai mercati asiatici non arrivano segnali di ripresa. Le borse cinesi chiudono in rosso, così come Tokyo e Seul. Solo il listino indiano NIFTY 50 registra un piccolo rialzo (+0,12%), troppo poco per cambiare il quadro generale. Nel frattempo, anche l’oro — da sempre un rifugio sicuro — perde terreno, spinto dalla crescente avversione al rischio.

Le criptovalute, già in difficoltà nei giorni scorsi, hanno continuato a scendere. Secondo i dati di CoinMarketCap, Bitcoin ed Ethereum hanno perso rispettivamente oltre il 3% e il 4% nelle ultime 24 ore.

Investitori cauti: “Serve sangue freddo”

In questo clima incerto, gli esperti invitano a tenere la testa sulle spalle. “Agire d’istinto può portare a errori”, avverte un consulente finanziario milanese. Il consiglio è chiaro: restare fedeli al proprio piano d’investimento e valutare eventuali cambiamenti solo dopo aver esaminato con calma i dati — quando arriveranno davvero.

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